The Great Ace Attorney Chronicles – Anteprima
Obiezioni e omicidi ai tempi del XIX secolo.
Se vi è mancato sfogliare il registro processuale come ossessi in cerca del giusto indizio per contraddire un testimone menzognero, siete nel posto giusto. Gli avvocati di Capcom stanno per tornare il prossimo 27 Luglio e siamo stati invitati a provare con mano una selezione di casi di The Great Ace Attorney Chronicles.
Se urlare a squarciagola “Obiezione!” non vi riporta alla memoria i gloriosi processi e le strampalate investigazioni della saga Gyakuten Saiban, è più che comprensibile. Dopotutto l’ultimo capitolo della saga ha visto la sua release sul suolo europeo nel 2016, dove il leggendario avvocato Phoenix Wright ha difeso il suo ultimo cliente nella serie di casi proposti in Phoenix Wright:Ace Attorney – Spirit of Justice.
Shu Takumi e il suo team non si sono tuttavia fermati nello scrivere e inscenare casi di omicidio, tutti da risolvere. Proprio nel 2015 hanno dato vita a uno spin off/prequel intitolato The Great Ace Attorney: Adventures, che ha dato alla luce un sequel diretto, Resolve, nel 2017. Purtroppo entrambi i titoli sono stati relegati al suolo giapponese, almeno fino a ora.
Il prossimo 27 Luglio potremo godere di entrambi i titoli inediti, proposti in formula unica, in un pacchetto chiamato: The Great Ace Attorney Chronicles. Chronicles è un tuffo nel passato: siamo ben lontani dalle moderne tecnologie di investigazione proposte nella serie di graphic novels originali e dovremo accontentarci di ben più modesti mezzi d’indagine. Il gioco è infatti ambientato nel XIX secolo e segue le vicende di Naruhodo Ryunosuke, giovane avvocato giapponese che si troverà ben presto in viaggio verso la Londra vittoriana al fine di sbrogliare le matasse di complessi omicidi avvenuti nella città.
La selezione di casi che ci è stata proposta da Capcom per questa anteprima di The Great Ace Attorney Chronicles ci ha visti presiedere aule di tribunale giapponesi e inglesi, tra gag e grotteschi grattacapi, fino a corroborare le poco argute deduzioni di Herlock Sholmes in persona (si, proprio lui). Il primo caso, ambientato in Giappone, è stato né più né meno che un tutorial guidato, atto a far familiarizzare i neofiti con le meccaniche base della serie. La sua natura introduttiva e il caso poco avvincente hanno fatto fatica ad appassionarci, sebbene la trovata narrativa di dover difendere noi stessi dalle accuse di omicidio fosse un’intuizione decisamente azzeccata.
Finito il primo caso, siamo stati lanciati nelle complesse orchestrazioni politiche londinesi, chiamati a difendere dall’accusa di omicidio un losco strozzino appartenente all’alta società della city (terzo caso). L’intera indagine ci propone di risolvere il mistero del delitto avvenuto all’interno di una carrozza in corsa e, come sempre, dovremo interrogare e sbugiardare testimoni e procuratore avversario.
La principale novità che abbiamo provato con mano riguarda la giuria. Mai apparsa nei precedenti capitoli e che invece risulterà fondamentale al fine di strappare al giudice l’agognato verdetto di non colpevolezza per il nostro cliente. Per accaparrarsi l’opinione del giurato, basterà collegare la sua affermazione con un’altra che la contraddice, semplice e decisamente efficace.
La saga di Ace Attorney ci ha abituato a vivere un intervallo tra le varie fasi di un processo, chiamati a esplorare le scene del delitto al fine di acquisire preziose prove da utilizzare nella successiva fase ambientata nell’aula di tribunale e parlare con sospettati e testimoni. Per vivere questa squisita dualità della graphic novel di Capcom, dovremo attendere il quarto processo. È proprio in questa fase che (per quanto riguarda i casi mostratici da Capcom) faremo la conoscenza di Herlock Sholmes e della sua giovane assistente.
Purtroppo per quanto saggiato durante la nostra prova, il Detective Herlock Sholmes non è solo nominalmente la brutta copia della sua controparte letteraria, ma con il suo umorismo poco convincente – e la grande mole di testo ad esso dedicata – è risultato decisamente fuori luogo. Il personaggio è salvato in toto solo dalla sua giovane assistente, con la quale riesce a formulare una tutto sommato coppia diegetica funzionale.
L’impressione generale è quella di trovarci di fronte a una versione semplificata della serie Ace Attorney, dove i casi sembrano essere dei fili conduttori volti a narrare la trama e gli sviluppi dei personaggi, mentre nelle precedenti installazioni della saga era tutto il contrario. Il singolo caso era protagonista dell’avventura, con personaggi e comprimari in grado sia di fungere da cornice narrativa, che di dare un piacevole senso di continuità, fino a divenire icone. In ogni caso, non vediamo l’ora di sviscerare entrambi i titoli e proporvi la nostra recensione nelle prossime settimane.