Overkill’s The Walking Dead closed beta – Provato
Uno degli scenari post apocalittici più bistrattati negli ultimi anni è sicuramente quello che vede protagonisti orde di zombi mangia cervelli. Basta infatti fare una rapida ricerca per trovare quantità industriali di film, videogiochi e serie televisive che raccontano in modo tanto simile quanto diverso un mondo colpito da questa dilagante infezione zombi. I videogiochi, come già anticipato, non sono esenti da tutto ciò e più di una volta ci hanno regalato perle indimenticabili come The Last of Us, che riceverà a breve il secondo attesissimo capitolo.
Anche 505 Games e Overkill Software hanno deciso di sviluppare il loro nuovo videogioco in questo tipo di setting, cercando però di puntare maggiormente sulla cooperazione tra giocatori piuttosto che su filoni di trama preimpostati. Abbiamo già avuto la possibilità di provare Overkill’s The Walking Dead durante l’E3 2018, primo contatto che ci aveva sì convinti ma che ci aveva lasciato anche non pochi dubbi, in parte ritrovati anche durante la prova della closed beta per PC rilasciata nei giorni scorsi.
La beta si è articolata in tre sessioni, ognuna delle quali permetteva di affrontare nuove missioni e quindi occasioni per approfondire quello che non abbiamo potuto carpire durante la nostra prova a Los Angeles. Dopo il primo avvio ci siamo trovati davanti a una piccola mappa contenente alcune delle tante missioni che saranno disponibili nella versione finale di Overkill’s The Walking Dead. Per avviare la prima missione ci viene richiesto in prima istanza di selezionare il livello di difficoltà per poi unirsi ad un party attraverso il matchmaking, decisamente lento ad essere sinceri.
Completato il processo di matchmaking, vi ritroverete una lobby dove avrete la possibilità di selezionare personaggi, armi e abilità. I personaggi a disposizione sono quattro: Heater, abile nell’utilizzo della balestra, Aidan, che riveste il ruolo del tank nel team e ha nel suo equipaggiamento una flashbang, Grant, in grado di lanciare bombe molotov, e infine Maya, in grado di lasciare a terra kit medici per i compagni. Siamo riusciti a provare tutti i personaggi e non abbiamo riscontrato particolari differenze in termini di “qualità” se non appunto nello stile di gioco, che è indubbiamente diverso in base al ruolo scelto.
Tornando alla missione, appena avviata la partita, ci verrà mostrata una breve cut scene dalla quale apprendiamo a grandi linee l’incipit della trama e che ci introduce alla nostra prima missione, che ha come unico obiettivo la protezione dell’avamposto dalle orde di zombi. L’avamposto è dotato di tre accessi deboli che dovremo tenere sott’occhio per tutto il corso della missione e che periodicamente verranno danneggiati e distrutti dalle orde nemiche, motivo per cui dovremo posizionare filo spinato per rallentare i nemici e munirci di assi di legno per ricostruire rapidamente i cancelli. Le prime ondate risulteranno abbastanza semplici, mentre per riuscire a gestire le successive sarà necessaria una buona coordinazione con il team e una buona gestione delle munizioni, che tenderanno a finire praticamente subito.
Terminata questa prima missione, veniamo invitati ad andare a ritirare la nostra ricompensa presso il rifugio, all’interno del quale si potrà accedere solo tramite il matchmaking, quindi con minimo un altro giocatore. In questa zona social sarà possibile completare le missioni, ricevendo le eventuali ricompense, attivarne altre oppure acquistare nuove armi ed equipaggiamenti. Nel gioco completo si potrà anche potenziare l’accampamento con un sistema simile quanto abbiamo visto in State of Decay 2, anche se ovviamente molto più semplificato.
Le successive missioni che abbiamo provato avevano tutte qualcosa a che fare con un gruppo conosciuto come “The Family”, che in un modo o nell’altro cerca di ostacolare noi e gli abitanti dell’accampamento. Durante lo scontro con i walker, sembra infatti che alcuni membri di questo gruppo siano entrati in possesso dei nostri depuratori d’acqua, cosa che ovviamente ci spinge ad entrare in azione per cercare di riprendere ciò che è nostro. Affrontare questa missione senza un approccio iniziale di tipo stealth può rivelarsi fatale, consigliamo infatti di affrontare i nemici umani con un approccio furtivo così da evitare il fuoco incrociato derivante dai tantissimi nemici presenti.
Il gameplay resta uguale a come lo abbiamo trovato durante la nostra prima prova all’E3: un gunplay non eccezionale ma che comunque soddisfa a sufficienza, stealth e crafting che rendono l’azione sicuramente divertente e, ovviamente, la cooperazione, senz’altro fondamentale per la riuscita della missione. Persistono i soliti problemi, ovvero un’IA umana che non ci è sembrata per niente brillante, un quantitativo non indifferente di bug e una grafica non proprio rivoluzionaria, anche se, nel complesso, il motore di gioco ci è sembrato ben ottimizzato e raramente abbiamo notato freeze o cali di frame.
Questi giorni di closed beta sono sicuramente serviti agli sviluppatori per testare al massimo il loro nuovo gioco, ma a nostro avviso sono serviti molto anche ai giocatori per farsi un’idea generale di che tipo di gioco è Overkill’s The Walking Dead. Siamo riusciti a provare vari scenari tra cui quello con l’obiettivo di proteggere l’accampamento dagli zombi, che ha richiesto un’ottima cooperazione con i compagni di squadra, e alcune missioni contro il gruppo “The Family”. Nonostante ci siano molti aspetti che abbiamo apprezzato, permangono tantissimi dubbi riguardanti la varietà degli ambienti e delle missioni, mentre non abbiamo riscontrato grossi problemi sul fronte gameplay che per quanto ancora imperfetto, ci è sembrato davvero divertente e, se giocato in compagnia, in grado di reglare momenti particolarmente intensi e adrenalinici.