Suicide Squad Kill the Justice League ANTEPRIMA | L’avvento della Suicide Squad
Grazie a Warner Bros abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima Suicide Squad: Kill The Justice League: ecco le nostre prime impressioni!
Con il nostro articolo Suicide Squad Kill the Justice League ANTEPRIMA parliamo del primo progetto di Rocksteady dopo l’ottima serie di Batman Arkham e, dati i precedenti, le aspettative su questo titolo erano molto alte. È stato probabilmente anche questo, oltre ai vari rinvii (ricordate? Cliccate qui per un breve recap), a far cadere, e anche di molto, l’hype che si era creato dopo l’annuncio: non appena sono stati mostrati i primi gameplay al pubblico, Suicide Squad ha visto scomparire quella nutrita fetta di fan che attendeva la sua uscita con trepidazione.
A far sorgere i dubbi fra i giocatori sono state sia il genere del titolo, ossia strutturato come un Game as a Service, che l’assegnazione a Rocksteady di un titolo dal genere molto diverso dal filone intrapreso con Batman. Riguardo i Gaas si ritiene da tempo che tale filone non abbia più molto da dire e le produzioni come quella di Avengers, del 2020, ne sono una probabile dimostrazione: il titolo è poco ispirato e poco diversificato, finendo per risultare molto ripetitivo dopo non molto tempo.
Qualche settimana fa abbiamo avuto la possibilità di provare Suicide Squad: Kill The Justice League in anteprima ed oggi possiamo finalmente parlarvi delle nostre impressioni al riguardo.
Suicide Squad Kill the Justice League ANTEPRIMA | Il punto di partenza
Lo starting point di Suicide Squad è quello che ormai potremmo definire un classico quando si parla della squadra suicida: la Waller ha catturato quattro dei peggiori criminali dell’universo DC, assicurandosi la loro obbedienza grazie all’esplosivo impiantato all’interno del loro corpo. Di conseguenza Harley Quinn, Deadshot, Captain Boomerang e King Shark si vedranno costretti, controvoglia, ad obbedire agli ordini di Amanda Waller, formando così la Task Force X detta anche Suicide Squad.
Non ci vorrà molto affinché i quattro criminali si trovino a proprio agio, soprattutto quando gli viene dato il libero accesso alla Sala della Giustizia per fare incetta dei gadget e delle armi dei loro acerrimi nemici ma ben presto si presenta anche il rovescio della medaglia, d’altronde la Waller li ha reclutati per un motivo. Metropolis infatti è stata invasa da Brainac che ha ben presto soggiogato buona parte della popolazione ma soprattutto degli eroi della Justice League, che adesso sono sotto il suo comando. Indovinate a chi toccherà risolvere il problema? Ve la sentite di uccidere lo stesso Batman che avete impersonato qualche anno fa?
Già, gli eventi di Suicide Squad fanno parte dello stesso universo della serie Batman Arkham, giusto cinque anni dopo la conclusione di Akham Knight, seppure le tinte siano totalmente diverse rispetto al passato: non cambia infatti solo il genere del titolo ma anche l’ambientazione, in quanto ci si ritrova in una Metropolis molto diversa dalla Gotham a cui ci siamo abituati, sebbene ci sembri che sia stata ricostruita con altrettanta cura.
Obiettivo: lavoro di squadra?
Sebbene Suicide Squad sia costruito come titolo giocabile anche in single player, ci dice in tutto e per tutto che va giocato insieme ad altri giocatori. Il tipo di esperienza gioca molto sul gioco di squadra anche se spesso finisce per essere limitante sotto alcuni punti di vista: infatti se uno dei giocatori si allontanerà un tantino più del dovuto dal team, la bomba impiantata nella sua testa esploderà, spedendolo all’altro mondo. Pur essendo giustificata da ragioni narrative, la soluzione non è proprio il massimo quando la si cala nell’ambito del gameplay.
Quest’ultimo inoltre si rivela essere molto dinamico ma anche estremamente caotico nelle fasi di battaglia. Le truppe aliene che pattugliano Metropolis non si limiteranno ad attaccare la Squadra Suicida solo all’interno delle missioni ma anche durante le fasi di esplorazione libera. Soprattutto durante queste si nota che Rocksteady ha dato molta verticalità al gioco, diversificando anche i movimenti dei personaggi: si potrà avvertire la “leggerezza” di Harley così come la pesantezza di King Shark nei loro movimenti.
Ovviamente tali meccaniche si riflettono anche negli scontri dove King Shark è il classico tank duro da buttare giù, Deadshot rappresenta un’ottima scelta nel tiro dalla distanza, Captain Boomerang invece punta sullo spostamento veloce e sfuggente per infliggere danni e poi scomparire, Harley è invece la classica assassina dai movimenti leggiadri e acrobatici. Ovviamente tutti saranno personalizzabili sotto vari punti di vista, alberi delle abilità compresi!
Le missioni inoltre sono strutturate in modo da essere rigiocabili, senza allontanarsi però dai metodi classici, come il proteggere un obiettivo statico o sterminare ondate di avversari. La prima impressione che abbiamo avuto è che, pur essendo altamente rigiocabili, non è detto che a tutti vada di farlo: il metodo di gioco infatti non ci ha invogliato molto alla ripetizione di determinati compiti, quanto al massimo incuriosito riguardo alla trama.
Rocksteady infatti sembra aver tentato, riuscendoci, di inserire degli inframezzi ben studiati sia registicamente che scenograficamente. L’ esperienza maturata con i suoi precedenti titoli ha fruttato allo studio la capacità di aver ben chiara l’idea di come si strutturano le cutscene in modo da farle rendere al meglio. Tuttavia questo non sembra sposarsi benissimo con la struttura che è stata scelta per Suicide Squad.
Quanto Squad e quanto Suicide?
La netta impressione che abbiamo avuto durante questa prova di Suicide Squad: Kill the Justice League è stata che Rocksteady, per quanto impegno ci stia mettendo, sta costruendo un titolo che va fuori tempo massimo. Non è tanto la qualità il problema, quanto la struttura dei GaaS che ormai sta facendo, anzi forse ha già fatto, il suo tempo. Nelle poche ore che ci sono state concesse si è notato che la struttura, anche essendo rigiocabile, si rivela fin troppo ripetitiva.
Ciò che potrebbe avere invece qualche spunto interessante è la componente narrativa: Rocksteady negli anni ci ha abituato a degli ottimi risultati sotto questo punto di vista e, incrociando le dita per evitare clamorosi strafalcioni, ci aspettiamo belle sorprese.