Total War: Attila Hands On
Creative Assembly è in procinto di rilasciare sul mercato il nuovo episodio stand alone di una delle saghe di strategici più celebri di sempre, ossia Total War. Lo studio di Horsham per questo nuovo capitolo dell’asset targato Sega ha scelto l’interessate figura storica di Attila e tutto il suo belligerante universo di contorno. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Il tramonto dell’impero
Il setting è quello del 395 d.C., anno della morte dell’imperatore Teodosio, quando Roma è in forte decadenza e Costantinopoli invece è in forte ascesa, tanto da dare vita all’Impero Romano d’Oriente. A peggiorare la già grave situazione della scissione dell’Impero, dovuta all’eccessiva estensione dello stesso e alla dilagante corruzione, ci si mette anche il popolo degli Unni e la sua guida Attila, familiarmente soprannominato Flagello di Dio. Il carisma del personaggio in questione è innegabile e traspare fin dalle prime battute, durante l’ottima intro in computer grafica dalla qualità tecnica senza paragoni. Attila viene rappresentato come vero e proprio antagonista, un pericolo incombente che arriva da est per la città che placida riposa all’ombra del Colosseo. È un elemento che è già trapelato qualche mese fa ma vogliamo ricordare che inizialmente era stato previsto che la fazione degli Unni non fosse in alcun modo controllabile, proprio per rafforzare ancora di più il carattere di pericolosità del loro re Attila, ma poi invece è stata aggiunta nel menù forse su pressione dei videogiocatori.
Sopravvivenza
Il titolo fin dalle prime battute sembra conservare in sé i caratteri di una sopravvivenza molto complicata, nel senso che il livello dell’asticella della difficoltà è alto in maniera piuttosto evidente: i neofiti quindi sono avvertiti. Oltre a questa curva di apprendimento ripida si è aggiunto a livello di gameplay un elemento importante, ossia la malattia. Su alcune città vedrete comparire infatti una nube malefica che rappresenta un’epidemia in corso: la malattia quindi può diffondersi in maniera molto rapida di città in città se non tenuta sotto controllo a dovere. Non solo, il morbo può anche trasmettersi alle nostre truppe, influendo in maniera pericolosa anche sulle loro prestazioni in battaglia, ma di convesso può anche essere molto intelligentemente utilizzato diffondendolo nelle città nemiche e quindi come arma d’offesa. Pensate ad esempio a un assedio che si prolunga troppo: un’epidemia è proprio quello che ci vuole per piegare le difese avversarie ed espugnare quindi la cittadella nemica. Sotto questo aspetto gli sviluppatori hanno fatto un lavoro eccellente dato che sono state introdotte varie tipologie di virus che vanno da malattie fulminanti e rapide a epidemie più subdole e debilitanti. Inoltre alcune malattie potranno colpire solo alcune classi di abitanti e lasciarne intaccate altre.
Sarà possibile anche abbandonare le città nel momento del pericolo e portarsi dietro così risorse importanti, in modo da lasciare il nemico destinato a impadronirsi di tutto completamente a bocca asciutta. Un’altra aggiunta è rappresentata anche dalle barricate e dal fuoco dinamico; con le barricate potremo rafforzare le difese di alcune nostre posizioni particolarmente fragili o sguarnite, in modo da rallentare l’attacco avversario, mentre il fuoco dinamico consente di gestire in maniera più agile e veloce il fuoco delle catapulte, così da concentrare l’attacco su zone precise che poi saranno difficilmente ricostruite, se non con un grande esborso di energie e denaro.
Molto interessante anche l’introduzione del cosiddetto Record, una sorta di diario dove verranno registrate nel dettaglio tutte le nostre gesta. Avremo tra le mani quindi un approfondito libro di storia ricco delle nostre azioni che potrà raccogliere le oltre 100 ore di gioco della campagna principale. Sembra un dettaglio da poco, ma in molte occasioni il Record si renderà molto utile per analizzare le passate campagne e quindi riflettere in maniera ponderata e strategica sulle mosse future.
Quanto sei bella Roma quando è sera
Da quanto visto finora Total War: Attila porta in sé numerosissimi miglioramenti a livello tecnico di quanto già visto in Rome II. Il dettaglio è stato nettamente aumentato sotto tutti gli aspetti con texture e normal map più definite. Impressiona anche la rappresentazione del mare con shader di tutto rispetto, che regalano un livello di realismo senza precedenti. Il livello di dettaglio permette anche una maggiore differenziazione tra le varie location, con un’Africa ad esempio molto più soleggiata e lussureggiante rispetto alla piovosa Inghilterra. Anche lo zoom è stato migliorato con visuali ora amplissime ma sempre molto ben dettagliate. Questo elemento risulta naturalmente fondamentale dato che il campo di gioco in questo capitolo è quasi raddoppiato rispetto al passato.
Un more of the same insomma di quanto già visto in Rome che comunque non potrà che fare piacere agli aficionados del brand, ma aspettiamo la versione completa per darne un giudizio definitivo.