Onrush – Provato
Invitati da Koch Media, abbiamo provato in anteprima Onrush, racing game arcade che punta tutto sul gioco di squadra, la spettacolarità e che ha tra le sue mire quella di affermare nel panorama dei giochi di corsa la branca dei combat racing game.
Si accendono i motori, si spengono le luci
Il panorama attuale dei racing game vede un gran numero di simulativi che fanno a sportellate per stabilire nuovi parametri di realismo cercando – nei limiti imposti dal medium – di appagare le esigenze di chi cerca divertimento nella velocità. Tutto questo realismo, tra pistoni fumanti e scocche lucenti, non trova però una nemesi arcade in grado di controbilanciare lo stress della simulazione con un po’ di sana baraonda. Onrush prova ad inserirsi qui, in quel vuoto cosmico che il mondo videoludico non ha saputo colmare in questi anni tra piccoli e grandi fallimenti, portando la sua dose di personalità, ma soprattutto provando a discostarsi dai canoni classici del racing arcade.
Lo scopo non è quello di arrivare primi, bensì quello di soddisfare determinati obiettivi che ogni tipologia di gara offrirà, dal controllare una zona mentre correte a perdifiato, al concatenare brevi scatti e accelerazioni col turbo, al più classico elimina tutti gli avversari; il tutto in un contesto di gara a due squadre di sei piloti ciascuna. Il gioco di squadra dunque è fondamentale, proprio perché ogni macchina o moto ha abilità passive e attive specifiche che vanno gestite e inserite in un contesto di squadra per creare un’alchimia potenzialmente devastante. In Onrush non vince il pilota più bravo, ma la squadra meglio affiatata.
Agli obiettivi da compiere per vincere e alle abilità di ogni singola macchina, si aggiunge un terzo pilastro della struttura ludica di Onrush: gli scontri. In stile “Burnout”, gli spettacolari incidenti di Onrush avranno sia un valore emozionale (alcuni di essi infatti saranno davvero ben coreografati) sia un valore ludico: eliminare le macchine neutrali vi permetterà di guadagnare turbo ed eliminare gli avversari vi garantirà un vantaggio “sul campo”.
Mani sul volante in direzione esports
Insomma, scontri eclatanti, macchine dalle abilità più disparate e gioco di squadra necessario alla vittoria, la combo perfetta per un successo garantito. Ma non è tutto oro ciò che luccica, diceva quel famoso tale: Onrush, infatti, non è esente da difetti; se questi verranno sistemati prima e dopo il lancio allora forse il combat racing game di Codemasters avrà centrato il suo obiettivo. L’infrastruttura ludica, infatti, ci è sembrata un po’ scarna, con appena una modalità single player, una modalità multigiocatore ed una modalità partita veloce. È chiaro che il gioco vuole, anche a detta degli sviluppatori, abbracciare il mondo competitivo introducendo un racing game che trae ispirazione dalle dinamiche di Overwatch (abilità, team work, struttura online) puntando al settore eSports. Dal punto di vista single player, dunque, la sola modalità campagna strutturata in vari stage caratterizzati solo da ambientazioni diverse ci è sembrata tropo poco per sostenere l’intera infrastruttura offline.
Se quindi con aggiornamenti costanti e nuove possibili modalità il problema dell’infrastruttura ludica è superabile, il dubbio maggiore ci è sorto sulla effettiva accessibilità del gioco per coloro i quali non vogliano diventare dei “pro player”. La caratteristica dei giochi di corsa non simulativi è sempre stata quella di un divertimento che andasse al di là della pura competizione e che non necessitasse di una grande conoscenza delle meccaniche di gioco per essere padroneggiato; Onrush ci è sembrato tradire un po’ questa filosofia, portando un combat racing game che necessita di un team affiatato e di una padronanza delle abilità molto alta per essere goduto al massimo delle sue potenzialità.
Dal punto di vista tecnico invece, il gioco non è di certo il meglio sul mercato ma neanche il peggio: si piazza in una fascia media con l’attenuante che la build finale, a detta degli sviluppatori, sarà sostanzialmente migliore.
Onrush ci ha sorpreso: il combat racing game di Codemasters è un’altalena di sensazioni positive e meno positive. Se dal punto di vista ludico l’accezzione competitiva e non classica sembra essere una scelta azzeccata in grado di divertire, dall’altra la pochezza delle modalità (soprattutto offline) e la percezione di una non massima accessibilità per i casual gamer sembrano limitare le potenzialità del titolo. Solo in sede di recensione, però, potremo fugare questi dubbi con una riserva in attesa del supporto post lancio.