Provato Expeditions | Gamescom 2023
Un po' hands-on e un po' hands-off per Expeditions, il nuovo gioco della serie di Mudrunner che decide di escurrere verso lidi più user-friendly.
Expedition è il gioco che potrebbe finalmente avvicinarmi al genere dei driving sim stile Mudrunner e simili. No, non esagero.
Mi sono approcciato a questo prova relativamente cauto, incerto ma comunque incuriosito dal titolo mostrato per la prima volta durante l’Opening Night Live di questa Gamescom 2023. Ero con Federico ed Alessandro a poche file dal palco durante l’evento e la curiosità verso questo strano gioco di auto che tanto mi ricordava la sezione “montana” di Uncharted 4, con una spruzzata di Death Stranding e Flight Simulator.
E non c’ero andato poi così distante, dato che proprio durante la mia chiacchierata con uno dei developer entrambi i nomi sono saltati fuori, come sassi schizzati fuori da una ripida di scivoloso fango pronto a ingoiare ogni spruzzo di creatività per un genere così staticamente titanico come quello dei driving sim.
Expedition a Gamescom 2023? No, io guido per andare al lavoro
C’è una premessa che ti devo, ed è una trasparenza che tu che mi stai leggendo meriti per poter inquadrare le parole con le quali descrivo il mio provato: i driving sim mi hanno sempre visivamente annoiato. Non ho mai messo le mani su uno di essi, no, ma la miriade di live Twitch che mi sono capitate in home su titoli come Mudrunner o Snowrunner, titoli precedenti del team, mi hanno sempre tolto la voglia di provare ad affrontare il genere.
Troppo lunghi i tempi del core loop di gioco, troppa l’ossessività di voler consegnare il carico nel miglior tempo possibile, troppo l’altezzoso disprezzo verso la trasposizione videoludica di un attività quotidiana (il guidare) che per troppo e forse per sempre assocerò al lavoro, perché o stai guidando verso il lavoro o stai guidando dal lavoro verso casa.
Gli arcade riescono dove i sim, con me come target, falliscono
Di contro, i titoli fortemente arcade, come il recente Forza Horizon e il futuro The Crew Motorfest (del quale potreste sentirci parlare fra non troppo) mi sono sempre sembrati perfetti come porta d’ingresso nel genere ma si sono sempre rivelati la mia ultima e unica fermata nel contesto dei giochi di guida: mi devi divertire, anche se il tuo (praticamente) unico verbo di gioco è “guidare”.
Il problema di questi ultimi, però, è sempre stata la loro maggior forza di design: la “leggerezza” con la quale vorrebbero tu ti ci approcciassi. Se un gioco è facile da prendere in mano probabilmente è molto ma molto facile da mollare, e infatti nessuno dei Forza Horizon mi ha visto scorrazzare per molto più di 5 ore sulla miriade di ruote offerta dal titolo.
La parola chiave è “Missioni”
Allora perché dovrei essere qui a dirti che Expedition potrebbe essere il titolo che mi fa finalmente scivolare, anche solo parallelamente, nel mondo dei driving sim? Le missioni, e stiamo parlando di circa 30 missioni per ognuno dei 3 biomi visti.
Sì, se vedi anche tu lo stesso parallelismo che ci ho visto io (e che ci ha visto il developer), ossia che la voglia di provare ad applicare un linguaggio più mainstream ad un genere così tecnico come il driving sim sembri molto ciò che sta facendo Microsoft Flight Simulator con la prossima iterazione, probabilmente il team ha fatto centro.
Non sarà l’unica volta nella quale mi sentirai parlare di titoli che, provati in questa Gamescom 2023, hanno deciso di/provato a/voluto cambiare per abbracciare un pubblico più ampio, addirittura un pubblico nuovo (Alan Wake ne è forse l’emblema, dopo il trailer visto alla ONL di ieri), che magari grazie ad un gioco relativamente ibrido, riescono nel lungo periodo a conoscere e innamorarsi della serie “primaria”.
Non darò mai più un pendio fangoso per scontato
Quelle che Expedition ci piazza davanti sono missioni esplorative: arriva fino a lì, recupera quell’equipaggiamento da quel campo base, supera quella salita. È la scala di difficoltà, o meglio i modi dei verbi di gioco, a dare spessore alle relativamente semplici quest di gioco.
Dico semplici e non semplicistiche perché Expedition non si concede l’errore di accelerare troppo sulla varietà di obbiettivi, dosando pressione delle gomme, trazione di marcia e accessori esattamente come dobbiamo fare noi se vogliamo arrivare all’obbiettivo.
L’infarinatura di “umanesimo” che lo scope dei nostri obbiettivi impartisce a Expedition è piacevolmente intrigante: non guidiamo per consegnare carichi, ma dobbiamo scoprire la location di quel sito archeologico, o di questo accampamento dove poter scambiare accessori con una sorta di deposito, o di quell’area nella quale potremmo finalmente trovare una tanica di benzina abbandonata che ci potrebbe regalare un ultimo sprint verso il traguardo.
Meno libertà… significa più player
Expedition decide di avvicinarsi a giocatori e giocatrici come me mettendo quelli che altre realtà danno per scontato, i cosiddetti paletti, che Mudrunner tendenzialmente non ha. No, non parlo di libertà castrate, per chi gioca, ma di obiettivi specifici da prendere quasi come elementi di un puzzle, un po’ da interpretare provando e un po’ con la giusta preparazione.
É una scelta complessa e semplicemente geniale allo stesso tempo, soprattutto nel contesto di un mondo di gioco con 3 biomi, diversi mezzi, il giusto equilibrio tra la linearità di missioni semplici e la pericolosa libertà di affrontare il tutto senza obiettivi, e una spruzzata di RPG che ormai dobbiamo vedere ovunque, ma che qui non guasta, anzi.
A svolgere il ruolo di modificatori di stat qui non ci sono amuleti o cimeli, ma, essendo un sim game, accessori e specialisti, di diverso tipo, che, una volta sbloccati e scelti come “equipaggiamento” della missione, ci aiutano a districarci da situazioni complicate. Expedition è un gioco di Mudrunner, quindi anche solo una salita fangosa è una situazione complicata, sia chiaro.
La differenza sta nella preparazione
Se un meccanico di livello medio alto ci fornisce un argano in più, delle taniche aggiuntive a lato della carrozzeria potrebbero darci più autonomia, e servirà l’abilità di un tecnico per potenziare il drone con il quale potremo sorvegliare l’area immediatamente attorno a noi.
[L’idrologo non ho ancora capito che fa, ma lo capirò ad un’eventuale prossima prova…]
Parlo di argano perché uno dei tanti modi che il team di sviluppo ha voluto inserire per aiutare chi affronterà proprio con Expedition il genere dei driving sim per la prima volta, è proprio un argano, presente sia in forma monouso (nella prova avevo 8 di questi) che in forma, ben più libera da piazzarsi e da riprendersi, di argano riutilizzabile.
Ma poi, si chiamano argani o verricelli?
I monouso sono veri e propri argani che, alla pressione di un grilletto, potremo automaticamente ancorare ad un provvisorio albero per usarli come facilitatori di scalata. Sono però i riutilizzabili quelli pensati come aiuto per chi fin troppo presto sarebbe in grado di ragequittare un gioco del genere.
L’environment non è quindi un ostacolo all’obbiettivo implicito di gioco, ma É obbiettivo di gioco. Ecco che salta di nuovo fuori Death Stranding, no? C’è forse molto più voyeurismo in Expedition, di perfetto significato di gameplay, dato che guardarsi intorno con binocoli o drone fotografico è essenziale all’interpretazione della strategia di attraversamento del terreno tra noi e la nostra destinazione.
Non c’è molto altro che credo di poterti dire di Expedition, forse solo un accenno all’esistenza di una struttura a stagioni e season pass tipica del franchise di Mudrunner, frutto della volontà di voler supportare il gioco sul lungo periodo.
È anche e soprattutto la restituzione del voto di fiducia di molte/i fan nei confronti di un titolo così distante dall’idea di intrattenimento in senso stretto da sembrare fin troppo uno smacco a tutta l’industria (non lo ritengo distante dalle idee alla base di Power Wash Simulator, tbh).
Forse è proprio Expedition il titolo con il quale mi inizierò ad arrampicare a gattoni sull’ostico dirupo dei driving sim, forse ribalterò come la mia jeep durante la mia prova, ma non posso negare che Saber Interactive ci stia seriamente provando, e il loro sforzo di design vale il mio “dai, almeno provaci!”.
[Eccoti un utile link alla pagina Steam ufficiale del titolo]