Pro Evolution Soccer 2014 – [E3 2013] Pro Evolution Soccer 2014
Che E3 sarebbe senza i nuovi titoli calcistici dell’anno?
Allo stand Konami PES 2014 fa la sua comparsa ufficiale in versione demo e non abbiamo perso occasione di provarlo.
Bisogna innanzitutto specificare che al momento attuale Pro Evolution Soccer 2014 è previsto SOLO per current gen, dunque PlayStation 3, Xbox 360 e PC, lasciando così il panorama nuova generazione alla concorrenza. Se state dunque pensando di acquistare un gioco calcistico per PS4 o Xbox One sembra che al momento l’unica scelta sia Fifa 14.
Tornando al gioco, in questa build erano disponibili il Bayern Monaco neo campione d’Europa e il Santos di Neymar, dunque l’aggiornamento delle rose risale ancora a qualche tempo fa, considerando il recente trasferimento della giovane stella brasiliana al Barcellona.
Non era possibile modificare nulla della formazione, quindi non abbiamo idea di cosa sia cambiato nelle impostazioni, tranne che per alcune strategie di gioco che è possibile preselezionare per poterle attuare in partita.
Il nuovo motore grafico si nota subito e non può che essere ben accetto: Fluidity, derivato dal Fox Engine, sembra in grado di mostrare una qualità dieci volte superiore nella fedeltà dei volti dei giocatori, rendendo davvero difficile distinguerli dalla realtà. Anche le animazioni, la resa delle maglie che adesso sono elementi distinti dai corpi dei giocatori e i contrasti sono stati notevolmente migliorati, per un risultato finale chiaramente visibile sin dal primo momento.
In particolare gli effetti luminosi meritano una menzione speciale, ma tutto il comparto funziona benissimo: guardare un replay non è mai stato così piacevole, e PES si conferma al top su questo aspetto ancor più che negli anni precedenti.
Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, però, le impressioni non sono state le migliori.
Prima di tutto, la promessa di Konami sul nuovo sistema di “azione” sembra fallita quasi totalmente. Si pensava i giocatori avrebbero lottato più spesso per la palla, e in un raggio d’azione più ampio, invece sembra quasi che ci sia una barriera attorno al pallone in grado di allontanarli.
Oltre la metà dei passaggi finirà sistematicamente a due centimetri dal piede del vostro giocatore che rimarrà immobile a guardarla mentre si allontana, e questo vale sia per il difensore più roccioso che per Franck Ribery. Lo stesso problema si ripresenta durante la corsa palla al piede, troppo facile da interrompere proprio perché il giocatore in possesso non riconoscerà l’avvicinarsi dell’avversario e dunque non si appresterà a proteggere la palla, perdendola al primo tackle. Infine durante le collisioni si nota una lentezza generale nel ripartire per recuperare la palla vagante, con i giocatori di entrambe le parti che restano a fissarla per un secondo o più, fermi sul posto.
Quest’ultimo caso diventa ancora più eclatante in una situazione che potrebbe sembrare rara ma che in questa build è stata stranamente frequente: l’autorete.
Ogni qualvolta un difensore si troverà a dover recuperare una palla che si sta dirigendo (anche lentamente) in porta, rimarrà fermo a guardarla; poi, nella maggior parte dei casi, si getterà in scivolata sul posto, rovinando goffamente per terra, mentre la palla si insaccherà in tutta tranquillità.
Sono cose che possono capitare, ma tre volte in due partite rischiano di essere un po’ troppo, soprattutto perché ciò dipende dai cross dal limite.
Ogni spiovente verso il centro dell’area si trasformerà in un potenziale autogol a causa di un portiere incerto e un difensore semi-impedito che correranno l’uno contro l’altro sino a impattare macchinosamente con la palla, spedendola verso la porta il più delle volte.
Si tratta sicuramente di un bug, di qualcosa da risolvere, ma essendo legato all’intelligenza artificiale e non al giocatore ha un grande impatto sul gioco.
L’aspetto più da migliorare riguarda i movimenti, lentissimi, ritardati e macchinosi, nonchè scriptati nella maggior parte dei casi. Non c’è fluidità, i cambi di direzione sono quasi impossibili e il rapporto attacco/difesa è tutto a favore del primo proprio perché è difficile manovrare i difensori e bloccare l’offensiva avversaria.
Ultima pecca è la mancanza di un vero sistema di dribbling, limitato ad alcune mosse specifiche eseguibili solo dai calciatori più virtuosi: tutti gli altri dovranno accontentarsi della classica finta di tiro e poco più.
Ma non ci sono solo difetti in questo PES e le ultime novità introdotte sembrano aver imboccato la giusta via per ridare al titolo Konami gli onori che storicamente merita.
Alcune animazioni sono ben riuscite, nel modo in cui chi dribbla evita l’avversario, i tackle dinamici che hanno modalità e risultati diversi a seconda di numerosi fattori quali posizionamento, abilità del giocatore avversario e tipo di intervento, persino i contrasti e le maglie strattonate hanno una resa ammirevole.
Passi in avanti anche per i colpi di testa, migliorati nella fedeltà dei movimenti e nella precisione tra posizione di tiro e direzione effettiva della palla.
Infine ritorna in grande stile la motivazione, e ciascun giocatore avrà un parametro “psicologico” per far incidere positivamente o negativamente fattori quali tifo, campo, andamento della partita e prestazione personale.
Le idee ci sono, le licenze ufficiali e le novità interessanti pure, ma sul piano del gameplay Konami deve riprendere le redini in mano e far tornare PES allo splendore di un tempo.
Almeno su questa generazione.