Uncharted 4 – Hands On
L’anello al dito può cambiare la vita di una persona? Non se il dito è quello di Nathan Drake, che proprio per un anello ha rischiato l’osso del collo in mille avventure. Da quanto abbiamo potuto vedere all’esclusivo evento stampa dedicato a Uncharted 4 non sarà il minaccioso sottotitolo “Fine di un ladro” a fermare Nate, che con buona pace della sua dolce metà Elena Fisher è pronto per l’ennesima – l’ultima? – volta a gettarsi a testa bassa nella battaglia in compagnia del redivivo fratello Sam e dell’immancabile Victor Sullivan, in un’opera che si candida a essere archiviata negli annali come esaltazione assoluta dell’action-adventure.
Quel pirata in Madagascar
All’evento organizzato da Sony siamo stati accolti da Arne Mayer e Ricky Cambier, rispettivamente Communications Director e Lead Designer di Naughty Dog. Prima di mostrarci in anteprima assoluta il gameplay di Uncharted 4: fine di un ladro, i due hanno dedicato qualche parola al background storico dietro la loro ultima fatica, che come da tradizione sviluppa la trama del gioco inserendola all’interno di un contesto storico sempre in bilico tra realtà e leggenda.
Tutto ebbe inizio negli ultimi anni del 1600, periodo in cui l’allora cadetto della marina inglese Henry Every prendette il controllo della nave sulla quale prestava servizio, formando una piccola flotta e iniziando una breve ma intensa carriera come corsaro nei mari del Madagascar. Nei soli due anni in cui Avery fu attivo come pirata abbordò numerose navi, ma il suo più leggendario successo fu la conquista della Ganj-i-Sawai, la nave ammiraglia del Gran Mogol, grazie al quale il corsaro e la sua ciurma misero le mani su un tesoro dal valore stimato di quattrocento milioni di dollari. Le azioni di Avery scatenarono un vero e proprio disastro diplomatico tra India e Gran Bretagna e, nonostante gli inglesi promisero che avrebbero catturato l’audace pirata e restituito il tesoro, questi scomparvero entrambi e non furono mai trovati.
In Uncharted 4 scopriremo come Nathan in gioventù abbia già cercato, senza successo, di mettere le mani sul leggendario tesoro di Avery insieme a suo fratello Sam, nuovo carismatico personaggio che in Fine di un ladro avrà il compito di trascinare nuovamente Drake nell’ennesima avventura irta di pericoli. A contrapporsi ai due, dopo le critiche che bollavano gli antagonisti di Uncharted 3 come troppo raffinati, saranno Rafe Adler e Nadine Ross, due esperti mercenari armati di tutto punto, con esperienza e uomini fedeli. Questi sono tutti i dettagli che abbiamo potuto fino a ora scoprire sulla trama, che si preannuncia come al solito strutturata per tenere il giocatore incollato allo schermo più con i colpi di scena che con l’originalità della narrazione: siamo comunque certi che nonostante il copione già mostrato tre volte su Playstation 3 – ovvero Nathan, Sully e comprimari alla ricerca di un tesoro – l’intreccio, la regia e l’azione senza sosta riporteranno più volte alla mente il migliore degli Indiana Jones.
Facciamo un po’ di fuoristrada
Uncharted 4 scaraventerà Nate e compagni nella più grande mappa di gioco vista fino a ora nella serie. Data la vastità dello scenario, per la prima volta sarà possibile mettersi alla guida e coprire le grandi distanze a bordo di una jeep: Ricky Cambier ci ha spiegato come a livello di gameplay il giocatore sarà incentivato a utilizzare il mezzo per esplorare, oltre che come semplice trasporto, in modo da non snaturare quegli elementi di osservazione e scoperta che hanno sempre contraddistinto Uncharted. La perlustrazione del mondo di gioco a bordo della jeep permetterà di scovare gli immancabili tesori e indizi grazie ai quali approfondire la trama e la storia di Henry Every, per non parlare dei dialoghi aggiuntivi tra Nate e Sullivan, che dal poco che abbiamo potuto ascoltare vi garantiamo essere davvero esilaranti, oltre che ben recitati e ottimamente doppiati in italiano.
Giocando bisognerà imparare a muoversi su terreni fangosi e accidentati, leggendo i segnali dell’ambiente circostante per capire come approcciare l’insidioso terreno e proseguire. Interessanti anche gli enigmi che richiedono l’utilizzo del verricello della jeep, da utilizzarsi per affrontare le salite più ripide o per cavarsi d’impaccio quando a prima vista paiono non esserci vie d’uscita. Cambier ha associato le sezioni di gioco sulla jeep a una gita con gli amici: “Immaginate di essere fuori per una scampagnata” ha affermato “e capirete con quale spirito abbiamo pensato a questi momenti alla guida. Aguzzate la vista e, quando vedete un qualche elemento di interesse nello scenario di gioco, avvicinatevi: solo così scoprirete scorci mozzafiato e potrete apprezzare appieno questa novità di Uncharted 4”.
Ma mettiamo ora da parte la jeep: Uncharted non è Uncharted senza le arrampicate e le sparatorie e, sebbene la presentazione alla quale abbiamo assistito avesse principalmente l’intento di mostrare l’introduzione della guida dei veicoli in Uncharted 4, non sono mancate le novità nemmeno per quanto riguarda i combattimenti. Innanzitutto, come in Uncharted 3, anche in quest’ultimo episodio della saga non si andrà mai in battaglia soli, quanto piuttosto affiancati da uno o più personaggi controllati dalla CPU. Come da tradizione, la maggior parte delle sezioni di combattimento inizierà in fase stealth, con un Nathan che puotrà nascondersi anche nell’erba alta per sorprendere i nemici ed eliminarli in maniera furtiva.
Una prima novità sarà la possibilità di identificare i nemici con un marker, dettaglio non da poco data la vastità degli scenari: in questo modo sarà possibile osservare posizione e movimenti dei nemici dalla distanza, per organizzare meglio l’azione d’attacco nel caso si voglia tentare un approccio interamente stealth. Quando un nemico si insospettirà, un indicatore sulla sua testa inizierà a riempirsi: una volta pieno si avranno pochi secondi per agire, poi l’avversario darà l’allarme e avrete tutti i suoi alleati alle calcagna. Rispetto ai capitoli precedenti, sarà possibile nascondersi di nuovo e far cessare l’allerta anche una volta scoperti, mentre in passato si era obbligati a completare la sessione correndo e sparando all’impazzata. Non che quest’ultima opzione sia da escludersi, sia chiaro: la fluidità dei comandi che i fan ben conoscono, sommata all’introduzione di nuovi attacchi melee e alle possibilità offerte dal rampino – che come potete leggere qui abbiamo già ampiamente apprezzato nelle concitate battaglie della beta multigiocatore – sapranno dare ottime soddisfazioni agli amanti dell’azione senza compromessi, che dopo un paio di uccisioni stealth preferiscono estrarre le armi e fare i veri cow-boy.
Impressioni a caldo
Uncharted 4 promette di essere uno dei migliori titoli in uscita nel 2016 e questo lo sappiamo fin dagli incredibili filmati visti lo scorso anno all’E3 di Los Angeles. Provare finalmente in prima persona il gameplay di questo attesissimo lavoro di Naughty Dog ci ha permesso di valutare più attentamente alcuni aspetti del gioco che dalla semplice visione di un video è sempre difficile decifrare con chiarezza. Possiamo dire che non ci ha particolarmente entusiasmato la scelta di focalizzare la quasi totalità della presentazione sulla guida della jeep: una volta messo mano al pad ci siamo accorti di come gli scenari apparentemente immensi presentino in realtà confini ben definiti, in modo tale che il giocatore percepisca un’ambientazione free roaming ma finisca con il seguire i binari dell’avventura, con solo qualche breve deviazione necessaria alla scoperta dei segreti e dei tesori. Detto questo, vi esortiamo a riprendere il primo filmato in cui è stata mostrata la jeep: se la sessione da noi provata si è rivelata infatti più riflessiva e tranquilla, certamente se il gioco finale saprà bilanciare le nostre sensazioni con adrenalinici momenti come quelli di quel video allora potremo veramente equiparare le fasi alla guida con quelle a piedi, anch’esse sempre in bilico tra azione ed esplorazione.
Passando alle sparatorie, ammettiamo che l’aumento del peso della componente stealth, con gli espedienti utilizzati, ci farà scomodare in fase di recensione un colosso come Metal Gear Solid, così come il marker dei nemici – che permette di identificare un avversario anche se al di là di un muro – dona una sorta di superpotere a Nathan che in parte stona con lo stile tutto avventura e cazzotti che da sempre caratterizza la serie. Anche in questo caso siamo assolutamente disposti a dare a Naughty Dog il beneficio del dubbio, certi che la loro scelta saprà dare più profondità al gameplay e alla strategia di gioco preferita di ogni utente, portando la componente action di Uncharted ai massimi livelli.
https://www.youtube.com/watch?v=YGtzBtcBI-c&feature=youtu.be
Avrete notato, infine, che fino a qui non abbiamo parlato di grafica. Lo abbiamo fatto per scelta, perché è proprio nei titoli dal comparto tecnico vicino alla perfezione che bisogna prima di tutto orientare la critica al gameplay, elemento che fa la vera differenza tra l’involucro vuoto e il capolavoro. State tranquilli: graficamente Naughty Dog stupisce come al solito, con animazioni e cura dei dettagli sopra le righe, questa volta anche nell’immensità dei grandi spazi del Madagascar. La presenza dell’open world e l’accento posto sull’esplorazione nella sessione da noi provata non ci ha permesso di sperimentare in prima persona una bella sparatoria con molti elementi su schermo, ma anche in questo caso i video già disponibili nei mesi scorsi ci lasciano presagire che Naughty Dog abbia volutamente ridimensionato i contenuti mostrati alla presentazione per esibire soltanto le vere novità e non scoprire fin da subito tutte le potenzialità del gampeplay e di un comparto tecnico che su Playstation 4 faranno facilmente arrossire quanto oggi è considerato standard.
A fine presentazione, quando a freddo abbiamo ragionato sul fatto che non ci sentivamo poi così stupiti come ci aspettavamo, o come era stato invece per Uncharted 3, ci è tornato alla mente The Last of Us, ed è allora che tutto è divenuto immediatamente chiaro: pensate a come i video e le presentazioni di quello che è a tutti gli effetti il capolavoro assoluto di Naughty Dog si siano limitate a scalfire la superficie dell’immensità di contenuti all’interno del gioco. Pensate a come le varianti di gameplay, apparentemente limitato rispetto a Uncharted, si siano rivelate perfette per la sopravvivenza nel mondo di gioco e di come il comparto tecnico, prima su PS3 e poi su PS4, abbia decisamente innalzato il metro di paragone dando ai fanboy di tutto il mondo un’esclusiva che potranno sbattere per sempre in faccia ai sostenitori delle console concorrenti. A nostro parere Naughty Dog sta volutamente tenendo nascosto il meglio per fregarci ancora una volta soltanto con il gioco completo, ma il prezzo è troppo alto e noi non ci caschiamo: se Uncharted 4 deve essere per davvero la fine del Ladro – con la L maiuscola – il canto del cigno di Drake offrirà certamente una tale mole di contenuti e perfezione nei particolari da far sembrare tutto quello che abbiamo visto fin’ora una semplice occhiata attraverso il buco della serratura.