Secret of Mana – Provato
Negli uffici di Koch Media oltre a Lost Sphear abbiamo potuto provare anche Secret of Mana, titolo Square Enix in uscita il 15 febbraio 2018 su PlayStation 4, PC e PS Vita. Il gioco è un action RPG remake del celebre Secret of Mana del 1993, secondo capitolo della serie Mana e conosciuto in territorio giapponese col nome di Seiken Densetsu 2: Secret of Mana.
Prima di entrare nel dettaglio della prova di 30 minuti che abbiamo effettuato è doveroso fare un piccolo excursus storico sul perché questo gioco meriti una versione tutta nuova: Secret of Mana uscì nel 1993 per SNES in un periodo cruciale per la console Nintendo che due anni più tardi sarebbe stata dismessa. In quello stesso periodo Square si era già affermata nel mercato grazie alla pubblicazione di Final Fantasy I e Final Fantasy II i quali rispettavano i canoni classici dei JRPG a turni. D’altro canto però, l’azienda di Tokyo ambiva a superarsi e a creare qualcosa di innovativo e ambizioso. In questo contesto si collocò Secret of Mana: titolo investito del pesante fardello di dover rimodernare e affermare maggiormente gli standard qualitativi di casa Square in ambito di JRPG. A distanza di anni possiamo affermare che Secret of Mana riuscì nel suo intento grazie ad un gameplay nuovo, solido ed emozionante, affiancato da una storia avvincente, profonda e ricca di sfumature memorabili.
Questa però era la situazione di allora. Venticinque anni dopo Secret of Mana può essere ancora un titolo capace di tale impresa in un mercato evoluto e pieno di RPG? Questo è quello che abbiamo cercato di capire durante la nostra prova.
Secret of Mana si presenta fluido e rinnovato agli occhi del giocatore: il nuovo motore grafico 3D dona ai personaggi nuova linfa e permette una fruizione migliore dal punto di vista visivo. Il gameplay, però, rimane al centro del gioco: lo stile action permette ai nemici di attaccare anche contemporaneamente il giocatore, che ha poco tempo per riflettere e pianificare le strategie di contrattacco. Tutto ciò relega la decisione delle tattiche nelle fasi prima della battaglia, dove è possibile gestire l’IA degli alleati: nel menù adibito a tale funzione si potrà decidere ad esempio se concentrarsi su un solo nemico o scegliere a quale dei compagni fornire assistenza. Durante i combattimenti il giocatore dovrà preoccuparsi fondamentalmente di due cose: imparare il moveset dei nemici per poter schivare i colpi e affinare il tempismo di attacco; se per il primo compito serve un’acuta osservazione, per il secondo invece è necessario affinare i propri riflessi. Una particolarità di Secret of Mana risiede nella variabilità dei danni inflitti: essa sarà decisa da una barra percentuale che salirà e scenderà da 0 a 100 dopo il primo colpo. Come potete ben immaginare un attacco inferto col 5% ovviamente farà meno danni di uno inferto con l’80%.
Gameplay a parte, Secret of Mana propone una storia profonda, intensa e ricca di significato nonostante lo stile fumettoso dei personaggi. Fin da subito il giocatore si troverà ad affrontare temi come l’abbandono, il rifiuto e l’emarginazione ma anche il riscatto sociale e l’amicizia. Il tutto affiancato da un’ambientazione ispirata e coerente e da una colonna sonora non proprio memorabile, ma in sintonia con i momenti presenti a schermo.
Quello che poteva sembrare un mero stratagemma di marketing nella nostra prova ci ha convinto sotto vari aspetti. Il gioco sembra non soffrire dell’invecchiamento, ma il sistema di combattimento e la gestione del party un po’ macchinosi alla lunga potrebbero stancare. Solo il tempo e la release del gioco potranno smentire o confermare questi dubbi ma una cosa è certa: Secret of Mana ha un indimenticabile sapore nostalgico.