Road 96: Mile 0 – Anteprima
Siamo riusciti a passare qualche ora con il prequel dell'indie Road 96 di Digixart e Ravenscourt.
Credo sia molto difficile definire Road 96 qualcosa di diverso da “arte interattiva”, complici le tematiche straordinariamente quotidiane che affronta e un cast di personaggi interessanti e carismatici in modo memorabile: certo, alcuni elementi mi hanno forse fatto un po’ storcere il naso, ma non è un indie dimenticabile, per nulla… e ora siamo vicini a tornare in quel mondo, grazie a Digixart che, in collaborazione con il publisher Ravenscourt, ci regala un prequel.
Prima di continuare, un’informazione essenziale e che sento di doverti: si può iniziare Road 96: Mile 0 senza problemi, è un gioco stand-alone che funziona benissimo “anche da solo”, quindi non sentirti respinta/o dal giocarlo solo perché non hai ancora avuto modo di recuperare l’originale Road 96.
Questa volta, però, chi gioca potrà alternarsi fra due personaggi: Zoe, già conosciuta in Road 96, e Kaito, anch’egli teenager ma con un background molto diverso da quello dell’amica (alcuni l’avranno incontrato nel gioco del 2018 “Lost Harmony”). Se Zoe, infatti, viene dalla parte “ricca” della città, Kaito ha un’estrazione socioeconomica molto diversa. Sono amici, questo è indubbio, ma alla loro età è tutto così effimero, anche amicizie che sembrano inaffondabili. La location è quella di White Sands, una sorta di quartiere residenziale che fa da trade union tra i ricchi che ci abitano e i poveri che invece ci lavorano, ennesima sottolineatura di quella che in fondo è una Storia di Due Città videoludica.
Il ruolo di Road 96: Mile 0 non è quindi solo quello di mostrarci i motivi per i quali Zoe è voluta scappare da quella che poco fa chiamava casa, ma anche farci investire emotivamente in quella che è un’amicizia che fin troppo ci vuole (e riesce a) ricordare una delle nostre di quando eravamo più piccole/i. È insomma una storia di molti conflitti: interni, morali e sociali.
Quello di cui ti parlo è il risultato di un’anteprima gentilmente concessaci da Plaion e di una breve demo, grazie alle quali ho potuto farmi un’idea migliore sull’esperienza di gioco complessiva di Road 96: Mile 0. Lo studio di sviluppo francese, nato 8 anni fa a Montpellier, sembra aver confezionato un’altra perla, pur avendo usato Road 96 come fulcro di rotazione per andare ad esplorare un gameplay leggermente diverso e una narrativa più compatta e condensata, meno moment-to-moment rispetto a Road 96 e molto più elastica, tanto da essere capace di essere “imprevedibile” nella sua evoluzione. A riguardo è stato citato Parasite di Bong Joon-ho come reference, quindi puoi immaginare di cosa stiamo parlando a livello di flusso narrativo.
Se il perno principale sul quale Road 96: Mile 0 si differenzia dal titolo originario è nelle attività che propone e nei minigiochi, sono i processi psicologici con i quali i due protagonisti affrontano le vicende l’aspetto più interessante delle novità di questo prequel: in più situazioni, infatti, ci ritroveremo a dover affrontare delle veloci corse (su pattini o skateboard, a seconda del personaggio) che molto ricordano Sayonara Wild Hearts. Essendo queste le sezioni più potenzialmente portate alla rigiocabilità e alla ricerca del punteggio perfetto, sono skippabili nel caso chi gioca non sia minimamente interessata/o ad essi: sono scelte semplici ma puntuali come questa che dimostrano come Digixart sia straordinariamente attenta nella cura di ciò che crea, sia dal punto di vista del “fun“, sempre difficile da individuare e centrare, sia dal punto di vista della libertà che lascia nell’affrontare le circa 7 ore di durata del titolo. Ciò detto, queste sezioni musicali sono molto divertenti e immersive, pur nella loro semplicità, anche grazie ad un comparto sonoro davvero coinvolgente.
Vediamo però alcune delle questioni sollevate durante l’evento nel quale ho potuto fare qualche domanda al creative director di DigixArt, Yoan Fanise.
Da cosa è nato il desiderio di tornare al mondo narrativo di Road 96? Volevate raccontare qualcosa in più di quell’universo o era più una voglia di sperimentare con meccaniche nuove ma in un ambiente familiare?
In realtà un po’ per entrambe le ragioni: volevamo fare di più in quel mondo, dato che giocatori e giocatrici si sono dimostrati/e più che felici di esplorare più e più volte il mondo di Road 96. Anche per questo . anche le meccaniche di esplorazione sono molto evolute, e la base di gioco è sempre più solida.
Prima c’è stato Road 96, ora Road 96: Mile 0. Idee per il futuro già ce ne sono?
Certo, ci sono idee su dove si può andare, ma ancora non c’è certezza. Per ora c’è molta prototipazione e capiremo da lì. Onestamente Road 96 non è stato un successo ovvio, da parte nostra, e siamo incredibilmente grati di come è stato ricevuto quello che abbiamo creato, quindi vogliamo essere sicuri della direzione da prendere prima di inforcare quella strada. In fondo, come studio di sviluppo, crediamo che divertire e trattare cose serie non siano cose che per forza devono essere separate, e siamo felici di avere quel territorio “inesplorato” del gaming come destinazione continua, con ogni nostro prodotto. Nel caso di Road 96: Mile 0 è in fondo anche uno scontro fra classi, come è stato a suo tempo Romeo e Giulietta: Zoe da un posto ricco, Kaito dal lato opposto dello scenario economico.
Road 96: Mile 0 è un’opera che sono sicuro sarà in grado di coinvolgere ed emozionare, pur nella sua semplicità. Attenzione al dettaglio non significa per forza tripla A, e il team di Digixart dimostra che l’amore per ciò che si crea e la certezza nei riguardi dell’esperienza di gioco che si vuole restituire sono più che sufficienti a farsi distinguere nel panorama odierno. Le 2 ore circa passate sulla demo hanno solo rafforzato questa idea, grazie a due protagonisti ai quali ci si affeziona molto velocemente, un conflitto socioeconomico che semplicemente non può non infastidire nel suo rispecchiare quanto avviene quotidianamente attorno a noi e delle sezioni di gameplay (quelle a là Sayonara Wild Hearts) che stupiscono per quanto sono in grado di divertire pur essendo piuttosto grezze nella loro natura.