Visions of Mana PROVATO | Una piacevole sorpresa

Ho provato in anteprima per un’ora il nuovo ed ambizioso Visions of Mana, l’ultimo capitolo della famosa saga Square Enix che si ripresenta al grande pubblico dopo anni di silenzio con una veste grafica tutta nuova ed un gameplay molto più fluido e moderno di quanto mi sarei potuto aspettare.

Seguimi quindi in questo provato per scoprire come un brand così importante stia cercando di rinnovarsi ed adattarsi ai gusti dei videogiocatori contemporanei pur mantenendo ben salde tutte le caratteristiche e le peculiarità che negli anni ne hanno definito l’identità.

Visions of Mana PROVATO | Tra tradizione e innovazione

La serie Mana non ha certo bisogno di presentazioni data la grande importanza che ricopre nel panorama dei JRPG, ma a 15 anni di distanza dalla pubblicazione dell’ultimo capitolo ufficiale forse potrebbe comunque valere la pena di spenderci giusto un paio di parole.

Nata inizialmente nel 1991 come uno spin-off di Final Fantasy, dal suo secondo capitolo, uscito nel 1993 su SNES con il nome Secret of Mana, la serie ha deciso di prendere la sua strada e si è separata con forza da ogni riferimento che la potesse ricondurre alla creatura di Hironobu Sakaguchi, delineando così una propria identità.

Lo ha fatto introducendo il potere del Mana, che fa da punto cardine della storia in tutti i capitoli della serie, e la leggendaria Mana Sword, che un po’ come la Master Sword di Link è l’arma simbolo dell’intera saga.

Dopo Secret of Mana sono stati pubblicati diversi capitoli nel corso degli anni che hanno fatto proseguire la storia del brand che si sono però conclusi nell’ormai lontano 2007 con Heroes of Mana, pubblicato su Nintendo DS. La serie è stata infatti messa in pausa fino alla più recente pubblicazione dei remake dei primi titoli, il cui successo convinto la compagnia a decidere di sviluppare un nuovo capitolo principale.

Visions of Mana rappresenta quindi una vera rinascita per la serie e ha il difficile compito di riportarla sotto le luci della ribalta così da garantirne un roseo futuro. E in questo caso sembra volerlo fare con un oculato mix tra tradizione e innovazione, rifacendosi alle sue radici da action RPG ed evolvendo al contempo l’intera struttura che ne sorregge il gameplay.

Fase 1: A spasso tra le praterie

Devo ammettere che Visions of Mana si è presentato al suo primo hands-on in splendida forma, e se devo essere sincero ha addirittura superato le mie iniziali aspettative su questo titolo. La sua pulizia grafica, l’immediatezza del suo gameplay e la generale fluidità delle sue meccaniche mi hanno convinto senza troppe riserve, e sono quindi pronto a raccontarti nel dettaglio che cosa ho avuto modo di provare.

La prima sezione della demo era stata studiata appositamente per questa prova e serviva più che altro per prendere familiarità con i sistemi di gioco e le meccaniche che ne governano il gameplay. Mi è stato detto che era una versione modificata di una delle prime fasi dell’avventura e che in questo caso era stata arricchita dalla presenza di un personaggio aggiuntivo con lo scopo di saggiarne le particolari abilità in combattimento.

Il nostro gruppo era quindi composto da tre personaggi principali: Val, l’energico protagonista dell’avventura armato di spada, Careena, una ragazza proveniente dalla valle del vento accompagnata da quello che sembra essere un cucciolo di drago, e Morley, un cupo ragazzo dalle sembianze feline.

I tre compagni, un po’ come accade in molti altri esponenti del genere, non per ultimo il recente Final Fantasy VII Rebirth (sei ad un click dalla nostra recensione), possono essere scambiati in tempo reale in qualsiasi momento e questa meccaniche è utile soprattutto per sfruttarne le abilità uniche durante gli scontri, con un sistema di combattimento che premia infatti la strategia più che la pura forza bruta.

Mi sono trovato in quelle che vengono chiamate Fallow Steppe, all’interno di un ampio spazio aperto immerso nel verde, che sfruttando la struttura tipica dell’open map collega senza soluzione di continuità gli spazi urbani, che in questa sezione erano rappresentati da semplici villaggi con poche abitazioni, con quelli più aperti e paesaggistici.

Il sistema di esplorazione in questo caso è infatti quello classico del gioco di ruolo in terza persona, con ampie mappe da percorrere e setacciare in cerca di segreti e tesori, e gruppi di nemici da sgominare durante la traversata.

Visions of Mana infatti, come già accennato, è un action RPG in cui gli scontri si svolgono in tempo reale nella stessa mappa utilizzata anche per l’esplorazione, con tutti i nemici ben visibili a schermo e senza alcun combattimento casuale. Il sistema di combattimento è fluido e dinamico ed è composto da attacchi normali all’arma bianca e tecniche speciali elementali atte chi all’offesa chi alla difesa.

I gruppi di nemici incontrati non mi sono apparsi particolarmente aggressivi e non sono infatti mai incappato nella schermata di Game Over, con solo una manciata di occasioni in cui ho avuto necessità di ricorrere alle pozioni per curarmi.

Le Reliquie Elementali

Una particolarità di questo sistema è rappresentata però dalle Reliquie Elementali, potenti manufatti che possono essere utilizzate come finisher in combattimento ma anche per risolvere enigmi ambientali e proseguire nell’esplorazione. Ciascuna reliquia contiene del mana di un elemento diverso ed è possibile equipaggiarne una sola e cambiarla all’esigenza.

Cambiare la reliquia equipaggiata non significa solo sfruttare un nuovo elemento ma anche cambiare classe al proprio personaggio, andandone a modificare le statistiche, le abilità in combattimento e anche avere accesso a nuovi tipi di armi.

La reliquia elementale di Sylphid, lo spirito elementale del vento, può ad esempio controllare le correnti d’aria, e attivarla durante l’esplorazione permette di creare folate di vento che ti permettono di attraversare uno spazio vuoto altrimenti troppo ampio da colmare, facendoti trasportare dal potere del vento. Se utilizzata in battaglia la stessa reliquia scaraventa un tornado contro un gruppo di nemici che vengono scagliati in aria subendo ingenti danni.

L’adorabile Pikul

La demo di Visions of Mana mi ha permesso anche di saggiare un’altra meccanica legata all’esplorazione ed introdotta nel gioco per permetterci di coprire notevoli distanze in poco tempo, e cioè il fedele Pikul. I pikul sono infatti adorabili animaletti che possono essere richiamati suonando un’apposita campana e tramite i quali è possibile attraversare velocemente le mappe di gioco.

La particolarità di queste simpatiche cavalcature è che sono in grado di calpestare i nemici che incontrano lungo il loro cammino e dispongono anche di un discreto salto che li rende indispensabili per esplorare a fondo ogni angolo del mondo di gioco.

Questa sezione della demo non aveva una vera e propria fine e non ci è infatti stato concesso di procedere con la missione della campagna principale ma solo di esplorare a fondo l’area fino alla fine del tempo a nostra disposizione.

Fase 2: Un boss tra i ghiacci

La seconda fase della demo di Visions of Mana era invece rappresentata da una sezione più contenuta ma con l’aspetto di una vera e propria versione di prova, con cutscenes (che non abbiamo potuto vedere per evitare possibili spoiler) e un boss di fine livello che ne decretava la fine. Ci trovavamo in questo caso al cospetto dell’imponente ed innevato Monte Gala, con un obiettivo ben preciso da perseguire.

Anche in questo caso l’ampia mappa, che per ovvi motivi ambientali risultava un po’ più spoglia della precedente, era ricca di segreti e forzieri da scovare, con un level design che in questo caso puntava maggiormente sulla verticalità.

Qui abbiamo dovuto usare le Reliquie Elementali per superare un passaggio obbligatorio della storia e raggiungere la successiva area della mappa, dove dopo qualche altro giro in zona abbiamo finalmente incrociato le lame con il boss di fine livello.

Il nemico, una specie di mantide gigantesca, si è rivelato come prevedibile molto più coriaceo delle creature comuni e, seppure non particolarmente pericoloso in questa demo ho dovuto sfruttare a dovere tutta la potenza di fuoco messa a mia disposizione per sconfiggerlo.

Visions of Mana PROVATO | Tenetelo d’occhio

In conclusione devo ammettere di essere uscito piuttosto soddisfatto da questo primo contatto con Visions of Mana. La nuova produzione Square Enix non si pone sicuramente l’obiettivo di rivoluzionare il genere di riferimento ma sembra aver fatto i compiti a casa. Davvero un ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo, che sembra sulla buona strada nel riuscire a modernizzare una serie storica che ha ancora qualcosa da dire.

Tieni quindi assolutamente d’occhio Visions of Mana se sei un’amante del genere perché ti ritroverai ad avere a che fare con un mondo colorato e splendidamente realizzato, un gameplay familiare ma non per questo noioso ed una narrazione che, per quel poco che ho potuto vedere, non sfigurerà con il resto del pacchetto, come del resto da tradizione della saga.

Questo ovviamente era solo il primo contatto con Visions of Mana, ma per il momento è stato più che sufficiente a suscitare il mio interesse ed attendere con trepidazione la release del titolo finale, prevista su PS5, PS4, Xbox Series X|S e PC tramite Steam nell’estate del 2024.

E tu che rapporto hai con la saga Mana? Visions of Mana sarà il tuo primo capitolo o fai parte dei fan della prima ora? Faccelo sapere qui sotto nei commenti.