Persona 5 – Provato
Difficile a credersi, ma oggi sarebbe dovuto uscire nei nostri negozi Persona 5, l’attesissimo e acclamatissimo quinto capitolo del brand che ha reso Atlus una delle software house più rinomate nell’ambio del genere Jrpg. Sfortunatamente, però, il gioco è stato rimandato prolungando la nostra agoniata attesa fino al 4 aprile 2017, mentre il Giappone lo sta giocando dal settembre dello scorso 2016.
Persona è un raro esempio di una serie nata come semplice spin-off che di punto in bianco è riuscita a prendere il sopravvento sulla serie madre, in questo caso quella di Shin Megami Tensei. I primi accenni del successo del brand si notarono a partire da Persona 3 che diede un’importante svolta introducendo una serie di meccaniche completamente aliene al mondo del jrpg, tra cui la componente simulativa di vita vera che dava la possibilità al giocatore di andare a scuola, studiare, dare gli esami, trovarsi un lavoro, dedicarsi allo sport e uscire con le ragazze. Ma il vero trionfo che si trasformò in un vero e proprio fenomeno di culto, soprattutto nella terra del Sol Levante, è stato Persona 4 capace di sfornare ben una serie animata, un lungometraggio, un manga, 2 picchiaduro, un rhythm e un cross over con il suo predecessore.
Potete dunque immaginare come questo abbia influito sull’attesa e sulle aspettative della gente nei confronti del quinto capitolo che, stando a come è stato recepito in Giappone, sono state ampiamente ripagate e soddisfatte. Dopo averlo provato per un’ora abbondante negli uffici di Koch Media (finalmente in un’idioma a noi più comprensibile, ovvero l’inglese), siamo qui oggi proprio a confermare che il successo di Persona 5 in territorio nipponico è ampiamente giustificato. Ma non solo: visto che è periodo di San Valentino è anche l’occasione migliore per dichiarare apertamente l’amore per questa serie e nello specifico di questo capitolo numero 5, perchè Atlus ha realizzato una delle opere più incredibili che il panorama Jrpg abbia mai potuto offrire.
Chiariamoci, non stiamo parlando in termini assolutistici in quanto si tratta di una semplice ora di gioco in cui abbiamo potuto provare alcuni dei tanti elementi che caratterizzano il gioco, ma conoscendo la serie a menadito ci sentiamo di osare con certe affermazioni anche perchè il poco che abbiamo visto ci ha dato conferme sul tipo di qualità che troveremo nel prodotto finale.
Ma bando alle ciance e veniamo al sodo spiegando cosa ci ha colpito di questo Persona 5: innanzitutto la trama. Non è la prima volta che Persona affronti temi importanti e di attualità, ma questa volta si è superato andando ad affrontare questioni piuttosto scottanti come l’abuso e il suicidio, soprattutto in un setting come quello scolastico dove non è raro sapere di professori che approfittano della loro autorità per approfittare degli studenti più fragili e deboli. La storia quindi già dalle prime battute assume delle tinte più adulte sebbene il gioco non risparmi momenti di svago e gag per spezzare la tensione.
L’altro aspetto fondamentale a dimostrazione dell’evoluzione della serie sono i dungeon. Considerando che il tema portante di questo Persona 5 è il “furto”, i livelli in cui opereranno i nostri protagonisti, la banda denominata “Phantom Thieves”, sono disegnati proprio in funzione dello stealth, muovendosi con cognizione di causa, raggirando i nemici e superando le varie trappole e enigmi che ciascuna area propone. Non parliamo più, quindi, di vecchi piani generati in maniera procedurale formati da un sacco di stanze anonime e tutte uguali, ma di veri e proprie ambientazioni realizzate ad hoc e studiate per essere superate in maniera unica e sempre originale. A questi non mancheranno passaggi segreti e chiavi da trovare per sbloccare tesori e premi unici.
Ovviamente non si può parlare di Persona senza affrontare il discorso del combattimento e, di conseguenza, dell’utilizzo proprio dei Persona. Questo 5 in tal senso fa probabilmente il lavoro migliore che un fan della serie possa desiderare: ovvero pesca il meglio di tutti i capitoli e li fonde perfettamente in un unico grande combat system. Il Press Turn System rimane il perno principale delle lotte contro gli Shadow, ovvero quel sistema che permette, tramite lo sfruttamento dei punti deboli del nemico, di guadagnare turni extra e controllare l’andamento della battaglia. La particolarità è che una volta indeboliti tutti i demoni, oltre l’iconico all-out-attack (ovvero l’attacco di gruppo), sarà possibile decidere di parlare con i mostri e intavolare una negoziazione per invitarli a unirsi noi (sottoforma di Persona evocabili sempre e solo dal protagonista) oppure per consegnarci oggetti o denaro, esattamente come accadeva nei primi 2 capitoli di Persona o, più in generale, nella serie Shin Megami Tensei. Oltre a questo, c’è un bellissimo ritorno delle armi da fuoco, tanto potenti e letali quanto costose e da usare con premura, a causa delle munizioni risicate.
Concludiamo poi con l’eccellente direzione artistica e l’incredibile comparto musicale che il gioco propone. Il primo risulta talmente bello e unico che non si percepisce minimamente che si tratta di un porting della versione PS3. Lo stile cartoon dei personaggi, accompagnato da quella che è senza ombra di dubbio l’interfaccia grafica (specie quella dei menu) più bella mai vista in un gioco del genere, lo rendono perfetto a nascondere eventuali limiti tecnici. Senza contare poi la bellezza e il fascino di una Tokyo ricreata con una cura maniacale che, per chi ci è stato e lo ha vissuto, non potrà non sentire nostalgia di quei luoghi. Anche solo prendere la metropolitana crea un feeling così familiare che ti fa sentire veramente come nella celebre metropoli giapponese.
In attesa quindi di entrare nel dettaglio in sede di recensione, semplicemente ribadiamo quanto già detto a più riprese in questo articolo: Persona 5 è potenzialmente a tutti gli effetti uno dei migliori titoli di questo 2017 e, di conseguenza, il miglior Jrpg a turni su console casalinga come non se ne vedevano da anni. Atlus ha tirato fuori tutto il suo talento e lo ha riversato totalmente in questa quinta essenza di Persona che lo eleverà come uno di quei titoli che potrebbero riscrivere la storia del genere, nonostante in occidente possa risultare un po’ più di nicchia rispetto a brand come quello di Final Fantasy. Ce la farà? Noi glielo auguriamo con tutto il cuore.