Uncharted 4: Nathan Drake alla ricerca del tesoro della leggendaria Libertalia
Atteso per il 2016 su PlayStation 4, dopo la pubblicazione del primo trailer nel 2014 all’E3 di Los Angeles, Uncharted 4 è il quarto, nonché ultimo episodio della saga dedicata a Nathan Drake su console fissa, senza contare, appunto, l’episodio rilasciato su PlayStation Vita al lancio della console portatile di casa Sony. Ambientato tre anni dopo le vicende raccontate in Uncharted 3, il Nostro è impegnato in una vita tranquilla e libera da avventura, alla ricerca di tranquillità, ma soprattutto di lontananza dalla ricerca di tesori. Le circostanze, però, non sono dalla sua e la ricomparsa improvvisa di suo fratello Sam, che gli chiederà aiuto per una missione utile per tenerlo in vita, lo porterà a rilanciarsi in quello che meglio sa fare: l’avventuriero. L’oggetto da ricercare, stavolta, è il tesoro del capitano pirata Henry Every: risalente a una figura divenuta famosa nel corso della fine del XVII secolo, il pirata inglese era noto anche come John Avery, Long Ben e capitano Bridgeman. La sua carriera da pirata terminò dopo un ultimo grande successo, che gli permise di ottenere in moglie la figlia del Gran Mogol e allo stesso tempo numerose altre ricchezze per il suo equipaggio, oltre che per sé. La forza economica fu tale da riuscire anche a corrompere il governatore di New Provicende per evitare l’arresto e sbarcare insieme con i suoi uomini dopo il suo ultimo grande colpo.
Nathan Drake parte alla volta di Libertalia, una colonia situata a Madagascar, la più grande delle isole del continente africano: la storia ha consegnato ai posteri l’isola felice di Libertalia come una leggendaria colonia fondata da pirati al comando del capitano Misson, intorno alla fine del Seicento, circa un secolo prima dell’arrivo di John Avery. Insieme con il capitano, a fondare la colonia fu il prete italo-dominicano Caraccioli e il pirata Thomas Tew. La trama, che non sarà scritta né supervisionata da Amy Hennig, che ha lasciato il progetto di Uncharted dopo il terzo capitolo, si presenta comunque affascinante e in linea con quelle che sono le guide imposte da Naughty Dog nel corso della serie: la sceneggiatura è, ora, passata tra le mani di Neil Druckmann e Bruce Straley, directors del titolo stesso alle prese con un prodotto che non vorrà esaltarsi per il contenuto grafico, bensì per la giocabilità e per il gameplay offerto. Uncharted 4, infatti, non girerà a 60fps, bensì a 30fps nel singleplayer, pur mantenendo i 1080p. Un chiaro passo verso una realtà diversa dell’aspetto videoludico che preferisce puntare sul contenuto piuttosto che sull’aspetto e sulla patina superficiale.