Project Resistance – Anteprima TGS 2019
Ecco tutto quello che sappiamo sulla nuova esperienza pvp di Capcom nell’universo di Resident Evil.
Capcom sta rivivendo i suoi anni d’oro: con l’uscita di Resident Evil 2 Remake e di Devil May Cry 5 l’impressione è che la gloriosa era PlayStation 2 sia stata calata nella current gen, il tutto realizzando prodotti quando più possibile lontani dalla mera operazione commerciale, perfettamente in grado di soddisfare i nostri esigenti palati da videogiocatori che pretendono di degustare solo prodotti di prima qualità.
Project Resistance – che per il momento resta un nome provvisorio – non inventa nulla di nuovo, ma lo fa con una maestria tale da farci venire la bava alla bocca neanche fossimo un Licker. Il gioco consiste in un PvP 4 contro 1 in cui un videogiocatore mastermind avrà il compito di braccare gli altri quattro “semplici” umani, che avranno invece il compito di risolvere degli enigmi per fuggire dalla mappa di gioco, il tutto ovviamente cercando di rimanere in vita. Indiscrezioni dell’ultima ora segnalano che il gioco potrebbe prevedere anche una modalità single player, ma sicuramente il fulcro dell’esperienza sarà la sfida con altri giocatori in carne e ossa.
Niente che non si sia già visto in giochi come Friday the 13th The Game o Dead by Daylight, insomma. Ma stavolta è diverso, perché il nome di Resident Evil e la firma di Capcom sono in grado di accendere i riflettori su questo progetto donandogli caratteristiche uniche che sono mancate ai titoli sopracitati. In primis, tutto il variegato bestiario horror di RE: il mastermind potrà comandare Zombie, Licker e – per la prima volta nella serie Resident Evil – sarà persino possibile controllare il temibile Tyrant. Questo giocatore avrà inoltre il potere di manipolare l’ambiente, avrà accesso alle telecamere di sicurezza e potrà piazzare trappole, il tutto con l’intento di rendere la vita il più difficile possibile agli altri quattro malcapitati.
Questi, dal canto loro, avranno comunque motivo di esistere e materiale per divertirsi: l’appartenenza a quattro classi con abilità uniche ben distinte – sfondamento, supporto, offensivo e hacker – garantisce profondità al gameplay qualsiasi sia il vostro approccio preferito, oltre che incentivare la collaborazione tra i sopravvissuti, unico metodo valido per uscire indenni dai molteplici attacchi del mastermind.
Al TGS sarà possibile testare in anticipo Project Resistance, mentre seguirà una closed beta dal 4 al 7 ottobre dedicata agli iscritti all’Xbox Insider Program e ai RE Ambassadors. Fino al 18 settembre, invece, sul sito del gioco è possibile iscriversi per richiedere l’iscrizione alla beta pubblica.
Questo è quanto al momento sappiamo su Project Resistance, che come il nome suggerisce (o forse come Capcom vuole farci credere) si trova ancora appunto in fase progettuale e potrebbe subire importanti modifiche prima di giungere sulle nostre periferiche di gioco. Quel che è certo è che la formula proposta, già collaudata da altri titoli, può solo beneficiare dei personaggi, del carisma del brand e dell’ambientazione mai troppo abusata dei laboratori nella terra periferia di Raccoon City. Il RE Engine, infine, è sicuramente garanzia di immagini spettacolari e ricerca di fotorealismo, ma contaminato da sporadiche pennellate di arcade che noi fan di RE adoriamo perché marchio di fabbrica della serie da sempre.
L’appartenenza di Project Resistance all’universo di Resident Evil non significa che questi possa definirsi un survival horror: per quanto siano presenti buona parte degli elementi caratteristico del genere, questo spin-off è chiaramente pensato per offrire un divertimento più frenetico e meno esplorativo. Ne sappiamo però talmente poco che potremmo rimanere piacevolmente sorpresi – e speriamo sinceramente che sarà così – nel seguire questo successore spirituale di Resident Evil Outbreak, che al momento si presenta con tutte le carte in regola per essere l’ennesimo RE che non può mancare nella collezione dei fan.