The Tomorrow Children – Hands On
Il panorama videoludico attuale è sempre più rivolto verso il comparto multigiocatore con titoli che fanno della componente sociale e cooperativa la base del proprio prodotto. Anche se non per tutti questo è un avanzamento del videogioco come tale, è impossibile non notare come questo aspetto multiplayer sia ormai una realtà consolidata che ha portato l’immissione nel mercato di prodotti contenenti esclusivamente un’esperienza “social”, con il conseguente perenne bisogno di una connessione internet attiva. Non è una sorpresa che questo tipo di videogioco abbia una folta schiera di sostenitori, ma dall’altra vi sarà sempre una fetta di videogiocatori a cui la cooperazione con altri utenti reali non provoca la stessa soddisfazione.
Quando durante l’E3 2015 sul palcoscenico Sony venne presentato con un breve trailer The Tomorrow Children, la reazione degli spettatori (e della stampa) non fu clamorosa, e il titolo sviluppato dallo studio indipendente Q-Games finì velocemente nel dimenticatoio. Il progetto però è rimasto vivo e in perenne lavorazione tanto che Q-Games offrì ai giocatori la possibilità di testare The Tomorrow Children dapprima con una “alpha” riservata ad alcuni giocatori pre-registrati, e ora con una “beta” aperta a tutti. Se la speranza degli sviluppatori era quella di fare discutere del gioco e farlo conoscere al pubblico, qualcosa è andato decisamente storto perché anche in questo caso il gioco rimase relegato a pochi affezionati fan del progetto originale (come il sottoscritto) e non si diffuse nel web e siti specializzati.
Ma proprio quando il gioco pareva essere in procinto di sparire del tutto ecco arrivare nelle scorse settimane da Sony la notizia dell’approdo di The Tomorrow Children in early-access (a pagamento) sul PlayStation Store, aggiungendo che il titolo sarebbe poi diventato free-to-play conseguentemente all’uscita ufficiale. Dopo aver quindi toccato con mano le due versioni preliminari, alpha e beta, abbiamo finalmente avuto la possibilità di vedere il prodotto di Q-Games nella sua quasi interezza, immergendoci nelle interessanti e originali meccaniche che lo contraddistinguono. Inizieremo con il rispondere alla domanda più comune su questo videogioco: “Cos’è The Tomorrow Children?”.
Uno sfortunato esperimento
Il mondo così come lo conosciamo oggi non esiste più. Nel 1967 uno sfortunato e misterioso esperimento ha trasformato il pianeta in una immensa distesa chiamata Void, e distrutto irrimediabilmente la materia fisica presente su di esso. Sebbene sia un luogo ancora non del tutto conosciuto pare che il Void abbia una coscienza propria e che reagisca quindi alle azioni dei giocatori. Questa enorme distesa bianca non è però priva di vita: su di essa poggiano le loro enormi zampe delle creature gigantesche chiamate Izverg, di cui parleremo più dettagliatamente procedendo nell’articolo. La civiltà umana non è però condannata all’estinzione: un’oscura organizzazione, di cui inizialmente non sappiamo nulla, sta cercando di ricostruire la propria nazione e per farlo si serve di noi.
Il giocatore in The Tomorrow Children vestirà i panni di un clone di proiezione, dall’aspetto simile ad una bambola di ceramica. L’organizzazione si serve dei cloni per riportare la civiltà alla rinascita e per farlo è necessario ripopolare delle piccole cittadine che verranno presentate al giocatore durante il suo primo viaggio in metropolitana e che sono esplorabili a piacimento. La chiave per la rinascita della specie umana è tutto riversato sulle “matrioske” che di tanto in tanto appaiono nel Void, e tocca a noi cloni andare a recuperarle e portarle nella città per ripopolarla.
Se non vi è chiaro il meccanismo alla base del gioco state tranquilli, all’inizio non era limpido nemmeno a noi anche perché una delle imperfezioni del titolo è proprio quella di non spiegare dettagliatamente le basi del gioco. A questo ha parzialmente rimediato Sony stessa, con un video-tutorial sul proprio canale YouTube (che vi proponiamo qui sotto). Lo stile di The Tomorrow Children è straordinario e anche se oramai il concept post-apocalittico viene fin troppo sfruttato, in questo gioco Q-Games è stata capace di offrire un panorama differente e originale.
Cloni come noi
I cloni di proiezione sono speciali forme di vita create appositamente per esplorare il Void. Non vi sono differenze tra il nostro clone e quello di un altro giocatore, se non per il vestiario tutti mantengono le fattezze di antiche bambole di porcellana. Vi sono tre categorie di cloni: la prima è quella del proletariato povero, poi vi è la borghesia (classe con cui inizieremo la nostra avventura) e infine la borghesia residente che è riservata ai veri patrioti del genere umano.
Entrare in confidenza coi comandi di gioco è molto semplice, poiché il clone potrà saltare, raccogliere e trasportare materiali e oggetti, assumere la modalità in prima persona e utilizzare oggetti e armi dall’inventario che si apre con i tasti direzionali. Ogni giocatore ha un proprio portafoglio, che contiene “moneta” spendibile per acquistare nuovi oggetti, armi, vestiti e altro. È anche possibile, tramite delle micro-transazioni, accumulare denari che possono essere spesi nel “mercato nero”, ossia un catalogo di oggetti speciali e illegali da reperire nei negozi delle città. È possibile trovare questi denari anche esplorando le cittadine ma risulta parecchio difficile accumularne solamente in questo modo.
Ogni clone ha 6 caratteristiche: destrezza, potenza, agilità, coraggio, patriottismo e forza. Ogni qualvolta accumuliamo punti esperienza a sufficienza ci verrà data la possibilità di aumentare di 1-2 punti questi attributi. Ad esempio la destrezza permette di lavorare con più velocità, mentre il coraggio di resistere per più tempo al buio. Va detto infatti che i cloni sono instabili e se esposti per troppo tempo all’oscurità subiscono danni che possono portare il giocatore alla morte. Per far fronte a questo difetto dei cloni è possibile utilizzare delle lanterne che ci rendono stabili al buio.
Risorse e Matrioske
Per far fronte ai consumi delle città il giocatore dovrà occuparsi di recuperare le risorse sufficienti al mantenimento. Queste sono: metallo, carbone, legname, diamanti e le riserve di cibo oltre naturalmente al recupero delle matrioske che permettono la rinascita del genere umano. Ma dove si trovano tutti questi materiali fondamentali per lo sviluppo della nazione? Il Void è un luogo misterioso e, forse per una propria coscienza collettiva, offre ai cloni la possibilità di recuperare i materiali.
Ma come? Tramite delle “isole” che di tanto in tanto appaiono all’orizzonte. Queste isole, dalla forma anche parecchio strana, sono quindi esplorabili liberamente e consentono la ricerca di risorse e di matrioske. Su queste strutture c’è molto da scoprire ma la prima cosa importante è sapere che non durano per sempre. Infatti l’isola dopo alcuni minuti svanisce, e la sua scomparsa è comunicata al giocatore tramite una sorta di terremoto, che ci fa capire di allontanarci, in particolar modo se siamo in alto e rischiamo di cadere nel vuoto.
Per arrivare dalla città all’isola è possibile utilizzare una sorta di autobus, visto che camminare sul Void è impossibile e se volete comunque provarci verrete quasi subito assorbiti dalla distesa. Il recupero delle risorse è attuabile tramite degli strumenti come pale e picconi, acquistabili dai negozi cittadini e che possiedono una propria resistenza, dopo di che si rompono. Le poche categorie di risorse, e la minima variabilità delle isole è un aspetto penalizzante da tenere in considerazione, ma ci aspettiamo miglioramenti in prossimità dell’uscita free-to-play.
Le città della speranza
Abbiamo parlato quindi delle risorse, ma in dettaglio come si fa a far crescere e a mantenere in vita la propria città? Una volta arrivato il carico di materiali dalle isole, tocca ai cloni trasportarli ai box corrispondenti (zone delineate sul quale devono essere posizionate le risorse). Le matrioske recuperate invece devono essere condotte in una speciale struttura e collocate su una piattaforma rossa che poi le utilizzerà per dare vita ad un essere umano. Ogni città ha un proprio pannello riassuntivo (che si visualizza col tasto Option) e che mostra al giocatore la situazione, ossia il fabbisogno energetico quotidiano, il consumo del cibo e altre informazioni importanti come la popolazione attuale.
Per accumulare energia sono presenti delle sorte di tapis roulant, sul quale il giocatore può correre e con una sorta di mini-gioco accrescere le riserve energetiche della città. Parte fondamentale di The Tomorrow Children è la costruzione di edifici, case, manifesti, torrette difensive e altri manufatti. Questo è possibile farlo in un laboratorio, presente ovviamente in ogni città, che consente la costruzione di queste strutture. Ogni elemento ha bisogno di quantità ben definite di materiali per essere edificato e inoltre, per rendere ancora più complesso questo aspetto, per poter costruire si dovrà sempre risolvere dei piccoli enigmi come posizionare dei numeri su una tavola, oppure spostare delle caselle.
Un esempio di questi mini-giochi è visibile qui sotto, ed è una meccanica parecchio interessante che aumenta di molto la difficoltà nell’edificazione. Purtroppo però l’enigma è risolvibile automaticamente tramite l’utilizzo dei denari di cui vi abbiamo parlato qualche paragrafo prima. Inoltre le strutture sono sempre identiche tra loro e questo alla fine rende le città più o meno tutte molto simili fra di loro.
Difese al massimo
Il Void non è privo di vita e su di esso trovano casa degli enormi esseri chiamati Izverg. Sono di tre tipi, o razze che dir si voglia: ragni molto veloci ma con una barra della vita molto bassa, esseri volanti non molto dissimili da pipistrelli e infine una specie di dinosauro ricoperto da una potente armatura. Non è chiaro la causa che ha portato alla nascita di queste creature ma una cosa è subito chiara: è necessario difendere le città ad ogni costo.
Questi esseri infatti possono essere pacifici, ma spesso e volentieri attaccano gli stabilimenti danneggiando le strutture e uccidendo i cloni. Ad esempio gli Izverg volanti possono lanciare delle bombe dall’alto, mentre i mostri dalle sembianze di sauro possono attaccarci con delle sfere di energia rosse. E’ quindi una parte importante del gioco quella di erigere delle torrette difensive anti-Izverg, anch’esse edificabili dal laboratorio cittadino. Su queste possiamo sederci e utilizzare una sorta di cannone per danneggiare le bestie.
Le munizioni non sono infinite e devono essere acquistate per tempo poiché restare senza munizioni durante un attacco sarà quasi sempre sinonimo di morte. Purtroppo gli attacchi dei mostri non sembrano avere enormi effetti sulla città, tranne l’uccisione dei cloni (che rinascono subito dopo) o il danneggiamento delle torrette. Una meccanica molto fine a sé stessa insomma, che porta il giocatore quasi a ignorarli. La sensazione di essere in costante pericolo è parte fondamentale del gioco e se risulta essere minimizzata o mancante il problema è enorme.
Un mondo online
Per concludere parliamo della componente cooperativa di The Tomorrow Children. Intanto bisogna dire che il titolo consente di giocare solamente con la connessione attiva, e non esiste quindi una modalità single-player off-line. Questo è ovviamente una conseguenza dovuta al concept del titolo, che vuole portare i giocatori a collaborare per la costruzione delle città e per il loro mantenimento. La cooperazione, con mia sorpresa, funziona molto bene e giocatori che non si conoscono riescono a capire molto bene come muoversi durante la fase di difesa, la raccolta o il trasporto dei materiali e così via.
Pesa però la mancanza di una vera storia e di quest che portino il giocatore ad affrontare delle sfide. Inoltre il comparto online soffre di alcuni problemi (forse a causa del gioco ancora in accesso anticipato), come alcuni crash durante le partite. Addirittura a volte i cloni degli altri giocatori svaniscono letteralmente nel nulla davanti ai nostri occhi. Ci aspettiamo per l’uscita ufficiale dei miglioramenti sensibili sotto questo aspetto, così come ci aspettiamo una netta ottimizzazione al comparto tecnico generale dove si nota più di un’imprecisione.
Eccoci arrivati alle considerazioni finali di The Tomorrow Children, che ricordiamo essere ancora in early-access e quindi non una versione definitiva del titolo. Il concept di gioco così come le meccaniche di crescita e raccolta delle risorse, funzionano alla grande e portano i giocatori a cooperare in maniera egregia. Dove il titolo perde il suo fascino è nella poca varietà delle città o durante gli attacchi di questi enormi mostri che sono poco chiari e non apparentemente troppo pericolosi. La poca chiarezza delle basi del gioco si accompagna ad una mancanza di missioni o quest che potrebbero annoiare presto il giocatore, e a un numero spropositato di compenetrazioni poligonali. Per i problemi invece riscontrati nel comparto online non ci sentiamo di bocciare il lavoro duro del team dalla scorsa “beta” che soffriva di numerose mancanze ma speriamo comunque in miglioramenti per la versione finale free-to-play. The Tomorrow Children è una perla del gioco cooperativo e siamo speranzosi di una versione finale idonea alle attese, considerando sempre il fatto che comunque vada il gioco resterà apprezzato solo da alcuni giocatori, a causa proprio della sua natura social.