The Evil Within 2 – Provato
Non è passato poi molto da quando abbiamo avuto modo di mettere le mani sull’atteso The Evil Within 2, il survival horror sviluppato da Tango Gameworks e prodotto da Bethesda. Lo avevamo provato in occasione della scorsa Gamescom e di recente lo abbiamo rivisto durante un evento apposito in quel di Londra.
Durante la fiera tedesca avevamo avuto modo di giocare ai capitoli 2 e 3, i quali ci avevano introdotto nel nuovo incubo di Sebastian assieme a tutte le novità legate al gameplay, tra cui le nuove e gigantesche aree da esplorare in totale libertà con tanto di missioni secondarie.
Questa volta, invece, abbiamo affrontato il capitolo 5, che ci ha rimesso su un percorso più lineare e guidato per dimostrare come il gioco alterni le aree aperte a quelle più chiuse in base al contesto narrativo, mantenendo così una coerenza con gli eventi della trama. L’inizio di questo capitolo è iniziato nel peggiore dei modi, ovvero con una boss fight contro la guardiana, un disgustoso ammasso di corpi dalla silhouette femminile che richiamava non poco la Laura del primo The Evil Within. Per questo motivo è stato necessario prepararsi adeguatamente attraverso il nuovo sistema di crafting e sviluppo del nostro protagonista, Sebastian.
Come già spiegato nella nostro hands on della Gamescom, ora le armi e Sebastian hanno una progressione separata e non più condivisa. Le armi verranno potenziate investendo un tot di componenti per ciascuno dei 4 parametri disponibili: potenza di fuoco, mira, ricarica e capacità di munizioni. Sebastian si evolve invece in base ai classici Gel Verdi, necessari per sviluppare le caratteristiche del personaggio attraverso i vari rami che delineano le diverse categorie, come stealth, salute e resistenza.
Lo scontro contro la Guardiana si è rivelato relativamente semplice, in quanto l’arena era piuttosto grande e piena di elementi da sfruttare per procurare danni al boss sprecando pochissime munizioni. Farla finire su una trappola o sparare a della benzina in terra per darle fuoco sono stati solo alcuni degli stratagemmi ideali per danneggiarla, prima di iniziare a scaricarle tutto quello che avevamo nel nostro arsenale, prediligendo il fucile a pompa o il fucile da cecchino.
Una volta sconfitto il boss (stranamente al primo colpo e senza particolari difficoltà) siamo entrati in una specie di galleria d’arte fotografica e abbiamo cominciato una lunga traversata dell’edificio tentando di raggiungere il nostro prossimo obiettivo. Avanzare in questo luogo è stato abbastanza inquietante e ci ha tenuti in tensione per tutto il tempo grazie a un ottimo gioco di luci e ombre, ma soprattutto grazie a un incredibile regia virtuale: è terrificante attraversare un corridoio, raggiungere un vicolo cieco, voltarsi e notare che l’ambiente intorno a te è cambiato in un battito di ciglio senza che ce ne sia accorti.
Una volta raggiunto il nostro traguardo, un’altra boss fight ci si è parata davanti, questa volta con un essere deforme la cui testa richiamava una macchina fotografica. Questo battaglia in realtà era una gara di resistenza: l’obiettivo era tenere a distanza il mostro dal nostro obiettivo e far in modo che il tempo scadesse, il tutto senza ovviamente farsi ammazzare.
Al termine dello scontro abbiamo conosciuto Stefano, uno dei personaggi probabilmente antagonisti di questo nuovo capitolo, mentre subito dopo una cutscene ci introduceva al capitolo 6 e alla fine della nostra prova.
Siamo stati estremamente soddisfatti di aver messo le mani su The Evil Within 2 un’ultima volta prima dell’uscita del gioco, che ricordiamo sarà il prossimo 13 ottobre 2017 su PC, Playstation 4 e Xbox One. Le nostre uniche riserve rimangono al momento la trama (di cui sappiamo ben poco) e l’assenza di Shinji Mikami, le cui visione unita all’autorevolezza avevano reso unico il primo The Evil Within, ma ci riserviamo di dare un giudizio definitivo in sede di recensione. Anche perché, al netto di quanto appena detto, The Evil Within 2 sarà con ogni probabilità uno dei migliori horror di questo 2017 e noi non vediamo sinceramente l’ora di vedere come proseguirà l’incubo di Sebastian.