Sniper Elite 4 – Provato
A meno di un mese dalla sua pubblicazione, abbiamo avuto il piacere di testare con mano Sniper Elite 4, l’atteso sparatutto in terza persona incentrato sulle meccaniche da cecchino, in un corposo faccia a faccia suddiviso in tre lunghe sezioni: l’hands on si è infatti aperto con una sostanziosa parte di giocato in single player per poi lasciare il passo al multiplayer, in cui abbiamo sfidato altri quattro colleghi. L’ultima sezione è stata dedicato alla componente cooperativa dove, al fianco degli altri giocatori, abbiamo respinto ondate sempre più massicce di nazisti pronti a farci fuori.
Il materiale di cui parlare è davvero tanto e ci ha dato modo di farci più di qualche idea sul futuro shooter targato Rebellion.
Prima di addentrarci nell’analisi del provato, rinfreschiamo velocemente la memoria sull’ambientazione e sulle dinamiche del titolo: Sniper Elite 4 mette il giocatore nei panni di Karl Fairburne, famoso cecchino a stelle e strisce, che questa volta abbandona i teatri tedeschi e africani e si trova in prima linea nella liberazione dell’Italia durante le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale. Data la vicinanza delle ambientazioni per noi giocatori italiani è impossibile non guardare con occhio più attento e critico lo scenario che ci circonda e, possiamo dirlo fin da subito, la nuova ambientazione ci ha parecchio convinto in questa sessione di prova.
La missione a nostra disposizione era proprio quella iniziale ed era proprio ambientata in una soleggiata isola del sud Italia, ideale per un weekend di relax se non fosse per la massiccia presenza di soldati tedeschi. Dopo un breve tutorial in cui abbiamo imparato le mosse base – uccisione silenziosa, uso del binocolo e del fucile con mirino – Sniper Elite 4 ci ha subito sbattuto in faccia la sua essenza più pura.
Superati un paio di passaggi stretti, scavalcato un muretto a secco, ci si è subito dispiegata davanti agli occhi la vastità della mappa, consultabile tramite la pressione del touch pad e indispensabile alleata per non perdersi fra i vari obiettivi messi davanti. Con la loro ultima fatica, i ragazzi di Rebellion hanno voluto portare all’estremo la libertà d’approccio data al giocatore e, se l’obiettivo di questa missione era far fuori una serie di gerarchi nazisti magari eliminando anche le macchine da ripresa sparse qua e là, non ci è stata fornita alcuna guida o alcun indizio sul dove iniziare o su chi eliminare per primo. Così saliti in cima a una vecchia torre diroccata, ci siamo dovuti armare di binocolo per evidenziare il numero più alto possibile di nemici presenti sulla mappa e dato che Sniper Elite 4 è il gioco dei cecchini per eccellenza, abbiamo iniziato a far fuoco su qualsiasi cosa si muovesse.
La scelta non è stata delle migliori, perché la nostra avventatezza ha messo sul chi va là tutte le guardie, che hanno così iniziato a darci la caccia e non è affatto facile venirne fuori. Sniper Elite 4 premia in maniera evidente l’approccio stealth, uscire allo scoperto per imitare un novello Rambo porta a morte quasi certa e uno dei pregi che abbiamo potuto constatare è la richiesta di continuo lavoro delle meningi. Così abbiamo iniziato a sfruttare tutto l’arsenale a nostra disposizione, come le mine e altre trappole, ma soprattutto i sassi e i giornali, indispensabili per far separare le guardie, attirarle a sé ed eliminarle con un colpo silenzioso di coltello alla gola. Anche l’ambiente è un fattore di primaria importanza e gioca un ruolo chiave, perché per muoversi (quasi) indisturbati per la mappa ci siamo sempre dovuti spostare fra cespugli e abbiamo sfruttato ogni ombra messa a disposizione.
Va bene muoversi come dei ninja in mezzo ai nazisti, vanno bene le uccisioni silenziose, ma stavamo pur sempre giocando a Sniper Elite 4 ed è quindi ovvio che, anche a costo di essere beccati, ci siamo lasciati andare spesso e volentieri a vere e proprie carneficine perpetrate con il fidato fucile. Nemmeno a dirlo, le maggiori soddisfazioni ce le siamo tolte proprio quando abbiamo fatto centro dalla lunga distanza, trattenendo il fiato e colpendo un ignaro soldato proprio in mezzo alla fronte: immancabili tornano le kill cam, con le quali abbiamo studiato l’anatomia di tutti i soldati eliminati, con fegati, occhi, cervella e cuore fatti saltare per aria. La nostra spavalderia ci è costata cara un paio di volte, perché la difficoltà di Sniper Elite 4 pare essere tarata verso l’alto e, pur giocando a un livello medio, quando ci siamo trovati faccia a faccia con tre o quattro guardie abbiamo fatto una brutta fine.
Lo abbiamo già detto, con Sniper Elite 4, Rebellion ha intenzione di punire senza pietà gli approcci più spavaldi e questo non può che essere un punto a suo favore. Spendiamo inoltre qualche parola sull’IA dei nemici, pur sapendo di aver testato una versione non definitiva di Sniper Elite 4: se sentono un rumore strano e se vengono bersagliate da lontano, le guardie non aspettano in modo passivo di farsi eliminare e, come già detto, rispondono al fuoco e si organizzano per stanare il giocatore dal suo nascondiglio. Il loro raggio d’azione ci è inoltre parso sufficientemente ampio, anche se in un paio di occasioni ci è bastato correre via e sfruttare l’ampiezza della mappa per far tacere le ricerche dopo pochi attimi.
Dopo quasi un’ora di gioco, è giunto il momento di dedicarci al multiplayer: la modalità di gioco in questione era una semplice conquista, dove le squadre avevano il compito di catturare e mantenere il possesso di alcune radio sparse lungo lo scenario. L’unica mappa a nostra disposizione ci ha dato parecchi spunti di riflessione e ci ha colpiti in modo positivo, soprattutto grazie ai molti edifici in essa presenti, come casolari abbandonati oppure campanili da scalare per appostarsi in silenzio e avere così una visuale migliore sui movimenti nemici. D’altro canto, forse per la stessa natura del gioco, questa modalità presta il fianco a spiacevoli situazioni da “camperaggio”, in cui si poteva stare tranquillamente al riparo da occhi indiscreti e abbattere tutto ciò che si parava davanti. Questa analisi è solo il frutto di pochi minuti di gioco e di un’unica mappa, ma ci segniamo questo appunto per un controllo in fase di recensione.
Infine, la lunga sessione di test si è conclusa con la modalità cooperativa, nella quale Sniper Elite 4 ha dimostrato ancora una volta di essere un titolo ostico: durante questi momenti, il nostro compito era quello di respingere ondate sempre più massicce di nazisti, a un certo punto anche sostenuti da carri armati. In questa fase di gioco abbiamo particolarmente apprezzato il necessario gioco di squadra che si è instaurato fra i componenti del team, l’unica via per non venire sopraffatti dalle numerose schiere tedesche. Mine, TNT e altre trappole hanno garantito dei nascondigli (quasi) sicuri, tenendo lontano il pericolo ma siamo sopravvissuti solo fino alla quinta di dodici ondate.
Se nella missione in singleplayer l’IA ci aveva lasciato qualche dubbio, in questo frangente si è al contrario rivelata aggressiva, mai passiva e soprattutto capace di elaborare complessi piani, attaccando da vari punti e cercando di accerchiare il loro bersaglio.
Spendiamo infine qualche parola sul comparto grafico e sulla direzione artistica, sempre tenendo a mente l’evidente scritta che campeggiava in un angolo del monitor e che ci ricordava che quella davanti a noi era un versione pre-release. In ogni caso, dal punto di vista prettamente grafico, Sniper Elite 4, giocato su una “normale” PlayStation 4, ci è sembrato un titolo solido, ma né gli effetti, né le texture né le animazioni ci hanno fatto gridare al miracolo e ancora una volta i momenti più esaltati visivamente sono stati quelli in cui con la kill cam vedevamo organi finire in mille pezzi.
Come detto in più punti, un po’ per amore di patria, ci sentiamo di promuovere la nuova ambientazione di Sniper Elite 4, almeno nelle poche sezioni a nostra disposizione, che ci fanno comunque ben sperare per ciò che vedremo a titolo finito.