Tearaway – Tearaway
Per molte persone, pensare a Playstation 3 fa pensare per prima cosa ai due brand che più sono stati protagonisti su questa console. Ovviamente stiamo parlando di LittleBigPlanet ed Uncharted. Il primo titolo, creato da MediaMolecule, ha fatto senz’altro un enorme successo ed è rimasto nel cuore di molte persone. La casa software però ha deciso di andare oltre e tentare la fortuna con un nuovissimo brand mostrato all’E3, chiamato Tearaway, per PS Vita. Sarà all’altezza delle aspettative?
Un mondo di carta
L’inizio del gioco ci mette al corrente che il nostro mondo non è l’unico esistente. Ne esiste anche un altro, una dimensione alternativa dove tutto è fatto di carta e cartoncino, e i luoghi e gli esseri viventi sono veri e propri Papercraft. Estremamente originale e godibile, non faticherà a strapparci un sorriso sulle labbra, almeno fin quando questo mondo non verrà invaso dai “rifiuti” caduti dal nostro, pezzi di carta malvagi appallottolati che vengono appunto chiamati “Cartacce”. E sono giunti fin lì proprio perchè i nostri mondi sono connessi, basti guardare il sole. Sole dove ci sarà il nostro bel faccione a guardare il mondo di carta attraverso la fotocamera frontale di PS Vita. Gli abitanti di questo mondo ci venerano come un dio, chiamandoci “Tu”. Già, io sono un Tu. E anche tu sei un Tu. Siamo tutti Tu. Ma a parte questo, hanno decisamente bisogno di aiuto, poichè le Cartacce stanno devastando il loro mondo, e probabilmente io… Tu… noi… insomma, il giocatore è l’unico che può fare qualcosa. Scrivono quindi una lettera che deve essere consegnata dove si trova il sole, e il messaggero sarà la lettera stessa, che come il resto delle cose di carta, è viva. Iota o Atoi, questo il suo nome a seconda se lo sceglieremo maschio o femmina, iniziano quindi il loro viaggio verso quel Tu così lucente che li guarda dalla fotocamera.
Touch, touch ovunque
Sin dall’inizio dell’esperienza di gioco, è assolutamente chiaro che il centro focale del titolo sia il touch screen, così come il touchpad posteriore. Nel vagare di Iota (o Atoi), dovremo spesso dargli una mano noi dal mondo reale, sfruttando tali caratteristiche. Troveremo per esempio spezzoni di terreno che potremo letteralmente “bucare” con le nostre dita usando il touchpad posteriore, così da far spuntare le nostre dita in gioco e uccidere così le cartacce, od eventualmente spostare oggetti su cui Iota possa camminare per proseguire nel suo viaggio. Per il resto c’è ben poco che potremo fare, a parte il raccogliere cartacce stordite per lanciarle via e dar loro il colpo di grazia o avvicinarci a pacchi regalo disposti in luoghi segreti per “scartarli” con le dita sul touch screen ed ottenere così collectibles in ogni livello. Oltre a fare ciò, già verso l’inizio del gioco ci verranno dati dei divertenti elementi di personalizzazione. Primi tra tutti, occhi, bocche e adesivi vari per creare l’aspetto di Iota come piace a noi, comprabili ed espandibili con i coriandoli che troveremo in giro per gli stage come moneta di gioco. Poi ci verrà affidata una macchina fotografica, con la quale potremo non solo scattare screenshot che verranno salvate nella memory card dell nostra PS Vita, ma con essa potremo anche ridare i colori ad eventuali oggetti “bianchi” che troveremo sulla nostra strada. Scattare una foto ad uno di essi lo riporterà quindi alla normalità e ci regalerà anche un vero e proprio papercraft di quel determinato oggetto che potremo scaricare e stampare dal sito, dal nostro account ove troveremo tutti i lavori sbloccati in questo modo.
In ogni caso il gioco non sarà tutto qui, ma otterremo vari poteri proseguendo nella nostra avventura e che sbloccheranno in questo modo anche nuovi enigmi da risolvere. Se all’inizio si tratta solo di piegare la carta col touchscreen o spostare oggetti o suonare tamburi che ci faranno volare in alto col touchpad, più avanti otterremo anche il salto, e, tramite la pressione del tasto cerchio, l’abilità di appallottolarci in una pallina di carta per rotolare in giro e oltrepassare spazi angusti, così come distruggere eventuali trampoli usati dalle cartacce per romperci le uova nel paniere.
Speranze e perplessità
Graficamente il titolo è molto originale e gradevole, e anche le musiche e il doppiaggio italiano sono molto ben fatti. Il primo impatto è quindi senz’altro eccellente, così come fu ottimo quello di LittleBigPlanet. Purtroppo in termini di gameplay Tearaway non è minimamente interessante quanto il suo vecchio cugino, e dà più l’impressione che i MediaMulecole si siano adagiati sugli allori contando di più sull’originalità dell’impatto grafico piuttosto che sul gioco stesso, che almeno dalle prime fasi rischia di essere molto monotono e poco ispirato. Speriamo ovviamente di sbagliarci, ma questo potremo scoprirlo solo mettendo le mani sul gioco completo.