Splatoon 2 – Provato
Nintendo Switch è da poco nelle nostre mani e, se avete per caso finito The Legend of Zelda: Breath of The Wildì, sicuramente state già pensando a come ampliare la vostra libreria di giochi per la nuova console ibrida della Nintendo. Sfortunatamente, nel panorama attuale, le scelte di qualità e inedite sono davvero poche e i grossi calibri per ora hanno marcato visita, se vogliamo fatta eccezione per il mai troppo consigliato Shovel Knight.
In una situazione del genere, soprattutto se non possedete una PS4 con la quale impegnarvi nel vostro RPG preferito del momento, i fan Nintendo sono alla ricerca di qualsiasi cosa per mettere alla prova il loro nuovo gingillo e allora viene comodo anche questo risicato Global Testfire di Splatoon 2, in pratica uno stress test per i server di qualche ora mascherato da grande evento.
Solo per infatti qualche slot di un’ora nel weekend tra il 24 e il 26 Marzo, Nintendo ha messo a disposizione un client del suo colorato TPS contenente due mappe, quattro loadout di armi e tanto divertimento, per acclimatare i giocatori al seguito di una delle nuove IP più sorprendenti degli ultimi anni di storia della Grande N, in arrivo su Nintendo Switch ufficialmente quest’estate. Anche noi di Gamesource ft. VGNetwork abbiamo così potuto mettere le mani – di nuovo, dopo l’evento di presentazione – sul gioco e siamo qui a raccontarvi come sta procedendo lo sviluppo.
Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più
Splatoon cadde come un fulmine a ciel sereno sulla fine ciclo vitale di Wii U. Nintendo molto raramente mette EAD a lavorare su nuove proprietà intellettuali e ancora più raramente – praticamente mai – si era cimentata nello sviluppo di uno sparatutto dall’anima competitiva. Niente droni, mech o AK-47 però: in Splatoon si combatte all’interno di arene dal “look” portuale o urbano, nelle quali 8 ibridi uomo/calamaro vestiti di tutto punto si sfidano per colorare con il proprio inchiostro la maggiore percentuale di superfici.
Se poi nel fare questo si finisce per eliminare uno degli avversari e rimandarli alla casa base per qualche secondo, benissimo, ma le “kills” restano soltanto un elemento secondario allo “schizzaggio” a base di inchiostro colorato delle arene. Grazie a un design molto ingegnoso, un gameplay intuitivo ma efficace e anche a una modalità single player convincente, Splatoon si era portato a casa un ottimo successo di critica e anche di pubblico, dando per breve tempo una nuova linfa alla morente Wii U, almeno nel mercato giapponese e finendo anche per sfociare nel circuito eSports.
Quello che gli mancava per assurgere all’Olimpo degli sparatutto era certamente più varietà, in termini soprattutto di mappe e modalità e anche un po’ di profondità nel loop di gameplay, che risultava stagnante dopo qualche partita, cosa che non accade certamente in produzioni come Battlefield 1 o Titanfall 2, per fare due nomi eccellenti.
Quando Nintendo, al suo notturno evento di presentazione di Switch, annunciò sul palco l’arrivo di Splatoon 2 sulla sua nuova ammiraglia moltissimi, incluso il sottoscritto, esultarono. Non solo perché un titolo tanto amato stava per fare ritorno, ma perché, con il dovuto tempo e migliorie, Splatoon 2 poteva veramente chiudere il cerchio, diventare quello che l’originale non era riuscito per poco a diventare ed entrare di prepotenza in un mercato che quest’anno vedrà – tra gli altri – un nuovo Star Wars Battlefront, Destiny 2 e COD WWII (sarà vero?).
Entusiasmo che però si smorzò decisamente al primo trailer gameplay: non c’era niente di sbagliato in Splatoon 2, ma non c’era apparentemente neanche nulla di nuovo. Nuove armi? Sì. Nuove mappe? Certo. La portabilità? Sicuro. Ma tracce di un vero seguito si facevano fatica a intravedere, in quanto i comparti tecnici sembravano quasi inalterati, con lo stesso stile grafico e artistico, il gameplay apparentemente uguale, lo stesso limite di giocatori (8) e nessuna novità o rivoluzione che ci si potrebbe aspettare da un seguito.
Global Testfire
Purtroppo nostro malgrado dobbiamo confermare che dopo la prova con mano del Global Testfire di queste ultime ore, Splatoon 2 resta divertente e geniale, ma offre una netta sensazione di déjà-vu al giocatore, quasi come se fosse stato catapultato direttamente nella sua ultima partita su Wii U.
Tutto, dai menu, al gatto che mostra i risultati, alla grafica (720p al momento, molto buona in portatile, meno su TV, anche se nettamente migliorata dall’evento di gennaio), alle armi e alle nuove mappe – chiamate The Reef e Musselforge Fitness – ricorda da vicino il titolo originale. Dopo aver trovato la partita e scelto il loadout tra i 4 presenti infatti ci siamo ritrovati nella classica modalità Turf War a colorare tutto con i nostri fucili a inchiostro, come da tradizione.
Il gameplay quindi, a parte qualche pulsante rimappato, resta lo stesso, molto più godibile tramite Pro Controller che in modalità handheld, dove è praticamente obbligatorio dover disattivare la mira tramite giroscopio se non volete vomitare dopo tre minuti.
L’aggiunta più interessante del Testfire sono certamente le pistole Splat Dualies, le quali offrono una discreta innovazione nelle tattiche classiche di Splatoon se selezionate: assieme al loro fuoco incrociato infatti, il nostro Inkling acquista la capacità di rotolare sul terreno (spendendo inchiostro tuttavia), utilissima per schivare il fuoco avversario. Questa nuova arma è ovviamente molto popolare in queste partite in quanto new entry, siamo sicuri che entrerà nell’arsenale di moltissimi anche nella versione finale del gioco.
Oltre a questa nuova arma sono state aggiunte nuove mosse finali, tra cui un potente jet pack che permette di sparare dall’alto, sebbene ci renda un obbiettivo facile per chi si trova su superfici elevate, e nuovi gadget, come la granata Curling, che si ispira al bizzarro sport invernale. Tutte funzionano bene, divertono e sono ben integrate nel mondo di Splatoon; quello che sembra un po’ sacrificato è lo Splattershot originale, la cui ampiezza di sparo sembra essere stata ridotta, tanto da rendere le Dualies una migliore scelta per chi apprezza un’esperienza di gioco più simile a quella di un Assault Rifle classico da FPS.
Splatoon ha deciso cosa fare da grande? Forse no
Nintendo sta facendo un ottimo lavoro con Mario Kart 8 Deluxe, proponendo una versione “GOTY” con evidenti miglioramenti nel frame-rate, nella risoluzione, contenente tutti i DLC e “onesta” nel definirsi solo una versione definitiva, un port del titolo originale su Wii U. Splatoon 2 ci è sembrato prendere lo stesso approccio, forse solo con qualche mappa in più e una nuova e – si spera – valida campagna singolo giocatore (la quale molto probabilmente rimarrà comunque un divertissement secondario da un paio d’ore), tuttavia definendosi arrogantemente Splatoon 2, un vero sequel senza le caratteristiche di un sequel.
Vengono addirittura dubbi su come Nintendo stessa possa essere rimasta indecisa fino in fondo se trattare queste nuove schermaglie calamaresche come un enhanced port o come un nuovo capitolo a tutto tondo, pensando magari al video di introduzione della console, dove Splatoon era chiaramente trattato alla stregua di Mario Kart e praticamente tutti avevamo pensato a una semplice conversione.
E questo, non fraintendeteci, non influirà sulla qualità di Splatoon 2, soprattutto nel caso non aveste passato decine di ore con l’originale; l’aggiunta della portabilità (che però per un titolo prettamente online su una console che non supporta il 3G passa un attimo in secondo piano, nonostante l’addizione del Local Play) e qualche miglioria qui e lì renderanno quasi certamente Splatoon 2 un simpatico passatempo estivo, ma Nintendo con questo sequel aveva la possibilità di fare un salto di qualità notevole e, almeno per ora, sembra aver mancato il bersaglio.