Rocket Arena – Anteprima Closed Beta
Diamo fuoco alle polveri nei cieli di Rocket Arena.
Ne sono passati di sparatutto in prima persona sotto i nostri mouse, pad o qualsiasi diavoleria abbiamo stretto in pugno in tutti questi anni. Dal pieno di adrenalina offerto dalle più frenetiche baruffe di Quake fino all’approccio più tattico e ragionato dei Counter Strike, gli FPS sono stati indubbiamente una costante del nostro giocare, complice l’offerta sempre più vasta proposta dalle varie software house.
Tanti sono stati i team di sviluppo a proporre una particolare visione del genere: oggi sono i ragazzi di Final Strike Games a far ruggire i cannoni e noi di Gamesource abbiamo passato qualche ora in compagnia del loro Rocket Arena in occasione dell’ultima Closed Beta.
Eroi, polvere da sparo e PvP
Rocket Arena ci vede impegnati in scontri 3 VS 3 incentrando la totalità dell’esperienza sul comparto multigiocatore. Nella build che ci è stata proposta in occasione della Closed Beta abbiamo potuto selezionare il nostro eroe tra i 6 disponibili e ci siamo gettati a capofitto sul campo di battaglia, destreggiandoci fra 3 differenti modalità di gioco in rotazione randomica. Il primo dettaglio a saltare all’occhio è indubbiamente rappresentato dalle mappe veramente minuscole, che complici a un tempo di respawn quasi nullo e alla brevissima durata dei match, caratterizzano l’esperienza di gioco di squisita frenesia.
Le modalità sono quanto di più classico si possa sperare: da una rivisitazione del team dethmatch passando per un sempreverde re della collina, per concludere con l’intramontabile cattura della bandiera in chiave calcistica. L’eroe selezionato dovrà accompagnarci per tutta la durata del match e non potremo cambiare in corso d’opera, in contrasto con la tendenza imperante in Overwatch e nei suoi derivati. Gli eroi stessi presentano diverse somiglianze con i kit di abilità presenti in Paladins o nello sparatutto Blizzard: ogni campione ha accesso a armi e capacità uniche che ne caratterizzano l’utilizzo.
Rocket Jumps!
Rocket Arena prende il suo nome dalla celeberrima tecnica nota come “Rocket Jump”, tipica della serie Quake e riproposta in un’ampia gamma di titoli. Questa particolare tecnica prevedeva il lanciare un missile ai nostri piedi, onde sfruttare la propulsione offerta dall’esplosione per compiere dei salti mirabolanti a costo di sacrificare una piccola porzione dei propri punti ferita. In Rocket Arena questa componente è naturalmente esaltata al massimo della forma, rimuovendone la pericolosità e applicandola a tutte le armi dei personaggi. L’effetto è quello di ritrovarsi con l’arena gremita di eroi salterini, neanche il teatro di scontro fosse un tappeto elastico. La chiave della vittoria è rappresentata dal riuscire a guadagnare una posizione sopraelevata per garantirsi la vittoria nei gunfights.
Al termine di ogni partita della Closed Beta siamo stati ricompensati delle nostre fatiche con dei punti esperienza, che a ogni level up ci hanno garantito l’accesso a delle casse contenenti elementi cosmetici e potenziamenti unici per i nostri personaggi. Una personalizzazione estetica dozzinale farà storcere il naso agli appassionati delle skin, mentre per poter discernere del bilanciamento dei potenziamenti sarebbe opportuno attendere la build definitiva e avere l’opportunità di sviscerare il titolo con tutta calma.
Dove ti ho già visto?
La build proposta si è dimostrata assolutamente stabile, e la resa estetica cartoonosa è decisamente piacevole. Ciò che fa storcere il naso è la mancata personalità degli eroi, che di fronte a un character design che sa di già visto (con somiglianze ad altri noti personaggi videoludici ai limiti del plagio), non riesce nemmeno a diversificarsi dai suoi illustri competitor per l’unicità delle abilità proposte. Perfino la sinergia tra i personaggi è se non assente, davvero poco marcata. Molto strano se consideriamo che nel format 3 vs 3 almeno l’intenzione di un incastro d’abilità tra eroi sarebbe quasi da dare per scontata.
Sebbene in questa Closed Beta sembri chiaro fin dal principio che Rocket Arena punti all’Esport, con un gameplay frenetico e competitivo, non presenta tuttavia l’unicità in grado di rapire e coinvolgere il suo target di pubblico, con eroi poco ispirati e kit di abilità funzionali, ma mai brillanti. Il titolo di Final Strike Games riesce tuttavia a divertire e proposto nella formula Free to Play, gli appassionati del genere non potranno assolutamente negarsi l’ebbrezza di scagliarsi in aria e svuotare con spensieratezza i caricatori sui nemici, magari in compagnia di qualche fidato compare di scorribande. Rimaniamo fiduciosi di vedere cambiamenti sostanziosi circa il design dei personaggi e speriamo che la filosofia d’approccio venga rivoluzionata, magari assieme a una maggiore diversificazione identitaria degli eroi.