Woodo ANTEPRIMA @GAMESCOM 2024
Il comparto indie continua a sorprendere e lo fa anche durante la Gamescom 2024, con una piccola esperienza indie sulla quale non vedo l'ora di mettere le mani
C’è molto che voglio dirti, di Woodo, ma vorrei anche dirti pochissimo, perché l’opera di Yullia Prohorova e Timur Bogotov è qualcosa che onestamente vorrei costringere tutti a esperire, anche solo per una sessione di gioco.
Woodo ANTEPRIMA @GAMESCOM 2024
L’avevamo visto nel primo trailer, e l’appuntamento Gamescom 2024 me l’ha confermato: Woodo è il gioco di cui abbiamo bisogno, un toccasana fatto di comandi semplici, un artstyle efficace, un loop di gioco che non può non fare appello alle e ai più OCD di noi, e un solo scopo, raccontare una storia attraverso le sue meccaniche.
Woodo ha colpito sin da subito, con un trailer d’annuncio che ha messo in luce il centro del suo impianto ludico con estrema chiarezza, cosa sicuramente anche dovuta anche alla sua semplicità: un pezzettino alla volta e lungo 14 livelli di varia grandezza, dovremo selezionare dei pezzi da un menu a scorrimento sulla destra e piazzarli nel punto giusto del piccolo diorama che ci troviamo davanti.
L’ambiente, prima del nostro intervento, ha un piacevolissimo tono di bianco, quasi crema, ma i confini di ogni piccolo pezzettino sono ben definiti, capaci di comunicarci bene dimensione e “incastro” del pezzo. Pezzo dopo pezzo, il piccolo “scorcio” davanti a noi prenderà vita, ora con qualche animazione, ora con particolari (e coccolose) reazioni al passaggio del nostro mouse.
Già qui notiamo le prime attenzioni alla user experience: oltre ad un altro elemento di accessibilità che ti racconto più tardi, qui una volta preso il pezzo e mosso in direzione del diorama di fronte a noi c’è un leggerissimo feedback visivo di “attrazione”, che snappa il pezzo, se siamo abbastanza vicini alla sua effettiva location, direttamente dove dobbiamo rilasciarlo e incastrarlo.
Tutto è fatto di legno, in Woodo, lo si può indovinare dal nome, ma ci vuole davvero poco per vedere come il legno sia stato tradotto qualitativamente all’ìnterno del gioco. Nodi, venature, diversi toni di colore sono solo alcuni dei metodi che Woodo ha per far sembrare ogni pezzo unico, un po’ come, in più larga scala, è il gioco stesso. Tutto è stato fatto a mano dagli artisti, e ogni pezzo è davvero composto da tipi di legno specifici, a seconda dell’effetto visivo che si voleva ottenere.
Il paragone più immediato che mi viene è quello con un libro da colorare: quello che dobbiamo fare è chiaro, ma il gioco lascia il giusto grado di libertà nella risoluzione di questo puzzle, non permettendoci certo di mettere un pezzettino a forma di mela morsicata dove dovrebbe andare una trave di legno, ma lasciandoci comunque il giusto tempo e spazio per cercare la posizione giusta e risolvere da soli l’enigma.
Data la cozyness del titolo, non sorprende il tempo che Yullia e Timur, i due dev, hanno passato a curare la UX del titolo: se infatti avremo problemi nel progredire di un puzzle, comparirà un tasto “hint” per aiutarci e mostrarci dove piazzare il pezzo.
Non esiste un fail state in Woodo, non avrebbe senso, e trovo particolarmente accorto anche il fatto che i pezzi del menu laterale ruotino insieme alla nostra azione di rotazione del diorama di fronte a noi, così da avere sempre e comunque il giusto orientamento del pezzo e del puzzle a darci qualche aiuto in più.
Non è solo il piccolo diorama a prendere vita, ma anche la mappa di selezione del livello stessa, una sorta di delizioso quadro . Considerando poi che in ognuno dei livelli e scene ci sono alcuni oggetti che diventano loro stessi piccoli diorama, il numero di livelli apparentemente basso non dovrebbe fornire preoccupazioni particolari.
Sono presenti anche due personaggi principali, una volpe e una rana che forse potete osservare in alcune delle key art del titolo, oltre ad un simpatico corollario di personaggi secondari, tutti animali in una fattoria. Ah, c’è un pet ragno che è praticamente un cane, e la cosa più cute ever.
Ottimo anche il sound design, con il quale Daedelic ha aiutato. A quanto mi riferiscono i dev, la target audience è fatta di adulti, magari con esperienze di vita simili a quelle che il voiceover racconta, in determinati momenti del completamente di ogni diorama.
Uno dei pilastri centrali era sicuramente quello di offrire un’esperienza rilassata, nella quale ogni movimento e azione è signficativa, e credo fondamentalmente la scommessa sia riuscita.
Ti lascio il link alla pagina Steam, quindi corri subito a pre-ordinarlo che lo sai quanto i pre-ordini aiutano i giochi ad emergere dal marasma. Ti rimando anche ad altri recenti contenuti legati alla fiera, come i provati di Path of Exile 2 (scritta da Loris Colosimo), Two Point Museum (dalla abile mano di Federico The Santist) e l’anteprima di Broken Sword: Shadow of the Templars Reforged (opera invece di Luca Grasso).