Resident Evil 4 Remake – Anteprima
Il quarto, storico, discusso, importantissimo capitolo di Resident Evil sta per tornare in versione rinnovata e aggiornata.
Se c’è qualcuno che ha saputo ridefinire il concetto di remake, è senza ombra di dubbio Capcom: con Resident Evil 2 Remake la software house nipponica è riuscita nell’ardua impresa di mettere d’accordo fan vecchi e nuovi, regalando ai giocatori una versione riveduta e corretta del miglior Resident Evil di sempre, mantenendo un incredibile equilibrio tra le atmosfere del survival horror degli anni Novanta e le necessità di gameplay odierne.
Benché Resident Evil 3 Remake non abbia replicato tanto successo, non si può parlare di “passo indietro”, anche se effettivamente l’offerta ludica del rinnovato terzo capitolo della famosa saga non è stato in grado di competere con il predecessore: dopotutto non lo era nemmeno l’originale, con un’avventura dalla scarsa longevità che, se non fosse stato per le improvvise e terrificanti incursioni del Nemesis, avrebbe ancor meno retto il confronto con il benchmark ormai settato dalla leggendaria avventura di Leon e Claire. Resta il fatto che con RE 2 e 3 Remake, che seguono spiritualmente il comunque ottimi HD Remaster di RE e RE Zero, Capcom ci ha regalato due esperienze in grado di bagnare il naso a buona parte dei survival horror concorrenti usciti negli ultimi vent’anni.
Fatte queste premesse è quindi comprensibile che sia saltato sulla sedia nell’assistere all’annuncio – con tanto di data di uscita nemmeno troppo lontana – di Resident Evil 4 Remake all’ultimo State of Play.
Il mio rapporto con Resident Evil 4 è di amore/odio: per quanto l’abbia adorato nella sua prima iterazione come esclusiva temporale per GameCube, non nascondo come l’abbia poi spesso additato come il vero responsabile della deriva action che ha reso RE5 e soprattutto RE6 due titoli dimenticabili, tanto da costringermi ad attendere fino agli spin-off Revelations e Revelations 2, che ho sempre descritto come “i RE che sono più Resident Evil dei Resident Evil originali”.
Resta il fatto che, al tempo, RE 4 aveva tutto quello di cui quel capitolo aveva bisogno: un protagonista carismatico come Leon, un intero villaggio con tanto di sinistro castello medievale, nemici tosti e che richiedevano una certa dose di strategia per essere abbattuti… tutte caratteristiche degne di nota per l’epoca, in cui i survival horror stavano lentamente perdendo di appeal e necessitavano di un’operazione di svecchiamento che non ne mortificasse i concetti chiave. Resident Evil 4 – al pari del molto meno conosciuto ma altrettanto valido Cold Fear, che se amate il genere vi consiglio vivamente di recuperare – era tutto questo: un gioco che mischiava le classiche atmosfere horror della serie con sparatorie cruente e veloci (gli zombie di RE non avevano mai corso fino ad allora), sfruttando l’hardware delle console dell’epoca per offrire un’esperienza più ampia e senza soluzione di continuità (ricordo che stiamo anche parlando del primo RE che non adottava l’espediente del “simulatore di apertura porte” per passare da un’area all’altra).
Ma se stai leggendo questo articolo probabilmente sei un fan di RE tanto quanto me (se non di più), quindi basta pensare al glorioso passato fatto di pomeriggi estivi costellati di Nutella e PlayStation e concentriamoci sul presente: vale la pena di essere in hype per Resident Evil 4 Remake? La mia risposta veloce è: assolutamente sì.
Principalmente per due motivi: il primo, anche nella sua versione originale RE4 è stato un titolo dal peso storico ben più importante di RE3. Sia in termini di longevità (ad oggi è probabilmente ancora il RE più lungo di tutti) che di trama e di gameplay, stiamo parlando di un gioco che nel bene e nel male ha fatto la storia, fingendo da spartiacque per il genere. Parliamoci chiaro: senza RE4 difficilmente avremmo avuto un Dead Space o un The Evil Within così come li conosciamo oggi.
Il secondo motivo si chiama Resident Evil Village: l’ultimo capitolo di RE, e per quanto mi riguarda secondo episodio della nuova età dell’oro di questa IP, letteralmente rinata con l’inizio della terza trilogia, ha tantissimi punti in comune con Resident Evil 4: e non sto parlando delle casse da rompere per raccogliere oggetti o della parte di avventura in cui si esplora il lago a bordo della barca. È una sensazione difficile da spiegare, ma sono certo che chi ci ha giocato converrà con me: l’esperienza di Village è del tutto simile a quella che i fan di vecchia data hanno privato mettendo a suo tempo le mani su RE4.
Poi ci sono le dichiarazioni di Capcom: la promessa di voler rinnovare RE4 rivedendone in parte trama, struttura e gameplay mi permette (e poche volte succede all’annuncio di un remake) di stare tranquillo. Le versioni remake di RE stanno riuscendo egregiamente nel difficile compito di equilibrare il vecchio e il nuovo, rendendo fruibile l’unica e irripetibile esperienza di Resident Evil sia ai neofiti che a chi ha esplorato ogni angolo del purulento universo infettato dal virus Progenitor e da tutte le sue mutazioni.
E allora non resta che tenere alta l’attenzione per tutti i nuovi dettagli che scopriremo nei prossimi mesi… che non saranno neanche troppi a voler ben vedere, dato che l’appuntamento con l’orrore – 24 marzo 2023 – non è nemmeno poi tanto lontano.