The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me – Anteprima

Supermassive Games è pronta chiudere la prima stagione dell'antologia horror, ecco i dettagli dell'atteso horror.

The Dark Pictures Anthology è la saga horror di Supermassive Games, prodotta da Bandai Namco: la serie è pronta a chiudere il cerchio con il quarto episodio in uscita il prossimo 18 novembre, intitolato per l’occasione The Devil in Me. Dopo un discreto esordio nel 2019 con Man of Medan e un più che discreto Little Hope nel 2020, il team di sviluppo ha cercato di proporre qualcosa di nuovo con il capitolo dello scorso anno The Dark Picture: House of Ashes: pubblico e critica hanno apprezzato la produzione di Supermassive anche se tutti concordano sul fatto che il titolo non sia riuscito innovare quanto basta la formula di gioco. Dopo aver provato in modo approfondito la build di The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me arrivata in redazione, possiamo affermare con certezza che il team di sviluppo a distanza di tre anni dall’esordio della saga The Dark Picture, è riuscito osare e proporre qualcosa di nuovo che porta alla formula di gioco ormai stantia, una boccata d’aria fresca.

The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me

La storia di The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me è ispirata a un vero fatto di cronaca: il team di sviluppo in questo capitolo ha raccontato un fatto accaduto negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, nonché il caso di Henry Howard Holmes. Il serial Killer H. H. Holmes: ispirato dall’imponente edificio World’s Fair Columbian fece costruire un hotel chiamato The World’s Fair Hotel, a seguito ribattezzato “Il Castello della Morte“. L’edificio suddiviso in tre piani non era altro che una trappola mortale per i visitatori, se il primo piano era utilizzato per accogliere i visitatori, il secondo e terzo piano erano composto da camere collegate tra loro, passaggi segreti, botole e da una camera di tortura dove H. H. Holmes intrappolava i visitatori e lentamente li uccideva. Braccato dalla polizia fu arrestato alla fine del 1894, H. H. Holmes sul banco degli imputati, rispose “I was born with the Devil in me?” alla pubblica accusa che si interrogava sul movente dietro i suoi crimini.

Condannato alla pena di morte per aver ucciso 27 persone anche se la polizia scopri i resti di oltre 200 corpi morì per impiccagione nel 1896.

The Dark Picture: The Devil in Me

Le vicende di H. H. Holmes fungono da incipit alla storia che viviamo in The Devil in Me. La storia di Supermassive Games è ambientata nel Castello della Morte e vede come protagonisti cinque ragazzi che fanno parte della troupe Lonnit Entertainment, alle prese con un doc-film dedicato ai serial killer. Arrivati a un punto critico con la produzione cinematografica, la troupe si trova alle prese con la realizzazione dell’ultimo episodio che sancirà nel bene o nel male il futuro della stessa e a questo punto per aumentare gli ascolti ed emergere dalla mediocrità i ragazzi sono convinti che realizzare l’episodio finale al Castello della Morte di H. H. Holmes sia la scelta giusta.

Dopo aver ricevuto un misterioso invito da un benefattore che li attende proprio nel vecchio hotel di H. H. Holmes, i ragazzi di Lonnit Entertainment colgono l’occasione e partono per l’hotel ma raggiunto l’edificio si rendono conto che nulla è come sembra e presto comprenderanno che il misterioso benefattore li ha condotti dritti in una trappola mortale.

The Dark Picture: The Devil in Me

Come anticipato all’inizio dell’articolo, Supermassive con The Dark Picture: The Devil in Me è riuscita inserire una serie di novità che rendono la formula di gioco più varia e meno guidata rispetto al passato. Il team ci ha sempre abituati ad una formula di gioco lineare e mai del tutto libera, con The Devil in Me il team è riuscito offrire una struttura di gioco aperta, l’esplorazione dell’ambiente di gioco non avviene su binari come in passato e questo permette al giocatore di gestire in modo autonomo telecamera e ritmo di gioco, permettendo al giocatore di scegliere se esplorare ogni angolo del Castello della Morte o proseguire dritto all’epilogo.

Nonostante la formula di gioco non sia stata stravolta, il giocatore avrà l’opportunità di correre, scavalcare ostacoli o arrampicarsi su sporgenze o scale, questa modifica offre maggiore varietà all’esplorazione dell’ambiente di gioco e ha permesso al team d’introdurre enigmi ambientali. Gli enigmi incontrati nella build ci hanno portato a ragionare e trovare una soluzione per raggiungere un punto sopraelevato altrimenti inaccessibile, tutto questo si è risolto muovendo un oggetto dello scenario, oggetto che a sua volta era utilizzato per generare una piattaforma temporanea in un’altra location. Nonostante i vari enigmi intravisti non sono stati particolarmente complessi, abbiamo trovato interessante la loro implementazione perché sono in grado di spezzare i ritmi di gioco. Sicuramente è una meccanica che varia la formula di gioco e offre interessanti risvolti narrativi, allo stesso tempo siamo curiosi di capire come il team l’ha utilizzato nel corso delle “circa” sette ore di gioco.

The Dark Picture: The Devil in Me

Supermassive con la serie The Dark Picture ci ha abituato seguire le vicende di quattro / cinque ragazzi, con The Devil in Me il team segue il filone e ci mette nei panni di cinque personaggi. Ogni personaggio è caratterizzato da peculiari caratteristiche che vanno a influenzare i rapporti tra i membri dello staff. Spicca per carisma il vecchio Charlie, regista e proprietario della Lonnit Entertainment. Charlie è un personaggio controverso e molto irrequieto, con i suoi modi burberi spesso si circonda di nemici.

Il suo cinismo lo porta a raggiungere il suo scopo, senza rendersi conto che l’intero team è contro di lui. A subire i malumori di Charlie troviamo Kate interpretata da Jessie Buckley. Kate è un personaggio forte e ambizioso ma spesso insicura e ansiosa e queste sue debolezze si ripercuotono sul gruppo e su Mark, cameraman ed ex fidanzato. Tra le file della Lonnit Entertainment troviamo infine l’aiuto regista Erin e Jaime, un personaggio con doti di leadership e carisma ma da un pesante passato.

The Dark Picture: The Devil in Me

Dopo aver giocato l’intera saga The Dark Picture e il recente The Quarry è innegabile che la formula di gioco inizi a risultare stantia, ma possiamo con certezza dirvi che Supermassive è riuscita introdurre alcune interessanti novità che rendono l’esperienza di gioco fresca e parecchio interessante. In questo capitolo il giocatore gestisce il personaggio non solo attraverso il monitor del tratto caratteristico peculiare, ma grazie all’interessante feature introdotta dal team, ogni personaggio possiede un oggetto “raro” e spetta al giocatore scegliere se tenerlo fino alla conclusione dell’avventura o scambiarlo per un altro oggetto. Questi oggetti unici possono essere utili in molteplici occasioni, nel nostro provato: “abbiamo utilizzato la card di Charlie per forzare l’apertura del registratore di cassa e utilizzato il microfono direzionale di Erin per ascoltare i suoni e farci strada nell’intricato secondo piano”; ogni oggetto può essere utilizzato per risolvere enigmi, condurre il giocatore a nuovi bivi narrativi o proiettare il giocatore in una situazione spiacevole, naturalmente tutto questo aggiunge un pizzico di varietà in più alla struttura di gioco e aumenta il fattore ansia di certe situazioni.

Interessante infine la possibilità di raccogliere oggetti e selezionarli o scambiarli con gli altri personaggi, peccato che tale aspetto siamo riusciti approfondirlo davvero poco, però siamo convinti che il team sia riuscito bilanciare in modo corretto tale feature.

The Dark Picture: The Devil in Me

Come da tradizione per la saga The Dark Picture, i trascorsi tra i personaggi e le loro debolezze possono essere un vantaggio al fine narrativo perché regalano al giocatore risvolti aggiuntivi all’avventura, retroscena o informazioni importanti che permettono al giocatore di fare determinate scelte durante l’avventura, ma al contempo questi aspetti diventano complessi da gestire soprattutto nei bivi narrativi e Supermassive con The Devil in Me rispetto al passato, preme sull’acceleratore, mettendo ancor più in crisi il giocatore con scelte cruciali. Anche in The Devil in Me i personaggi possono sopravvivere o morire tutti, alcune scelte seppur dettate dal senso di logica portano al triste destino e questo stimola il giocatore a ripetere più volte l’avventura per vedere tutti i possibili finali.

The Devil in Me

Il team come da tradizione non ha voluto imporre un finale e quindi spetta al giocatore, vivere e creare il suo finale migliore, quello che abbiamo potuto notare è che la storyline sostenuta da The Dark Picture: The Devil in Me scorre in modo fluido, risulta interessante e mai troppo banale. La build da noi provata su PC ha messo in mostro un  comparto grafico decisamente convincente. Le animazioni dei vari comprimari sono ben realizzate fluide e mai troppo legnose, ottima la qualità delle texture dei personaggi e delle ambientazioni di gioco, eccellente infine, il comparto sonoro sostenuto da un buon doppiaggio e da musiche che coinvolgono appieno il giocatore.

Il nostro provato non è stato esente da bug, purtroppo abbiamo riscontrato alcuni tagli netti in alcune sequenze cinematografiche e personaggi prima presenti e poi assenti dalla visuale della camera di ripresa, bug che la serie The Dark Picture si porta dietro sin dal suo esordio e dubitiamo che riesca sistemare da qui al lancio. Non mancano alcuni errori nella traduzione testuale dei sottotitoli, ma il team assicura che questi problemi vengono risolti entro il lancio del titolo.


The Dark Picture: The Devil in Me è ormai in dirittura d’arrivo e possiamo con certezza dirvi che l’ultimo capitolo della prima stagione horror di Supermassive Games ha tutte le carte in regola per risultare il più completo e vario. Ansia, terrore, elementi che ci hanno accompagnato per tutta la durata della build da noi provata, aspetti presenti anche nei capitoli passati ma, mai percepiti come in questo nuovo episodio. La build da noi provata seppur con qualche bug qua e là è riuscita sorprenderci e regalarci un’esperienza di gioco stimolante e mai piatta. In attesa di mettere le mani sulla build completa di The Devil in Me e sviscerare l’opera di Supermassive Games, vi invitiamo a giocare i precedenti episodi per godere appieno delle migliorie apportate in questo nuovo e ultimo episodio.

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