Stellar Blade – PROVATO della Demo
La demo di Stellar Blade ci pone dinnanzi a un action solido e sorprendentemente curato, seppur derivativo.
Stellar Blade è, in un certo qual modo sorprendentemente, uno dei giochi più attesi di questo 2024 e la demo non farà che aumentarne l’hype. Nella sua breve durata, la prova della prossima esclusiva Sony si è dimostrata molto migliore di quanto non si potesse intuire dai trailer.
Nel suo essere un titolo fortemente derivativo, Stellar Blade ha delle qualità non da poco, principalmente lato gameplay. Pur essendo un gioco che dubito rimarrà nella storia quanto la sua principale ispirazione (cioè Nier: Automata), non vedo l’ora di poterlo continuare.
Stellar Blade, sotto alla superficiale ispirazione a Nier si nasconde un action che fonde elementi di tanti altri titoli concorrenti.
La Demo di Stellar Blade mi ha permesso di provare circa un’oretta di gioco, comprendendo anche il boss aggiuntivo che si sblocca finendo il livello proposto inizialmente. Si tratta quindi di una prova corta ma che mi ha saputo convincere appieno su un titolo che mi incuriosiva, anche senza darmi grosse aspettative.
La star dello spettacolo è senza dubbio il combattimento, principalmente comparabile alla danza difensiva di Sekiro con qualche meccanica più comune nei giochi contemporanei, come delle skill di danno attive e delle semplici combo di attacco pesante e leggero.
Ciò che mi rende ottimista sulla qualità del titolo di SHIFT UP è il fatto che hanno azzeccato le opzioni difensive. Se avete letto i miei articoli sul buon “Lies of P” saprete che reputo le opzioni difensive la cosa più importante in un souls-like.
Se schivare e parare ha un brutto feeling, o il parry ha una finestra di attivazione scomoda (come appunto nel caso di Lies of P) allora il resto del gameplay ne risentirà. Specie in un genere pensato per essere difficile come il souls-like.
Stellar Blade non è prettamente souls-like, ne usa solo diverse meccaniche, tuttavia è in grado di sfruttare la bellezza dei combattimenti del genere, grazie proprio alla responsività di parata e schivata. A dirla tutta, la schivata ha qualcosina che non va ma fortunatamente si sblocca un upgrade in stile “Mikiri” che la migliora di molto.
Più Darksiders che Nier
Il feeling generale che mi ha lasciato Stellar Blade è simile a quello che provai con i tre Darksiders. Si tratta di un gioco che si ispira apertamente a tantissimi titoli differenti, dal concept di Nier, al combattimento di Sekiro alla struttura di gioco da adventure game vecchio stile di decine di titoli Playstation 2 e 3.
Eppure non mi è sembrato una scopiazzatura priva d’anima. Invece la sensazione è quella di un team di giovani creatori che stanno cercando di creare la loro versione di altre opere che amano profondamente.
I fan di Darksiders avranno probabilmente dei deja-vu del terzo capitolo, mettendo le mani su Stellar Blade. I due giochi sono molto simili ma i valori produttivi di quest’ultimo sono decisamente più alti rispetto a Darksiders III e pure il combattimento è più responsivo e soddisfacente.
Liquidare Stellar Blade con un semplice “è Darksiders III bello” sarebbe molto sminuente, tuttavia rende l’idea generale. A dargli una marcia in più sono le musiche eccezionali e la grafica ben curata… per quanto sull’estetica non sono ancora pronto a esprimere un giudizio.
Ed è proprio da questo punto che mi voglio collegare a ciò che, nella demo, mi ha entusiasmato meno.
Un inizio poco ispirato
La storia di Stellar Blade è l’elemento più ispirato a Nier Automata, almeno da quanto ho potuto discernere dalla breve demo. Il prologo presenta una situazione identica al primo atto dello spettacolo teatrale Yorha, prequel di Automata con protagonista A2.
Tuttavia in questo campo ho trovato ciò che temevo di ritrovarmi anche nel gameplay: una scopiazzatura superficiale. SHIFT UP non sembra intenzionato, come studio, ad affrontare temi impegnativi o porre domandi esistenziali come ha fatto invece Taro con i due Nier.
Le prime scene di gioco si aprono con una banale battaglia nella quale la squadra di Eve viene massacrata, lasciandola sola e ferita. Su carta, non è troppo diverso dal primo atto di Yorha o persino dal prologo di Automata, tuttavia manca una base di interesse nella scrittura.
Eve non viene caratterizzata in nessun modo, così come gli altri personaggi. Non c’è alcun attaccamento verso gli eventi presentati, né alcuna domanda rivolta al giocatore. Come se tutto fosse una semplice messa in scena, non molto intrattenente a causa di una regia semplicistica e di dialoghi inesistenti.
La demo di Stellar Blade mi ha lasciato convinto in tutto meno che per la storia. C’è un intero gioco per convincermi anche sotto questo aspetto ma ad ora il protagonista dell’esperienza è senza dubbio il gameplay. E questo non è da prendere come un difetto, anzi.
Il sistema di gioco è solido, il combattimento è eccezionale e le due boss-fight disponibili sono di vari gradi superiori a gran parte della concorrenza, specie se volete considerare Stellar Blade come un Souls-like.