Resident Evil 7 – Provato per 3 ore
Resident Evil è tornato. Queste sono le parole che abbiamo espresso ad alta voce al termine delle 3 ore passate in compagnia di Resident Evil 7 (o VII, se vogliamo usare la numerazione romana adottata dal logo ufficiale del gioco in occasione di questo nuovo capitolo) negli uffici milanesi della Digital Bros.
Dopo l’arrivo del quarto capitolo, la serie aveva intrapreso una strada che ai fan della saga non stava proprio piacendo, finendo inesorabilmente per toccare il fondo con titoli come Operation Racoon City o Umbrella Corps, per non parlare di un tiepido Resident Evil 6 (tra l’altro disponibile anche in versione rimasterizzata) che aveva preferito prediligere la quantità dei contenuti piuttosto che la qualità. Considerati questi precedenti, era lecito il nostro scetticismo nell’apprendere, durante l’E3 di quest’anno, che il settimo capitolo era diventato un titolo in prima persona che, apparentemente, faceva il verso a titoli come P.T. (il teaser giocabile dell’ormai cancellato Silent Hills con Kojima, Del Toro e Reedus) o Outlast. Mai stati più felici di esserci sbagliati.
Non fatevi ingannare dalla scelta di Capcom di adottare la prima persona, perchè Resident Evil 7 è, con ogni probabilità, il più bel ritorno alle origini che un fan potesse desiderare.
Vi ricordate le caratteristiche che hanno reso il primo Resident Evil memorabile? Esplorazione, munizioni contate, salti dalla sedia, mostri, scontri ostici, gestione dell’inventario, enigmi e puzzle ambientali ecc… Ebbene, in Resident Evil 7 c’è tutto, non manca davvero niente.
Prima di entrare nel dettaglio, però, è importante dare prima una collocazione e un contesto al titolo: ci troviamo a metà del 2017, 4 anni dopo gli eventi di Resident Evil 6, e il protagonista si chiama Ethan Winters, un uomo la cui disperata ricerca della moglie scomparsa lo condurrà nella terribile magione della famiglia Baker. Scordatevi quindi Leon, Jill, Chris e Claire, in questo nuovo capitolo impersoneremo una persona qualunque intrappolata in un incubo apparentemente senza fine. Sappiamo per certo che non mancheranno comunque riferimenti e collegamenti con i capitoli precedenti, ma durante la nostra sessione di gioco non siamo riusciti a trovarne.
La magione è sicuramente il primo grande punto di contatto con il primo Resident Evil e, non a caso, la modalità con cui si esplora la casa richiama tantissimo quella della villa Spencer. Porte chiuse con chiavi particolari, enigmi fuori di testa, oggetti da incastonare, manovelle da trovare, e così via. L’esplorazione ha quindi un ruolo fondamentale per il proseguimento dell’avventura, ma bisogna stare attenti, perchè i membri della famiglia Baker saranno sempre sulle vostre tracce e potrebbero sbucare fuori dal nulla (un po’ come faceva Nemesis in Resident Evil 3). Imparare a muoversi all’interno della casa e farlo senza farvi scoprire è essenziale per superare alcune sessioni, anche perchè se un Baker vi prende è game over.
Il problema è che i Baker non saranno l’unico ostacolo durante la ricerca di vostra moglie, perchè diverse creature dall’oscura origine si aggirano nei luoghi più angusti della casa. Incontrarne uno significa scappare o combattere e, in quest’ultimo caso, pregate di avere un arsenale adeguato e un numero di proiettili sufficienti. Scordatevi munizioni lasciate dai mostri, scordatevi mercanti che vi vendono roba, in Resident Evil 7 ogni munizione è letteralmente vitale per sopravvivere e potrebbe pure capitare di arrivare impreparati agli scontri con i boss, al punto da dover essere costretti a ricominciare dal checkpoint o caricare un salvataggio precedente (nel gioco ci sono sia i salvataggi manuali che quelli automatici) per andare a caccia di proiettili o oggetti curativi.
La gestione dell’inventario è molto importante in quanto il numero di oggetti da portarsi appresso è molto limitato (inizialmente 12, ma espandibili poi con degli zaini) quindi o si depositano nelle famose casse per fare spazio, oppure si scartano quelli meno utili. Torneranno anche le famose erbe che, insieme a svariati altri oggetti, potranno essere combinati tra loro per dar vita a delle versioni potenziate, come cure più efficaci o munizioni particolari.
Durante il gioco sarà possibile scovare anche delle particolari monete antiche che possono essere usate per aprire delle gabbie che contengono o dei potenziamenti permanenti per il protagonista (come ad esempio più energia o più velocità nella ricarica) o addirittura delle armi extra, come ad esempio la magnum. Il ritrovamento di nuove armi nel gioco non è così scontato come può sembrare, perchè sebbene ci sia effettivamente un vasto arsenale da poter sfruttare, questo va ricercato con cura e parsimonia. Ci è capitato spesso che una nuova arma potesse cambiare l’esito di uno scontro, specie contro i boss.
Parlando di boss, è bene rimarcare una cosa: Resident Evil 7 ha un livello di sfida tosto, per lo meno se giocato a difficoltà standard (la stessa che abbiamo provato noi durante la nostra sessione di gioco). Quel tipo di difficoltà che non perdona e non si fa scrupoli a punire il giocatore disattento o che ha la presunzione di sottovalutare il gioco. Un azzardo nell’era videoludica in cui ci troviamo dove il videogioco spesso accompagna per mano il giocatore verso i titoli di coda.
Concludiamo con il fattore paura: Resident Evil 7 non si limita al semplice “BUH” da jumpscare (che qui viene usato ma in maniera molto efficace senza mai abusarne), ma costruisce un costante stato di terrore anche solo durante la semplice esplorazione e alla sensazione di non essere mai solo perchè in qualsiasi momento potrebbe accadere qualcosa. Il tutto poi viene enfatizzato con un sonoro perfetto, con suoni spaventosi e un accompagnamento musicale (quando presente) sempre appropriato e mai invadente. Anche l’estetica parecchio disturbante con quella sua violenza esplicita risulta estremamente efficace nel provocare un perfetto stato di terrore e disgusto nel giocatore.
Purtroppo non lo abbiamo provato su Playstation VR, ma se applichiamo la nostra breve e intensa esperienza avuta con le due demo “Beginning Hour” e “Kitchen” (entrambe disponibili gratuitamente su Playstation Store) vi possiamo assicurare che Resident Evil 7 è molto vicino al diventare l’esperienza horror più terrificante di sempre.
Capcom sta dando un bel messaggio con questo Resident Evil 7 e potrebbe rappresentare la svolta che serviva all’azienda giapponese per rilanciarsi nel mercato.
In attesa di dare un giudizio definitivo in sede di recensione, vi ricordiamo che l’appuntamento, dunque, è per il prossimo 24 gennaio 2017 su Playstation 4 (con supporto e miglioramenti per la versione Pro), Xbox One e PC.