Resident Evil Village – Provata la demo del villaggio
Abbiamo fatto un giro turistico nel terrificante villaggio di Resident Evil Village.
Potevamo metterci a giocare a partire dalle ore 17, ma noi stoici abbiamo resistito, perché non si butta via così la possibilità di godersi uno scorcio del nuovo Resident Evil. Abbiamo pazientato come un bimbo alla vigilia di Natale, e abbiamo affrontato la demo di Resident Evil Village a tarda notte, nel mood ideale: luce spenta, cuffie, e un sacchetto di caramelle gommose (dettaglio non necessario ma che fa sempre tanto Halloween! – N.d.R.).
Il risultato? Una mezz’ora di gioco incollati allo schermo che ci ha lasciato una voglia matta di averne di più!
La caratteristica che più ci ha sorpreso in questa nuova demo di Resident Evil Village è l’immersività: senza considerare (per il momento) il RE Engine e il comparto tecnico, è stupefacente come il nuovo RE riesca a incollare allo schermo grazie a una regia virtuale incredibile. Il sentiero tracciato dal precedente Resident Evil 7 raggiunge in questo caso il suo apice: l’immedesimazione del giocatore nel povero Ethan e negli eventi che gli accadono attorno è totale, tanto da farci gongolare immaginando come potrà essere paurosamente immersiva questa avventura se affrontata un VR (magari l’annuncio arriverà in concomitanza con l’arrivo del nuovo PS VR 2).
Ma torniamo con i piedi per terra: in questo assaggio di Resident Evil Village siamo stati più che felici di trovare tutti gli elementi chiave dei RE che ci piacciono. Esplorazione, armi, crafting e un minimo di strategia sono quanto Capcom ha deciso di farci assaggiare in questa anteprima ma andiamo con ordine. La demo inizia con Ethan che, alla ricerca di sua figlia, si trova a girovagare nel villaggio che lo porterà poi nella tetra magione di Madre Miranda. Nei primi minuti di gioco è già possibile scovare alcuni dettagli importanti: gli enigmi, rappresentati dal classico “trova l’oggetto da inserire nella porta per sbloccare la serratura” fanno subito sentire a casa, così come le casse con i consumabili e una discreta capacità atletica di Ethan – ora in grado di saltare le staccionate, arrampicarsi ed entrare o uscire dalle finestre – portano con sé quel pizzico di action alla Resident Evil 4 che in un titolo con visuale in prima persona non dispiacciono affatto. Il tempo di trovare un fucile e ci ritroviamo di fronte ai primi antagonisti, resi più pericolosi di quanto in realtà sono da un campo di grano che gli permette di avvicinarsi e attaccare senza essere visti: questo escamotage, prima interessante novità, è tanto semplice quanto geniale, facendo provare del sano terrore mentre si osserva l’erba alta cercando di percepire il minimo movimento in grado di rivelarci la posizione dei nemici.
Volendo è anche possibile barricarsi in una catapecchia vicina, per stanare ed eliminare i nemici stando – relativamente – al sicuro, magari grazie all’ausilio di alcune mine antiuomo appena raccolte lì vicino, o affrontarli mettendo alla prova la nuova capacità di Ethan di parare gli attacchi frontali facendosi scudo con le mani. Insomma, la varietà di certo non mancherà in Resident Evil Village, e questi primi approcci al combattimento ci lasciano intendere che ci potranno essere diversi modi di affrontare i nemici e proseguire nell’avventura, in una personalizzazione dell’esperienza che potrebbe quindi permettere ai giocatori di rendere il titolo più action o più horror in base alle preferenze e alle scelte di gameplay di ognuno.
Nella seconda metà della demo, incontriamo i primi (e ultimi) abitanti del villaggio, solo per scoprire che ormai tutto è perduto e che i pochi superstiti difficilmente rimarranno tali per molto. Quella che segue è una breve sessione di dialoghi molto curata, in cui per tutto il tempo la telecamera non stacca mai lasciandoci sempre vedere gli eventi attraverso gli occhi del protagonista, favorendo ancora una volta quella totale immersione nella storia e nel mondo di gioco che a nostro avviso sarà il più grande punto di forza di Resident Evil Village.
Come da tradizione, al breve momento di apparente calma segue l’inferno: in quello che pare essere un cameo al mai troppo osannato Evil Dead di Raimi, situazione già in parte abusata in RE 7 ma sempre efficace, uno dei personaggi impazzisce e inizia una carneficina, mentre una lampada a olio caduta sul pavimento fa prendere fuoco alla stanza. Le fiamme si propagano e i pochi superstiti cadono uno alla volta, mentre Ethan si ritrova nuovamente a esplorare i dintorni alla ricerca di un modo per fuggire da una situazione che lo vede andare incontro a morte certa.
Raccolti alcuni oggetti (alcuni opzionali, altri fondamentali per proseguire), ci mettiamo al volante di un furgoncino nel tentativo di sfondare le porte sbarrate del garage, ma senza successo: ci ritroviamo così a salire verso l’alto, per salvarci uscendo da una finestra proprio mentre le fiamme finiscono di divorare l’intera casa in cui ci trovavamo fino a pochi istanti prima. Dietro di noi, oltre alle macerie, tutti i personaggi incontrati fino a quel momento, con Ethan che amaramente commenta “Ma perché muoiono sempre tutti?!”
Mentre raccogliamo un medaglione e lo inseriamo nella porta che ci condurrà alla fine della demo – non prima di aver visto una strana figura uccidere un uomo e scomparire nell’erba alta attraversata poco prima – riflettiamo sulle parole di Ethan e ci ricordiamo quanto gli showcase e i trailer rilasciati finora ci hanno rivelato: Ethan è solo, è alla ricerca di sua figlia dopo che sua moglie Mia (personaggio chiave di RE7) è stata uccisa nientemeno che da Chris Redfield. Niente di tutto questo viene approfondito nella demo appena conclusa, ma ce lo aspettavamo. Quanto abbiamo testato serviva sostanzialmente a confermare due cose: da una parte la bontà di un comparto tecnico di tutto rispetto che, sebbene mostri il fianco negli esterni, mostra i muscoli negli ambienti interni. Su Playstation 5, in modo particolare, sembra fare buon uso di tutte le caratteristiche tecniche della console, specialmente il Dualsense e il 3D Audio. Nella versione che abbiamo giocato noi, il gioco girava a 4K, 60 FPS e Ray Tracing attivato.
Di sicuro promette di strabuzzare gli occhi sulle console di vecchia generazione di console, grazie a un RE Engine decisamente in grande spolvero; dall’altra parte, un gameplay solido e immersivo al punto giusto, in cui ci si dimentica di avere un pad tra le mani e ci si immedesima a tal punto nel punto di vista del protagonista da non far sentire la mancanza della VR per poter vivere al 100% le emozioni (e i terrificanti jumpscare) della storia.
Spegniamo la console mentre con la mente ripercorriamo quanto appena provato: cerchiamo di pensare a eventuali difetti e non ne troviamo. Pensiamo a un confronto tra Resident Evil Village e Resident Evil 2 Remake: due titoli all’apparenza diversissimi ma che, come era stato per RE7, condividono incredibilmente un minimo comune denominatore di caratteristiche che, al di là dell’aspetto estetico agli antipodi, gli permette di diritto di fregiarsi del nome che dagli anni ’90 e tra non pochi alti e bassi, è e resta il primo che ogni giocatore pronuncia quando si tratta di Survival Horror. Caro Resident Evil Village nel caso non si fosse ancora capito, noi siamo pronti.