Yooka-Laylee and the Impossible Lair – Provato
Abbiamo provato i primi 40 minuti di avventura e ve li raccontiamo in anteprima.
Dopo il mezzo passo falso di Yooka-Laylee, arrivato sulle nostre console nel 2017 a seguito di una campagna Kickstarter che aveva raggiunto i suoi obbiettivi a furor di popolo, Playtonic (team di sviluppo britannico fondato da ex-elementi di Rare) è pronta a tornare all’attacco con il suo dinamico duo camaleonte + pipistrello, lasciando per strada una mezza dimensione in Yooka-Laylee and the Impossible Lair.
Perché se il primo gioco si ispirava chiaramente ai giochi di piattaforma di una volta in tre dimensioni, nascendo come un omaggio/seguito spirituale in particolare di Banjo-Kazooie, Yooka-Laylee and the Impossible Lair segue la strada di un altro capolavoro senza tempo dell’epoca Nintendo dello studio ora responsabile di Sea of Thieves: Donkey Kong Country.
I cugini di Kecleon e Zubat si imbarcano così in una seconda avventura in 2.5D che abbiamo avuto il piacere di provare – in una versione pressoché definitiva del software – presso gli studi di Koch Media Italia, in vista della release ufficiale prevista per il prossimo 8 ottobre. Ed è proprio nei primissimi minuti che abbiamo passato con il joypad in mano che l’idea più originale del titolo si è palesata subito, nelle vesti di quell’Impossible Lair che dà il nome al gioco.
Provaci, se hai il coraggio
Iniziando l’avventura verremo lanciati direttamente (dopo un mini-tutorial camuffato) contro Capital B, il nemico principale della serie, sfidandolo in singolar tenzone all’interno del suo covo, forti (se così si può dire) solo dei nostri riflessi e senza nessun power-up. Tecnicamente, da quel momento in poi, potreste già finire Yooka-Laylee and the Impossible Lair, nel caso – altamente improbabile – che foste in grado di superare le insidie del livello finale senza alcuna nuova abilità, tonico (ritornano da Yooka-Laylee originale) o soprattutto protezione data dalle fedeli api del Beetaglione Reale, da ritrovare dopo sparse per il mondo del titolo Playtonic.
Quando perderete – perché perderete ve lo possiamo assicurare (ci aspettiamo però dei bei tentativi su Twitch!) – verrete catapultati sulla mappa di gioco con visuale isometrica dalla quale accedere ai veri livelli, dai quali ottenere i potenziamenti necessari per riprovare la propria fortuna presso il Covo Impossibile (il gioco tiene conto dei vostri progressi e del numero di tentativi).
Una volta negli stage, Yooka-Laylee and the Impossible Lair dimostra di essere un platformer in due dimensioni più che competente, con un buon level design e controlli dalla sufficiente responsività (aiutano i 60fps), decisamente lontana tuttavia dalla precisione di un Mario qualsiasi o di altre produzioni come Hollow Knight. La mente torna infatti proprio alla “pesantezza” di salto di DKC o di LittleBigPlanet, mancando però, almeno in questi primi livelli provati, della forte identità visiva e delle trovate geniali di queste due pietre miliari. Quello che invece ci ha lasciato un’impressione davvero forte sono le già memorabili musiche composte da Grant Kirkhope (Banjo-Kazooie) e David Wise (Donkey Kong Country).
Compitino? In parte
Yooka-Laylee and the Impossible Lair, sebbene si presenti con una struttura non lineare e qualche idea brillante – un’altra aggiunta interessante è quella che ogni livello possiederà una sua versione modificata che ne cambierà la composizione, a seguito di azioni che compiremo sulla mappa – sa al tempo stesso sia di passo in avanti che di passo indietro per Playtonic, almeno per quello che abbiamo potuto provare finora. Da una parte infatti questo nuovo Yooka-Laylee sembra un gioco più rifinito del confusionario predecessore, ma dall’altra perde sicuramente in originalità e ambizione, offrendoci l’ennesimo side-scroller degli ultimi anni al posto di un potenzialmente intrigante revival dei giochi di piattaforme 3D di quella che fu la quinta generazione di console.
Per quanto i ragazzi di Playtonic potrebbero finire per fare un buon lavoro con la versione finale, basterà questa formula decisamente già vista per imporsi nella pienissima stagione invernale 2019, sebbene intelligentemente presentata al prezzo budget di 29€? Per Playtonic Games l’esame è arduo e la sfida sugli scaffali dei negozi non sarà impossibile come il suo Covo, ma a sensazione poco ci manca, contando anche la poco giustificabile assenza di multiplayer. Alla nostra imminente recensione il compito di darvi il responso finale su un titolo che ci ha comunque regalato momenti decisamente piacevoli durante l’hands-on.