Shadow Realms – Hands On

Nelle settimane antecedenti la Gamescom, Bioware aveva messo tutti sulle spine con un trailer che prometteva l’arrivo di un nuovo brand. Dopo sette anni di Mass Effect e Dragon Age, un po’ di aria fresca non poteva che essere ben vista, e così, durante la conferenza EA si è finalmente calato il sipario: Shadow Realms, il primo gioco di ruolo Bioware ambientato nell’era moderna, che abbiamo visto e provato durante la fiera.

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Cavalcando l’onda di successo delle serie televisive sul tema, la nuova creazione di Bioware Austin fonde modernità e fantasia, rendendo la Terra il campo di battaglia di una guerra intra-dimensionale tra gli abitanti del mondo di Embra. Questi sono divisi in due fazioni: il Radiant Empire, intenzionato ad aiutare l’umanità, e le Shadow Legion, creature demoniache. Le uniche persone in grado di contrastare gli abitanti delle Ombre sono dei prescelti che hanno scoperto di avere poteri soprannaturali. Il giocatore, o meglio, i giocatori, interpreteranno questi individui.

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Usiamo il plurale per un motivo preciso: Shadow Realms nasce come prodotto multiplayer che vuole trasmettere con il videogioco le sensazioni dei vecchi gioco di ruolo da tavolo, attraverso un multiplayer cooperativo e competitivo asincrono che richiama la tradizionale esperienza dei giocatori contro il dungeon master. Ogni partita vede partecipare cinque utenti: quattro sono personaggi umani che devono collaborare per terminare la missione, il quinto interpreta lo Shadow Lord, signore del dungeon e antagonista di ogni missione.

I giocatori umani hanno a disposizione una serie di classi piuttosto canoniche: guerriero, assassino, mago, chierico, ranger e stregone. Questo però non deve far pensare che la personalizzazione si fermi qua, dato che, come sottolineato dagli sviluppatori, sono molti gli elementi e i rami di abilità che caratterizzano ogni singola classe, di modo da far sì che raramente si possano incontrare due personaggi uguali anche se condividono la medesima classe. In altre parole, ci sono più tipi di guerrieri, più tipi di assassini, e via dicendo.

Tutto questo si applica anche allo Shadow Lord, che è in tutto e per tutto una classe con un suo sistema di crescita. Ma cosa vuol dire esattamente giocare nei suoi panni?

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Se negli ultimi mesi non siete rimasti nascosti sotto una roccia, avrete notato come il termine “multiplayer asincrono” sia sempre più ricorrente, grazie a produzioni come Evolve e Fable Legends. Quest’ultimo, in particolare, ha in comune con Shadow Realms il fatto che il giocatore solitario controlli tutti gli ostacoli della partita, posizionando trappole, lanciando incantesimi e scatenando mostri contro gli eroi. La differenza? Allo Shadow Lord è concesso prendere controllo diretto di ogni creatura, e, se i giocatori arrivano in fondo al dungeon, dovranno affrontarlo direttamente.

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Durante l’hands-on, abbiamo potuto giocare la classe guerriero nei panni di un nerboruto tizio munito di una grossa ascia. La partita è avvenuta su un potente PC, godendo appieno del motore Frostbyte 3 usato dal gioco, e avendo a disposizione sia mouse e tastiera che controller. Dobbiamo ammettere di esserci trovati meglio su quest’ultimo, a causa di un interfaccia di gioco che punta chiaramente a limitare i comandi per adattarsi al numero di pulsanti di un pad – come ad esempio le abilità assegnabili alla croce direzionale.

Le abilità del nostro guerriero erano tre e tutte offensive: la prima era un colpo rotante in grado di colpire tutti i nemici nel raggio d’azione, la seconda una carica contro il nemico in grado di spingere a terra e stordire, la terza un grosso pestone con danni ad area.  Inoltre, di uccisione in uccisione viene riempita una barra che, una volta riempita, permette di entrare in berserk, causando molto più danni per un tempo limitato.

Sebbene non l’avessimo specificato finora, quanto descritto fa capire che ci si trova davanti a un gioco di ruolo d’azione, e difatti l’intera missione si è svolta essenzialmente esplorando e svuotando ogni area dai mostri presenti, per poi raccoglierne i resti (oro e oggetti). Come in Left 4 Dead, in caso di esaurimento della salute il personaggio cade a terra e deve essere salvato entro un tempo limite. Dopo una buona mezzora di combattimenti di stanza in stanza all’interno di una fortezza nel mondo di Embra, abbiamo affrontato lo Shadow Lord, che ha vinto per pochissimo riuscendo a mettere tutti KO. Peggio per noi.

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Sia durante la presentazione EA che durante la prova, gli sviluppatori hanno posto accento che, come ogni loro produzione, anche Shadow Realms vede la trama come una priorità. In virtù di questo, lo sviluppo avverrà episodicamente, aggiornando il mondo di gioco e la storia in base all’influenza della community.

Non c’è stata molta chiarezza nel definire come un gioco fatto a sessioni di singole partite possa avere una continuità, ma siamo riusciti ad avere un quadro migliore ponendo delle domande in merito. Dalle risposte abbiamo appreso che ogni partita partirà da un centro, ovvero la fortezza di Avalon, un’isola volante esistente a metà tra i due mondi, nel quale i giocatori potranno dialogare con i personaggi controllati dal PC e proseguire con le missioni. Per entrare in una missione, l’utente potrà affidarsi al matchmaking per trovare giocatori di analogo livello, oppure chiamare direttamente amici nella partita, lasciando aperto o chiuso l’ingresso a sconosciuti.

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Abbiamo citato la community: Bioware dichiara di volerle dare grande importanza, aggiornando il gioco al meglio delle possibilità basandosi sui feedback che riceveranno, motivo per il quale è già possibile iscriversi alla closed alpha.

Proprio in tema di feedback, dobbiamo ammettere di esserci divertiti, ma ci sono diversi aspetti piuttosto oscuri. Ad esempio, non abbiamo potuto vedere nulla del sistema di sviluppo dei personaggi o della gestione dell’inventario, e non abbiamo idea di come gli sviluppatori pensino di implementare un sistema narrativo a episodi in un gioco multiplayer. Ciò che preoccupa davvero, però, è che sul lungo periodo l’esperienza si riveli noiosa: nel corso della prova non abbiamo fatto altro che usare ripetutamente le abilità una volta cariche, limitando i tatticismi a semplici schivate, toccata e fuga e poco altro. Inoltre, abbiamo il timore che la cooperatività sia minata: le statistiche mettono sempre in evidenza il giocatore che ha fatto più uccisioni, rischiando di trasformare le partite in una corsa al più rapido, e nulla lo impedisce, a differenza di titoli come Left 4 Dead, dove allontanarsi dal gruppo vuol dire essere facile preda degli infetti speciali.

Aspettiamo di poter vedere presto di più su questo nuovo brand, il cui potenziale è ottimo ma circondato da perplessità. Non sappiamo ancora nulla su una data di uscita, che si limita a un generico 2015.

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