Xenoblade Chronicles X il Provato della Definitive Edition
Salito per la prima volta a bordo della Balena Bianca, ecco le impressioni sulle prime 10 ore dell'edizione definitiva di Xenoblade Chronicles X.

Ho un rapporto molto speciale con la saga di Xenoblade Chronicles. Non nascondo il fatto che l’annuncio di Xenoblade Chronicles X per Nintendo Switch, in arrivo nella sua “edizione definitiva” comprensiva di nuovi elementi contenutistici sulla storia e gameplay, mi abbia reso parecchio felice.
Il motivo è semplice: non ho mai giocato al titolo originale uscito nel 2015 sulla non troppo fortunata Wii U. Con la saga di Monolith Soft ho infatti cominciato solcando i titani del mondo di Alrest di Xenoblade Chronicles 2, per proseguire poi verso Aionios e la lotta sanguinolenta tra Agnus e Keves in Xenoblade Chronicles 3, ancora oggi uno dei capolavori che mi porto gelosamente nel cuore.
Xenoblade Chronicles X è dunque una mia nuova odissea. Un nuovo approdo verso un pianeta costellato da immensi paesaggi e colossali elementi morfologici, veri e propri marchi di fabbrica di Monolith Soft nella sua saga di punta. Senza escludere le creature di ogni forma e dimensione che popolano questo luogo remoto, piccole, normali o gigantesche poco importa.
Di Xenoblade Chronicles X sapevo solo di avere fra le mani un capitolo familiare ma controverso dagli altri titoli. Ma facendo alla vecchia maniera non ho voluto rischiare alcuno spoiler sulla storia. Volevo scoprire da solo ogni suo segreto, con l’unico malus di essere ignaro su quali siano le aggiunte contenutistiche implementate da Monolith Soft in questa edizione definitiva.
Xenoblade Chronicles X il PROVATO dell’edizione definitiva
Ci sono delle doverose premesse da fare prima di iniziare: parlerò soltanto delle prime 10 ore della Definitive Edition di Xenoblade Chronicles X, in cui ho completato i primi tre capitoli della storia principale, svolto qualche missione secondaria e mi sono concesso un minimo d’esplorazione della città e della prima regione che visitiamo all’inizio.
Tranne che sul versante grafico e tecnico, non farò alcun confronto tra Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition e l’originale del 2015 per i motivi detti in apertura. Da perfetto profano lascerò piuttosto che a parlare siano le mie prime impressioni, unite alle (tante) aspettative di un giocatore atterrato sul pianeta Mira per esplorarlo in lungo e in largo, così da giungere al verdetto definitivo con i tasselli del puzzle messi al posto giusto.
Insomma, direi che abbiamo indugiato già troppo. Il momento di salire sulla Balena Bianca e lasciare il pianeta Terra è giunto. Sarà la prima volta per me e la seconda per i fortunati veterani che vorranno riavvicinarsi a Xenoblade Chronicles X e al pianeta Mira.
Xenoblade più open world e MMORPG
Una volta superata una fase introduttiva scortati dalla comandante Elma, quella che si dipana davanti agli occhi è una gigantesca struttura ad anello, dove all’interno risiede Neo Los Angeles (o Neo L.A.), un insediamento urbano in cui prosperano gli unici esseri umani sopravvissuti (su questo torniamo poi con l’incipit della storia).
Mano a mano che l’avventura prende piede con la prima missione, dopo essersi arruolati nelle fila del BLADE, la prima cosa che si percepisce di questo Xenoblade è che, a differenza degli altri capitoli, emana un forte profumo di MMORPG su una base totalmente open world.
L’interazione sociale con i personaggi mi è infatti sembrata molto più accentuata. Un semplice dialogo con un personaggio comune o di rilievo può dare delle informazioni su un tesoro, condurre verso l’attivazione di una missione, avviare un dialogo empatico o altro. E nelle battaglie, invece, assume un’importanza più marcata che spiegherò tra poco.
In particolare, quest’elemento è correlato alla presenza della modalità online. Xenoblade Chronicles X ci permette infatti di giocare da soli offline, oppure come in un classico MMORPG in cooperativa con gli amici, svolgendo attività di gruppo che danno accesso a missioni speciali non presenti nella campagna in singolo.
A tal proposito, aspettatevi parecchie missioni secondarie e fetch quest, fondamentali nella progressione generale del gioco. Soprattutto le seconde potrebbero portare alla noia in quanto si tratta di semplici attività ripetitive basate su raccolta, caccia o intesa. Per le prime, almeno giudicando quelle affrontate nelle prime 10 ore, ho notato importanti variazioni sul tema in grado di espandere di parecchio la lore di Xenoblade Chronicles X.
C’è poi l’editor del nostro personaggio di cui possiamo modificare sesso, nome, aspetto fisico e diversi altri attributi. L’aspetto più interessante è che, attivando la relativa opzione dalle impostazioni, gli avatar creati possono essere arruolati anche nella nostra squadra o in quella di altri utenti, offrendo più soluzioni di ruolo alla propria composizione nelle battaglie.
Per il resto, Xenoblade Chronicles X riprende con le sue variazioni il sistema di combattimento tipico della saga di Monolith Soft, basato sugli autoattacchi e sulla posizione nello spazio rispetto alla direzione dello sguardo del nemico bersaglio.
C’è la consueta catena d’effetto avviata dal fiaccamento inflitto a un nemico (qui chiamato “Sbilanciamento”), e i Quick Time Event caratteristici del primo e secondo Xenoblade, i quali alle volte sono correlati ai cosiddetti Urli del Guerriero.
Si tratta di richieste lanciate dai membri della squadra nel corso di una battaglia e a determinate condizioni. Soddisfacendo gli Urli possiamo curare i PV della squadra, massimizzare l’Affinità con gli alleati che hanno attivato l’Urlo e l’efficienza delle Tecniche.
Tali richieste si soddisfano attivando una Tecnica tra quelle equipaggiate sul personaggio attualmente sotto il nostro controllo, che deve essere del colore evidenziato dall’Urlo. Possiamo inoltre modificare gli Urli dell’avatar dal menù di gioco, mentre quelli degli altri personaggi rimangono fissi (a meno di eventuali sblocchi legati alla progressione della storia).
L’impressione generale sul gameplay di questo titolo è che la comunicazione e il setup delle caratteristiche di ciascun personaggio sono aspetti da tenere molto in considerazione per portarsi a casa le battaglie più difficili. Ciò che non cambia dagli altri Xenoblade è la complessità delle meccaniche di gioco: serviranno tempo e molta pazienza solo per assimilare le basi e poi padroneggiarle con assoluta sicurezza.
Preciso infine che le battaglie svolte nelle prime 10 ore sono state tutte da terra, ma in Xenoblade Chronicles X si può combattere anche a bordo degli Skell, enormi mech che, oltre ad agevolare gli scontri contro le creature gigantesche, consentono di raggiungere luoghi di Mira altrimenti impossibili senza, favorendo enormemente l’esplorazione.
I miglioramenti grafici e il versante tecnico
Non poteva mancare nell’equazione il test del gioco in entrambe le configurazioni di Nintendo Switch. Visti i trascorsi da incubo con Xenoblade Chronicles 2 giocato in portabilità (trovate qui la recensione), a cui è susseguita una maggiore attenzione posta in tal senso su Xenoblade Chronicles 3 (anche in questo caso vi linko qui il nostro verdetto sul gioco), ho preferito verificare da subito la qualità visiva del titolo in portabilità.
Il risultato è un lieto sospiro di sollievo. Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è godibile anche lontano dal televisore di casa, nonostante l’ovvia risoluzione minima rispetto al dock. Lo “sporco” visivo che aveva penalizzato Xenoblade 2 giocato in portabilità è ormai un ricordo lontanissimo, anche in virtù dei miglioramenti svolti dallo studio su Xenoblade 3.
In generale, i balzi in avanti della Definitive Edition ci sono rispetto al titolo del 2015. A colpire di più è il design dei personaggi rimodellati a dovere, visivamente più belli dell’originale. Ma anche le texture sono state rifinite al meglio, mentre per l’open world… sono rimasto meravigliato da cotanta maestosità in più di un frangente. E sto parlando solo della prima regione.
Positivi anche i miglioramenti effettuati sull’interfaccia di gioco e il menù di pausa, mentre sul fronte tecnico, a parte qualche fenomeno di pop-up, non ho avvertito alcun calo di frame rate tale da darmi fastidio, il ché è un risultato sorprendentemente buono per un gioco di questa portata proposto su una piattaforma del genere. E su Switch 2 non potremo che beneficiare ancor più dell’architettura più potente.
Purtroppo i comandi hanno quel ritardo di qualche decimo di secondo che, pad alla mano, non permette la giusta responsività. C’è da specificare però che Xenoblade Chronicles X, come l’intera saga, non si poggia su una base puramente action per i combattimenti, preferendo invece il sistema degli autoattacchi con la sua impronta più strategica e di gestione.
Per questo motivo la responsività non è un fattore di estrema importanza in questa sede, anche se è doveroso segnalarlo in quanto potrebbe infastidire i giocatori più esigenti. Sicuramente c’è il tempo di apportare le ultime migliorie al gioco prima dell’uscita a marzo, ragion per cui rimando il verdetto sul comparto tecnico alla recensione.
Primi scorci sulla storia e personaggi
Per quanto riguarda la storia, o almeno considerando solo i primi tre capitoli, diciamo che Xenoblade Chronicles X ha un inizio leggermente lento. Non c’è stato ancora quel guizzo forte che abbia acceso gli eventi, se non nella seconda parte del capitolo 3 quando si inizia a far luce su un evento di cui non faccio ovviamente spoiler.
Tuttavia, l’incipit (visibile anche nel trailer) l’ho trovato molto interessante. Due forze aliene si stanno scontrando sopra la Terra, incuranti delle conseguenze. Un numero massiccio di esseri umani sta fuggendo a bordo della Balena Bianca, una gigantesca astronave costruita come parte del Progetto Exodus (o Progetto Terrestre di Colonizzazione).
Con la Terra letteralmente polverizzata a causa dello scontro galattico, la Balena Bianca procede limpida verso l’ignoto, con gli umani messi in condizione di stasi e alloggiati in una struttura chiamata Centro Vitale. Dopo due anni di vagabondaggio, l’astronave viene intercettata e colpita da misteriose forze aliene che la costringono a un atterraggio d’emergenza su Mira.
Del Centro Vitale non si sa in quali luoghi del pianeta siano finiti i pezzi di nave persi durante l’atterraggio. La speranza per la comandante Elma, per l’ingegnosa Lin e per tutti gli altri personaggi è quella di ritrovare quei pezzi il prima possibile, e ci fermiamo qui per non andare oltre con le anticipazioni.
Un incipit che mette di fronte diversi spunti di riflessione. Avremmo le capacità di prosperare su un altro pianeta simile qualora la Terra rischiasse una catastrofe talmente grande da costringerci a un ipotetico abbandono? Se sì, ci sono i mezzi che diano la possibilità di affrontare con tranquillità i viaggi interplanetari alla ricerca di un’altra casa? Oppure tutto questo rimane una semplice utopia?
Domande di natura fantascientifica, uno direbbe. E sicuramente è così, anche se tuttavia non le ritengo comunque banali. Solo il fatto di essermele posto mentre giocavo lo trovo un valore aggiunto a un racconto che, almeno dalle prime battute, propone la speranza di credere che sia possibile preservare la razza umana sopravvivendo su un pianeta ignoto alle nostre conoscenze.
Fra i personaggi principali di Xenoblade Chronicles X ho trovato maggiormente di spicco Lin, per cui ho subito provato una certa empatia: una figura brillante, mite e solare che si lascia andare a qualche battuta genuina. Quanto a Elma, per il momento mi dice poco. Si pone come una figura aggrappata al senso del dovere, che si espone solo il minimo necessario ma nulla di più.
Avanzando con la storia principale le cose potranno magari cambiare, tenendo conto inoltre dei nuovi contenuti. E soprattutto, svolgendo la maggior parte dei dialoghi empatici, delle missioni secondarie e delle missioni intesa ci sarà modo di approfondire ulteriormente i personaggi e il comparto narrativo di Xenoblade Chronicles X.
In attesa della recensione di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition
Le prime 10 ore di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition sono state molto positive, anche se non molto impattanti dal punto di vista narrativo. Parliamo comunque solo dei primi tre capitoli, che gettano comunque buone premesse per il proseguo degli eventi.
Il complesso sistema di gioco che erge lo scheletro ludico di Xenoblade Chronicles X è sia fedele al passato che qualcosa di molto atipico rispetto agli altri capitoli. Non è immediato e richiederà pazienza per apprendere il tutto, ma in soldoni l’amalgama delle meccaniche di gioco sembra funzionare egregiamente, nonostante una generosa dose di fetch quest un po’ tanto ripetitive fra loro.
Il mondo di gioco, almeno da quanto emerso visitando la prima regione, appare già incredibile, con questi paesaggi colossali e splendidi da vedere. Ottimi i miglioramenti effettuati sull’HUD, sui modelli dei personaggi e sulle texture, mentre il comparto tecnico non ha mostrato il fianco a particolari problemi tranne che per una responsività dei comandi leggermente in ritardo (fortuatamente non così indispensabile per la tipologia di gameplay proposta).
Staremo a vedere se tutti gli elementi del gioco reggeranno, dandovi appuntamento alla recensione finale. Ricordo che Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition (link alla pagina eShop) arriverà in esclusiva su Nintendo Switch il 20 marzo 2025.