Rain – [E3 2013] Rain

Esiste un mondo che si mostra soltanto quando piove. Lo slogan di Rain è forte, imponente e rilascia un mood che in pochi avrebbero potuto realizzare. Una composizione grafica e tecnica di alto livello al servizio di un progetto che già all’annuncio, con un teaser che colpì in pochi secondi, durante la Gamescom del 2012, poteva dire la sua. All’E3 2013 abbiamo avuto modo di provare Rain su PlayStation 3 per poter godere della demo messa a nostra disposizione dagli sviluppatori: una demo che ci ha lanciati nelle prime battute dell’avventura sotto la pioggia per gustarci al meglio l’esperienza piovosa.

Il plot realizzato e pensato da Japan Studio per Rain è basato su un’inarrestabile storia d’amore nata da un colpo di fulmine. Il ragazzino protagonista della nostra storia è fermo alla sua finestra ad osservare i passanti quando una ragazza attira la propria attenzione: la insegue, la cerca e fa di tutto per raggiungerla, ma la pioggia incessante lo interrompe e gli impedisce di raggiungere la sua amata. Al tocco delle lacrime del cielo, però, il nostro protagonista si ritrova invisibile e lanciato in un mondo completamente nuovo e insolito, dove ben presto scoprirà anche l’esistenza di alcune creature diaboliche, che a loro volta inseguivano la sua amata. L’espediente della pioggia e dell’invisibilità rappresenteranno i capisaldi del gameplay di Rain, che con le sue tematiche e il suo modus richiama moltissimo lo stile di Limbo e di Ico. Sarete, pertanto, invisibili soltanto quando non bagnati dalla pioggia, che altrimenti vi renderà visibili alle creature che proveranno ad azzannarvi e quindi uccidervi: non avete alcuna barra di resistenza, nessun HP da poter consumare né oggetti di recupero. Un colpo, una vita, una morte. Scappare e nascondersi è essenziale per sopravvivere.

Per non farvi bagnare dalla pioggia e quindi restare invisibili dovrete sfruttare al meglio l’ambientazione e lo scenario: ripararvi sotto le tettoie, passare sotto i porticati, sfruttare le costruzioni in legno sono le più semplici delle strategie per camminare inosservati sotto la pioggia battente. Allo stesso tempo, però, dovrete fare del vostro meglio per evitare che le vostre orme, lasciate sull’asfalto bagnato, siano notate dalle vostre nemesi. Occhio, quindi, alle pozzanghere rumoreggianti e al normale pavimento sdrucciolevole. Ovviamente le orme risulteranno essenziali anche per voi che dovrete in qualche modo rendervi conto di dove vi trovate: l’invisibilità, infatti, è tanto per gli avversari che per voi, chiamati a seguire il percorso senza vedervi. Nella demo che abbiamo provato dopo un inizio molto flebile che ci ha permesso di prendere dimestichezza con l’invisibilità, ci siamo trovati costretti anche ad agire d’astuzia sfruttando la corporatura delle bestie.

Dopo aver attraversato il primo corridoio era necessario scavalcare una serie di casse di legno per poter superare un livello più alto della strada così da continuare il nostro inseguimento. Per poter far sì che questo accadesse dovevamo distruggere la struttura di legno che manteneva le casse, ma non essendo forti né resistenti era necessario sfruttare la carica degli avversari: dopo averli attirati, mostrandoci chiaramente sotto la pioggia alla loro vista, dovevamo farli correre verso l’asse di sospensione e farlo distruggere alle loro testate. Strategia spicciola, che però è giustificata anche dalle prime battute di gioco: sicuramente nell’avanzare di Rain l’impegno sarebbe andato ad aumentare, ma potremo confermarlo solo in sede di recensione.

Oltre alla possibilità di nasconderci l’unico pulsante d’azione che ci è tornato utile è stato quello della corsa: correre è spesso essenziale quando intercorre molto spazio dall’ultimo posto salvo al prossimo. Per nostra fortuna, per quanto le bestie siano molto più veloci di noi avendo quattro zampe, potremo giocare d’astuzia e anticipare le nostre nemesi, che comunque al minimo suono inizieranno a inseguirci. L’avventura comunque promette un gameplay variegato e stuzzicherà la vostra inventiva. Dimenticatevi quindi di poter trovare dinanzi a voi una linearità di lavoro che rischia di rendere semplificato l’intero processo, perché Rain è tanto profondo come sceneggiatura quanto complesso come gameplay. Inoltre l’intera storia è accompagnata da pitch di trama nello scenario, con un forte bianco come colore e momenti critici di narrazione in ogni riga.

Lo stile grafico, che è necessariamente un altro punto a favore della produzione, ricorda moltissimo, nonostante la derivazione giapponese del titolo, un’ambientazione europea: la città in cui è ambientato Rain è decadente, distrutta dalla pioggia, e in alcuni passaggi ricorda quasi Parigi con un’architettura gotica e dei toni cupi arricchiti dal periodo storico non felice. Una città che però non può essere sempre buia e sempre circondata dalla notte, ma un’ambientazione che presto si trasformerà anche in zone più allegre, come gli stessi sviluppatori hanno affermato in corso di presentazione: d’altronde vestiamo i panni di un bambino e i suoi occhi devono essere sognanti e fulgidi di speranze. Così Rain si trasformerà al meglio delle proprie possibilità di un prodotto pomposo e attivo. Abbiamo avuto modo di apprezzare anche la realizzazione sonora, dove oltre l’acqua piovana che cadeva in maniera incessante, abbiamo apprezzato anche il ritmo della melodia che incalzava con l’incedere dei passi e dell’atmosfera. Con un mood più sentito e con una situazione più concitata, la musica la faceva da padrone intensificando i passaggi. 

Rain è un titolo che ci ha trasmesso magia e che trasuda successo da ogni poro: può essere la favola videoludica che tutti aspettavamo dopo Ico e la stessa storia può senza dubbio diventare la sceneggiatura dell’anno per i temi dolci, malinconici e ben presto empatica. Un gameplay molto semplice e intuitivo che vi lascerà godere al meglio quella che sembra una graphic novel ispirata e che attraversa tutti i muri imposti dall’arte. Merita di essere il retail che tutti aspettano.
 

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