Okamiden – Anteprima Okamiden
Quando il videogioco diventa arte
In tempi passati i videogiochi non hanno certamente goduto di una buona fama. Nel pensiero comune essi appartenevano a un mondo ristretto di persone che riuscivano a divertirsi comandando qualche strambo personaggio. Col passare degli anni però, grazie all’avvento di nuovi giochi e tecnologie, i videogiochi finalmente vengono visti con un occhio più positivo. Addirittura si è spesso sollevata la questione se è giusto ritenere, in tempi moderni, il videogioco una forma d’arte. Tutt’oggi è difficile dare una risposta definitiva, ma senza ombra di dubbio i videogiocatori sono stati testimoni di grandissimi capolavori. Scendendo più nel particolare, già nell’epoca PlayStation 2, un titolo totalmente fuori dall’ordinario ma che proprio per la sua singolarità ha fatto innamorare i giocatori, può far nascere quel dilemma di cui si parlava prima. Stiamo parlando di Okami, gioco che ha saputo fare dell’arte e dell’estetica i suoi punti di forza. E proprio per la sua capacità di coinvolgere i suoi giocatori, come pochi videogiochi hanno fatto, è in programmazione per Nintendo DS il seguito del titolo già visto quattro anni fa su PlayStation 2 e poi su Wii: Okamiden: Chisaki Taiyou.
Continua la magia
Okami è indubbiamente un gioco che merita elogi e lodi, tuttavia non è stato apprezzato da tutti ottenendo solamente un discreto successo. Il perché di questo esito è facile da spiegare. Non sempre il nuovo, il particolare viene accettato totalmente, preferendo rimanere entro certi canoni. Specialmente nel mondo videoludico dove alcuni generi, come gli sparatutto, i platform, o i GdR, fanno da padroni. Okami infatti è difficile etichettarlo in un genere ben preciso. È giusto dare una piccola spiegazione a chi non conosce affatto il gioco. Ambientato nel Giappone medievale, il mondo avvolto dall’oscurità chiede aiuto alla dea del sole Amaterasu, incarnata in un bellissimo lupo bianco per poter svolgere il suo compito sulla terra. Ma come? Attraverso denti e artigli? Certo che no, altrimenti si cadrebbe nell’ovvietà. L’arma principale di Amaterasu è un pennello, precisamente il Pennello Celestiale. Il giocatore infatti, grazie all’ausilio degli stick analogici o del telecomando Wii, poteva creare dei disegni e farli diventare reali, come raffiche di vento per poter annientare i nemici. Un’avventura ricca di miti, leggende, di puzzle simpatici e azione coinvolgeva il giocatore sino ad ottenere la soddisfazione di aver riportato il mondo alla luce, con i suoi sfavillanti colori.
Con l’arrivo di Okamiden coloro che si sono innamorati del primo episodio potranno rivivere le stesse emozioni. Il mondo infatti è di nuovo preda delle tenebre, ma stavolta ad intervenire non sarà la bellissima Amaterasu ma un suo discendente: Chibiterasu, incarnato in un tenero cucciolo di lupo bianco. Essenziale sarà anche la partecipazione di un ragazzino, Kuni, che accompagnerà nel corso dell’avventura Chibiterasu per aiutarlo a risolvere gli enigmi e i puzzle.
Dipingere qua e là
Le meccaniche di gioco sembrano invariate in Okamiden, tuttavia le potenzialità del Nintendo DS permettono di sfruttarle al meglio. Innanzitutto dovrete far ricorso ai tasti direzionali per far muovere il piccolo Chibiterasu, mentre il touch-screen sarà utile per muovere Kuni e per usufruire del Pennello Celestiale. Realizzando disegni ben precisi e sempre diversi potrete far compiere delle azioni determinate al ragazzino in modo da poter risolvere correttamente gli enigmi in cui vi imbatterete. Anche i combattimenti richiedono l’uso del pennino e delle vostre capacità: mettendo in pausa il gioco di fronte ai nemici, potrete disegnare liberamente per realizzare le mosse adatte alle diverse situazioni. Inoltre nello schermo inferiore della vostra piccola console saranno visibili le mappe di gioco totalmente esplorabili, e i semplici menu. Quindi Okamiden, grazie al giusto sfruttamento delle caratteristiche del Nintendo DS, risulta molto più coinvolgente e giocabile rispetto al suo predecessore.
La classe non è acqua
Nemmeno dal punto di vista tecnico Okamiden delude. Il modello grafico si rifà anche qui a quello del suo predecessore, infatti tutto è riprodotto in grafica cell-shading. Quanto ai personaggi e alle ambientazioni, sembrano venir fuori dalla mano di un artista. Tutto è riprodotto secondo lo stile giapponese Ukiyo-e proprio per far entrare il giocatore nel vivo dell’atmosfera fantastico/giapponese. I grossi contorni e i colori accessi rendono lo stile magico, catturando coloro che lo ammirano.
Cresce la speranza
Okamiden : Chisaki Taiyou è il perfetto erede di Okami. La bellezza degli scenari, la libertà di gioco e la sua originalità tornano ad essere i punti di forza del nuovo titolo Capcom. Cresce la speranza di vedere apprezzato come merita un gioco del genere. Il Nintendo DS sembra infatti la console perfetta per avvalorare la giocabilità particolare di Okamiden. Senza ombra di dubbio si fa comunque un passo avanti per ritenere il videogioco una meravigliosa espressione dell’arte.