Starcraft II: Heart of the Swarm – Anteprima Starcraft II: Heart of the Swarm

Il cuore dello sciame. È questo il nome dell’espansione di Starcraft II, che insieme al suo predecessore è uno dei titoli per PC più acquistati dell’ultima decade. La formula vincente adottata dalla Blizzard per questo fantascientifico RTS (acronimo per Real-Time Strategy) non è stata modificata nel corso degli anni e ancora adesso ci viene riproposta senza particolari sorprese: i protagonisti infatti sono sempre gli stessi, quindi Terran, Protoss e Zerg. Questi sono diventati ormai delle vere e proprie fazioni per tutti gli amanti di questo titolo in quanto, grazie alla possibilità di giocare online, chiunque può scegliere di prendere il pieno controllo di una delle tre razze e sfidare i giocatori di tutto il mondo.

 

Mentre in Starcraft II: Wings of Liberty la campagna era incentrata sulla razza dei Terran, Heart of the Swarm premette che questa volta saranno gli Zerg i protagonisti assoluti. Al momento la beta gira solamente intorno al multiplayer, ma riguardo al single player sappiamo che è stato introdotto un sistema simile a quello visto in Warcraft 3: sarà possibile, infatti, comandare direttamente Kerrigan, la regina delle spade, e metterla a capo delle forze Zerg per tutta la durata della campagna. Inoltre, prima di ogni missione, verrà data la possibilità di scegliere quali tra le sue abilità utilizzare sul campo di battaglia, che siano queste difensive o puramente offensive. Ma anche le unità vogliono la loro parte, e come nel primo capitolo abbiamo tratto vantaggio dagli upgrade alla fanteria e alle unità meccaniche, questa volta abbiamo la possibilità di mutare i nostri insetti e usufruire così di tutti i benefici di una vera e propria evoluzione delle specie. Lo spazio alla personalizzazione della razza Zerg sarà completo, con vantaggi quali ad esempio la scelta strategica utilizzata per raggiungere l’obiettivo delle singole missioni: qualora si voglia essere aggressivi e spazzare via ogni ostacolo, oppure temporeggiare fino al possedimento di un’armata spaventosa, o anche solo difendersi mentre si va caccia di tesori sfruttando tutte le risorse del pianeta, tutto ciò sarà il fulcro della campagna e il giocatore ne sarà coinvolto a 360 gradi.

Impatto più solido a livello di gameplay lo avrà senz’altro il set di unità nuove che è subito testabile nella beta (essendo appunto puramente multiplayer) e che tuttora è soggetto a numerose patch di bilanciamento per evitare di stravolgere l’equilibrio tra le razze e renderne una particolarmente più potente delle altre. 
 
 
 
Cominciamo coi Terran: l’unità più interessante è la Widow Mine, una simpatica mina ragno che per funzionare ha bisogno di essere sotterrata, in modo tale da essere anche invisibile al nemico. Al primo sfortunato che ci capita sopra, lancerà un missile che può raggiungere le unità aeree, disintegrando il bersaglio principale e danneggiando tutte le unità attorno; un’ottimo aiuto per avere più controllo sulla mappa. La seconda unità è la trasformazione delle famose Hellion: si chiama Hellbat e ricorda un po’ i Transformers, ha comunque un lanciafiamme sopra la testa ma sacrificherà la lunghezza della fiamma per aumentarne l’ampiezza ( comunque situazionale in quanto è possibile cambiare modalità con un semplice tasto ).
Passiamo ora ai Protoss. Le 3 nuove unità sono tutte volanti e hanno un look veramente delizioso, oltre ad essere un conglomerato di utility degno di nota. Se prima la Mothership era troppo costosa , adesso c’è la possiblità di creare, con veramente poche risorse, la Mothership Core, in grado di utilizzare diverse abilità: potenziare un Nexus per 1 minuto e renderlo capace di sparare raggi laser ai nemici con un range impressionante, teleportare tutte le unità vicine al Nexus selezionato (abilità che già aveva la Mothership) e infine rendersi capace di vedere le unità invisibili e le allucinazioni per 30 secondi; quando si ha abbastanza risorse e si vuole fare l’upgrade, con un semplice click e un centinaio di secondi avremo l’evoluzione in Mothership. La seconda unità si chiama Oracle ed è molto versatile. È veloce, ha un’abilità che garantisce la visione delle unità o strutture nemiche in un area selezionata per 60 secondi, può creare un "Time Warp" che rallenta del 50% tutte le unità nemiche in un’area per 30 secondi ed eventualmente può attaccare le unità di terra sacrificando un po’ della sua energia ogni secondo. Ultima ma non per importanza è la punta di diamante delle unità volanti di questa espansione: i Tempest, infatti, sono privi di abilità e hanno un movimento e un attacco molto lenti, ma compensano con un range vastissimo e un danno notevole, specialmente contro le unità aeree massive. Usate in combo con una Mothership Core possono sferrare attacchi a sorpresa in grado di arrecare danni irreversibili, per poi tornare in base al sicuro in un batter d’occhio.
Infine abbiamo i nostri protagonisti Zerg, i quali hanno due nuove unità che contribuiranno a infastidire il nemico. Il primo è un insetto chiamato Swarm Host, dalle somiglianze di un paguro e apparentemente innocuo, ma che in realtà si porta dietro tante piccole uova le quali, una volta nascostosi sotto terra, si schiuderanno ogni 25 secondi per rilasciare due locuste controllabili e che moriranno dopo altri 25 secondi per lasciare spazio alle nuove arrivate. Viper, invece, è l’unità che sembra avere più impatto tra le linee Zerg: questo insetto volante ha un costo più alto delle Mutalisk, ma non richiede la Spire per esser creato e ha due abilità in grado di svoltare le sorti di una battaglia. Una di queste, infatti, prende un’unità qualunque, compreso le massive, e la trascina accanto a se; l’altra, crea una nuvola nell’area selezionata che per 14 secondi rimuove il range alle unità di terra, rendendole melee dentro di essa. Tutto ciò consuma parecchia energia, ma con una terza abilità è possibile consumare la vita delle proprie strutture per tornarare al massimo della potenza.
 
 
 
Tirando le somme, quindi, dal punto di vista del multiplayer Heart of the Swarm è un’espansione piena di novità e di feature incentrate sull’eSport, come la possibilità di riprendere un game tramite il suo replay nel caso in cui questo fosse stato interrotto (da una disconnessione o da un qualunque altro problema) , oppure giocare nei server degli altri continenti senza bisogno di cambiare client. In ogni caso, nonostante manchino circa 2 mesi alla data di uscita del gioco, le nuove unità continuano ad essere ribilanciate o addirittura completamente reworkate: a prodotto finito potremmo trovarci alcune sorprese tra le nostre armate e questo non può far altro che aumentare l’hype.
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