Yakuza Kiwami 2 – Prime impressioni
La serie Yakuza, dopo il buon successo di Yakuza 0, sta cercando di consolidare la sua popolarità in occidente. In un periodo di soli due anni SEGA ha importato ben quattro titoli della serie, di cui l’ultimo in ordine di uscita sarà Yakuza Kiwami 2. A poco meno di due settimane dall’uscita abbiamo l’occasione di parlarne in anteprima fino alla conclusione del quarto capitolo della storia.
L’impatto col titolo è ottimo, se si è un fan della serie. Yakuza Kiwami 2 inizia con una sequenza di lunghe, interessanti e ben realizzate cutscene, che introducono elementi chiave della storia. Come sempre la regia è sublime, i personaggi sono molto espressivi e il doppiaggio, che è come da tradizione solo giapponese, riesce a trasmettere i sentimenti dei protagonisti. Il tutto impreziosito da un Dragon Engine che mostra dei netti segni di miglioramento da Yakuza 6: The Song of Life. Per compensare i lunghi video, Yakuza Kiwami 2 fa una cosa intelligente che alcuni titoli precedenti invece non facevano: una volta finiti i video si verrà gettati subito nell’azione, senza passare attraverso sezioni lente e pesanti da rigiocare come nell’introduzione di Kiwami o 0.
Nel corso del gioco si potranno esplorare due quartieri, Sotenbori e Kamurocho, nomi già familiari anche a chi ha conosciuto la saga con il capitolo prequel. Queste sono più belle che mai grazie al nuovo engine e, a differenza di Yakuza 6, sono anche piene di cose da fare, avvicinandosi più alla quantità di contenuto di Yakuza 0 sebbene la sensazione sia quella che il prequel rimanga comunque più ricco. Lo stile di combattimento riprende e migliora quello di Yakuza 6, rendendolo più profondo e equilibrando meglio lo skill tree. Il gioco si giova di questi cambiamenti, così come la difficoltà media che torna ad essere abbastanza difficile ad alti livelli.
La storia di Yakuza Kiwami 2, oltre ad avere grandiose cutscene, è avvincente sin dalle prime battute. Ryuji Goda, villain del titolo, è un antagonista carismatico che si contrappone a Kiryu molto bene, tanto che sin dalla loro prima interazione si può vedere come questa rivalità, sentita solo da Goda, sia ben costruita. La sceneggiatura riesce anche a mostrare le conseguenze che gli eventi di Kiwami hanno avuto sui protagonisti e su Kamurocho. Kiryu in particolare è maturato molto, e porta dentro di sè gli eventi accaduti l’anno precedente, mostrando spesso le cicatrici lasciate dalla guerra interna del Tojo Clan, pur rimanendo il più possibile la solita roccia che conosciamo. I pochi nuovi personaggi visibili fino a capitolo 4 sono tutti buoni, sebbene si rivedano alcune motivazioni o schemi di eventi già visti nel precedente capitolo.
Infine, un ultimo punto da discutere riguarda un altro dei cuori pulsanti di Yakuza, i minigiochi. Nel corso dei primi capitoli si possono provare tanti minigiochi, anche se alcuni sono ancora bloccati, tra cui un apprezzato ritorno: il Cabaret Club League. Kiryu potrà gestire un Club Cabaret in modo simile a quanto fece Majima in Yakuza 0, competendo anche in un campionato con altri Club, con tanto di sfide dirette e storyline dedicata. Questo minigioco è veramente ben fatto e molto più profondo di quanto non sembri, oltre all’essere molto utile per guadagnare soldi. Ma Yakuza Kiwami 2 non si limita a questo, tornano i classici minigiochi già visti in altre iterazioni della serie come mahjong, shogi, baseball, i Sega Center, gli UFO Catcher e l’amatissimo e mai assente Karaoke.
Le prime impressioni su Yakuza Kiwami 2 son estremamente positive. Il titolo promette di essere uno dei migliori della serie, mostrando un’altra volta la dedizione di Segas verso i remake Kiwami. Purtroppo non abbiamo ancora potuto provare la campagna dedicata a Majima Goro, della quale quindi parleremo solo nella recensione finale. In compenso la storia di Kiryu è ad ora molto soddisfacente, misteriosa e avvincente.