Sacred 3: Heart of Ancaria
Dopo quasi due anni dalla sua presentazione durante la Gamescom del 2012, siamo riusciti a impossessarci di Sacred 3: Heart of Ancaria che sarà finalmente disponibile, in seguito ad alcune necessarie proroghe, dal 1 agosto dell’anno corrente. Abbiamo deciso di gustarlo un bel po’ prima di rilasciarvi le nostre opinioni a riguardo. Ma possiamo già anticipare che è un titolo pretenzioso e divertente, che non deve essere affatto sottovalutato.
Siamo nel bel mezzo di una vasta e differente Ancaria, ambientata svariati secoli dopo gli avvenimenti del primo capitolo. Un territorio che i Serafini hanno deciso di difendere e di mantenere in pace, nascondendone il leggendario cuore in un luogo remoto, affinché nessuno potesse trovarlo e utilizzarlo per i propri lucri: il Cuore d’Ancaria, infatti, da accesso a un ampio potere. L’imperatore Zane Ashen, però, è disposto a tutto pur di ottenerlo e, con la scusa di voler riaprire le porte degli Inferi, è entrato in collaborazione con i Demoni, creando un’immensa armata. Le loro malefatte non risparmiano nessuno. Ed è qui che il giocatore prende in mano le sorti della storia, poiché dovrà sconfiggere il crudele Zane impedendogli di ottenere il cuore, tanto agognato.
Nonostante la trama non spicchi per originalità e innovazione, non dobbiamo dimenticarci che la serie di Sacred si immerge completamente nel mondo fantasy e che le sorprese sono sempre in agguato. E a giudicare dalla bella caratterizzazione dei personaggi che abbiamo incontrato, di sicuro ci sarà molta carne sul fuoco.
La saga di Sacred nacque nel 2004, con la release del primo titolo, e riuscì timidamente a farsi strada nel genere degli action RPG grazie ai suoi vasti territori open world, alle classi disponibili, ai personaggi e a un mondo online molto competitivo. Sulla scia di Diablo, bisognava uccidere gigantesche orde di nemici, raccogliere i loro bottini per l’acquisto di nuove armi, armature o potenziamenti vari. Ma mentre l’appena citato recitava il ruolo del perfetto Hack’N Slash, Sacred ha sempre mantenuto le sue radici ruolistiche. O almeno finora: la prima cosa che balzerà all’occhio del giocatore sarà la nuova meccanica delle battaglie, che ricordano molto quelle di Diablo 3. Per quello che abbiamo potuto vedere, questa decisione non lo ha portato verso nefaste periferie del genere, bensì ha aggiunto un bel tocco generazionale in più, che ha permesso di diramare meglio le sue azioni.
D’altro canto non tutte le modifiche sembrano averci totalmente soddisfatto. Ad esempio la scelta di voler eliminare l’open world a favore di una vasta mappa interattiva, non sembra proprio una scelta del tutto azzeccata. Certo è vero che a giudicare dalla grandezza della mappa, di missioni ce ne saranno a bizzeffe. Inolte la maggior parte di esse si enuncia in territori ben articolati e abbastanza longevi. Quindi comunque l’esperienza non verrà proprio totalmente minata. Stranamente però quelle che prima erano delle lunghe camminate adesso sono sostituite da (brevi) sessioni di caricamento. E questo potrebbe far storcere il naso a qualcuno.
Oltre all’assenza dell’open world, sembrano attualmente mancare anche gli scontri tra clan e le battaglie online tutti contro tutti. Infatti la modalità su cui si adatterà totalmente Sacred 3 sarà quella cooperativa: sarà possibile formare squadre da quattro membri, sia online che offline. Nel caso in cui la modalità internet non sia disponibile, il gioco metterà a nostra disposizione tre eroi comandati dall’IA; altrimenti ci saranno tre posti vacanti per i nostri amici. Con l’andare avanti della storia, e della difficoltà, sarà sicuramente difficile procedere da soli. Soprattutto all’ultimo livello di difficoltà, Divinità, non ancora disponibile nella preview.
Durante questa lunga sessione di gioco abbiamo potuto conoscere quattro dei sedici personaggi disponibili (il guerriero, l’arciere, il lanciere e il guardiano) e dobbiamo ammettere che la loro progressione è davvero molto semplice e personalizzabile. Per quanto riguarda il guerriero e il guardiano, che sono maestri negli attacchi ravvicinati, possiamo tranquillamente ammettere che la giocabilità non subisce alcuno screzio; lo stesso non possiamo dirlo per gli attacchi dalla distanza, che ci sono sembrati un po’ meno macchinosi e ben gestibili dei precedenti. Ma di sicuro questo è un lato che sarà perfezionato prima della release ufficiale.
Tutte le classi risultano tra loro ben equilibrate: la scelta quindi ricadrà soltanto sul gusto personale del giocatore. Il senso ruolistico di Sacred si fa vivido nella personalizzazione delle abilità e dello stile di gioco, che può essere modificato all’inizio di ogni battaglia scegliendo con precisione lo spirito da poter affidare all’arma. Gli spiriti non sono tutti disponibili, ma potranno essere recuperati dallo scontro coi nemici. Ogni eroe avrà poi a disposizione un’abilità speciale cooperativa chiamata “Preghiera di battaglia” che gli permetterà, se usata con intelligenza, di risollevare le sorti dei match in coop.
Sempre all’inizio di ogni battaglia, potremmo utilizzare l’oro guadagnato per l’acquisto di potenziamenti o di nuove abilità, ma anche di oggetti di recupero o di supporto. Come un normale RPG che si rispetti, non tutte le abilità e gli oggetti saranno da subito disponibili: sarà necessario prima sbloccarli in seguito al raggiungimento del livello opportuno. L’esperienza si guadagnerà come loot per il completamento di determinate missioni, dal raggiungimento di alcuni punteggi e – ovviamente – dall’eliminazione dei nemici. La difficoltà scelta influisce anche positivamente sul quantitativo di esperienza: più alta è la difficoltà migliore sarà il bottino ottenuto, inteso anche come equipaggiamento.
Le orde di nemici non sembrano mancare e si fanno avanti a fiumi fin dai primi momenti di gioco. Li potremmo afferrare e lanciare contro altri nemici, far esplodere con bombe intelligenti, giustiziarli mentre saranno al suolo e rompere i loro scudi con la relativa abilità “Schianto” che possiedono tutti i personaggi. Non potremmo usare le abilità all’infinito però, ma avremo delle barre energetiche che si consumano a lungo andare: esse si ricaricheranno grazie alle sfere lasciate dai nemici e sferrando/subendo attacchi. Sarà inoltre possibile schivare gli attacchi o pararli, un’aggiunta fortuita non presente nei precedenti capitoli.
Dal punto di vista tecnico, Sacred 3: Heart of Ancaria si comporta molto bene per essere ancora in una situazione non definitiva: raramente si affrontano dei cali fps, e le azioni – per quanto possano essere movimentate – vengono ben gestite dalla telecamera isometrica. Certamente non spiccherà per la sua grafica all’avanguardia, ma per il tipo di gioco crediamo che lo stile scelto sia ben più che accettabile. Inoltre esiste una buona varietà paesaggistica, che non risulta essere mai monotona e che si architetta in maniera adatta all’esperienza.
Attualmente Sacred 3 è interamente doppiato in inglese, mentre tutto il resto è disponibile in italiano, sia l’interfaccia che i sottotitoli. Non si sa ancora se in futuro sarà disponibile un’intera localizzazione nostrana. Anche se bisogna ammettere che il doppiaggio originale è ben gestito e molto spontaneo.
[signoff icon=”quote-circled”]Sacred 3 ha certamente un po’ stravolto l’essenza eretta dai suoi predecessori, ma c’è da dire che è un titolo che si è interamente plasmato alle richieste dei fan sui fansite ufficiali. Di sicuro siamo molto vicini al rilascio di un titolo eccellente, che riuscirà a divertire tanti tipi diversi di giocatori. Attualmente questa preview ci ha quasi interamente soddisfatti e come abbiamo già detto all’inizio, c’è molto di cui parlare. Ma ci lasciamo il dubbio di attendere la versione definitiva del gioco prima di dare un giudizio totale sull’esperienza, con l’augurio che possa mantenere l’attenzione salda come nei primi momenti di gioco, e che non ricada mai nella noia di altri titoli del genere.[/signoff]