Gamescom 2018: Provato Starlink: Battle for Atlas
Durante questa Gamescom 2018, allo stand di Ubisoft, abbiamo potuto provare uno dei titoli più interessanti in dirittura d’arrivo in questo prossimo autunno 2018, Starlink: Battle for Atlas.
Starlink si presenta come una sorta di di incrocio tra No Man’s Sky e Starfox. Un gioco spaziale con un open world di ampio respiro, che si basa sull’esplorazione e l’interazione con NPC, ma non solo. Anche la customizzazione e la messa a punto della propria nave gioca un ruolo importantissimo nell’economia del gioco. Assemblare la propria nave sarà un vero gioco da ragazzi, dato che non dovremmo fare altro che scegliere le varie componenti e montarle assieme… Letteralmente!
Si, perché l’idea, piuttosto innovativa, di Starlink è che sia le navi, che i loro componenti e anche i vari piloti, saranno acquisibili, e quindi giocabili, dopo l’acquisto di un determinato pupazzetto in plastica.
Oltre ai personaggi, sarà possibile assemblare in tutto e per tutto anche la propria nave. E parliamo di scocche, ali e impennaggi vari e, ovviamente, armamenti. Ogni componente verrà riprodotto come un pezzo di giocattolo componibile e messo in vendita sia separatamente che in svariati tipi di bundle.
Al di là del gioco in se stesso, che prevede esplorazione planetaria, scansione di elementi, forme di vita e missioni varie, il tutto rappresentato con una grafica pulita e molto fluida, il vero divertimento sarà assemblare , anche durante le più concitate sessioni di gioco, il nostro veicolo a piacimento. Letteralmente. Durante una partita potremo cambiare tipo di armamento e di equipaggiamento in genere soltanto smontando e rimontando il modellino modulare (mi perdonerete il gioco di parole) a nostra disposizione, con gli equipaggiamenti e gli armamenti che più ci aggradano.
Si, perché la vera innovazione di questo nuovo Starlink sta proprio nel fatto che a schermo e, più importante, in gioco, la nostra nave muterà in tempo reale a come si assembla (o danneggia) il modellino e i pupazzi personaggi che ci verranno forniti in dotazione o che, ovviamente, acquisteremo in separata sede. Si, perché il nostro bel modellino customizzato andrà incastrarsi sull’apposito supporto in dotazione con la versione base, supporto che andrà diligentemente agganciato al nostro fidato controllerà, grazie a uno specifico supporto in dotazione con ogni confezione base del gioco, assieme a un determinato pilota, alcune parti di navicella e un paio di armamenti differenti.
La particolarità di Starlink, tolto il gameplay ad ampio respiro, sarà proprio questa: collezionare personaggi, pezzi di nave ed equipaggiamenti. In versione fisica, reale. Un po’ come è già successo in passato con Amiibo e Skylanders.
I pupazzetti e i modellini sono davvero di ottima fattura, ma fanno pensare a un costo decisamente tendente all’alto per questo tipo di prodotto. Prodotto che, non dimentichiamolo, farà sena dubbio gola a una fascia di utenza molto acerba. Che massimizza nel consumatore finale, un senso di dubbio: sarà un gioco adatto a me?
Al di là di questo, Starlink si presenta senza dubbio come un titolo discreto, magari che non punta alla vetta della classifica, ma che si dimostra ugualmente divertente e, per certi versi, anche innovativo.