Nioh – Hands On

Solitamente, giocando una demo, si è portati a pensare che questa ci possa impegnare per svariati minuti. Per la demo di Nioh, disponibile per un periodo limitato (fino al 5 maggio) non è assolutamente così: ci ha divertiti e impegnati duramente per ore e ore di gioco. Il nuovo titolo sviluppato dal Team Ninja lascia subito intendere quali sono le premesse, dalla sua prima versione dimostrativa e non possiamo che esserne piacevolmente colpiti.

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Le atmosfere e lo stile di gioco di Nioh sono un mix ben congegnato di due saghe che tutti ben conosciamo: gli elementi stilistici pescano a piene mani da quelle di Onimusha (Giappone Feudale, demoni, samurai) mentre il gameplay è simile a quello della serie Souls, avendo però delle sue peculiarità.
I punti in comune con la serie capolavoro di  Hidetaka Miyazaki sono diversi, in primis la difficoltà e l’approccio al gioco: senza troppi fronzoli ci ritroveremo a vestire i panni di un naufrago sbarcato sull’isola di Kuroshima e, avventurandoci verso l’entroterra, ci ritroveremo ad affrontare diversi soldati e non solo. I meccanismi di gioco, in prima battuta, non ci verranno minimamente spiegati e le morti cominceranno ad accumularsi a causa dei combattimenti di una certa levatura in termini di difficoltà. Tutto ciò è strutturato però non in modo da risultare frustrante, anzi: ad ogni morte, ad ogni passo falso saremo spronati a oltrepassare l’ostacolo, imparando sia le meccaniche di gioco che le tecniche con le quali affrontare gli scontri e i vari avversari.

Altro elemento comune ai Souls è la presenza degli Altari (corrispettivi dei Falò). Pregando presso di essi sarà possibile compiere diverse azioni, come:  spendere le cariche di Amrita, conseguite uccidendo i nemici, per salire di livello, migliorare i parametri del nostro personaggio e apprendere abilità (diversificate per tipologia di arma) che arricchiranno ulteriormente il nostro stile di combattimento oppure ricaricare le cariche di oggetti curativi a nostra disposizione, col conseguente respawn dei nemici o ancora creare armi ausiliarie grazie alle abilità ninja oppure cambiare lo Spirito Guardiano che ci affiancherà, dandoci diversi vantaggi. Ad ogni morte tuttavia perderemo tutte le cariche di Amrita conquistate e non spese fino a quel punto, inoltre lo Spirito abbandonerà il nostro corpo conservando le cariche proprio sul punto del decesso: nel caso in cui, ripartendo dall’ultimo Altare visitato, riuscissimo a raggiungere lo Spirito questo ritornerà a riaffiancarci restituendoci gli Amrita. Se invece dovessimo morire nuovamente nel tentativo allora le cariche saranno perse per sempre e lo Spirito tornerà da noi automaticamente ma a mani vuote.

Nioh però ha anche dei suoi elementi peculiari che lo caratterizzano e lo distinguono dalla serie di Miyazaki. Tanto per cominciare, rispettando lo stile di combattimento dei samurai, non esistono gli scudi: le armi verranno impugnate sempre a due mani, anzi l’impugnatura giocherà un ruolo fondamentale nella strategia degli scontri. Sarà possibile infatti impugnare le armi in tre diverse modalità (bassa, intermedia e alta) ognuna delle quali darà determinati vantaggi nell’economia del combattimento: con l’impugnatura alta ad esempio causeremo molti più danni, mentre invece con quella bassa gli attacchi saranno meno potenti ma più rapidi. Potendo sferrare inoltre attacchi sia potenti che deboli, per un totale di tre impugnature, per tre diverse tipologie di armi (spade, lance e asce) ne consegue che i moveset a disposizione sono abbastanza numerosi.

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Altro punto in comune/differente ai Souls è il Ki, paragonabile alla Stamina. Per ogni azione compiuta, dal correre, allo schivare, all’attaccare consumeremo una parte della barra di Ki. Tuttavia nel momento in cui sferreremo un attacco entrerà in gioco il Ritmo Ki: nell’istante successivo al fendente sferrato il tratto di barra consumato dall’azione compiuta diventerà bianco per un istante e, a patto di premere il tasto R1 opportunamente, il Ki consumato ci verrà restituito. Viene da sé che padroneggiando questo stratagemma i vantaggi in combattimento saranno abbastanza sensibili, fungendo sicuramente da elemento cruciale per “combattere” l’alta difficoltà del gioco.

Le “novità” tuttavia non sono ancora finite: in Nioh è possibile usare anche la magia, considerata come un parametro a sé stante. Questa però è introdotta più come un elemento ausiliario allo scontro con arma bianca, dando ad esempio dei bonus elementali alle armi impugnate.
Tutti gli elementi visti fino ad ora fanno intendere come Nioh abbia un suo stile, unico nel suo genere ma con spunti già visti. Soprattutto negli scontri la spiccata difficoltà che caratterizza la demo (e di conseguenza, sicuramente, la versione definitiva) non risulta come abbiamo accennato fastidiosa o frustrante ma motivante, perfetta per chi cerca la vera sfida all’interno di un gioco. Combattere con un solo avversario sarà inizialmente complicato, con due avversari sarà molto più difficile mentre affrontarne tre equivale già al game over.
Tuttavia gli elementi come il Ritmo Ki, le varie impugnature e la magia rivoluzionano il sistema di combattimento, facendolo evolvere in una versione più action rispetto ai Souls.

Girovagando per i due stage della demo di Nioh è possibile incontrare anche dei piccoli spiriti a cui indicare la via per l’Altare, potenziando quest’ultimo. Questi infatti renderanno disponibili delle benedizioni tramite le quali potremo avere vantaggi o in termine di equipaggiamento droppato dagli avversari, in Amrita raccolti, in numeri di oggetti curativi o di munizioni in quanto, oltre alle armi bianche, sarà possibile utilizzare anche un arco per bersagliare i nemici anche dalla distanza, cosa comunque possibile anche tramite l’uso di altre armi ninja (quelle a cui abbiamo accennato in precedenza).

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Inutile girarci intorno, le prime impressioni su questa prima versione giocabile di Nioh sono nettamente positive. La demo, pur essendo una versione alpha, ci ha intrattenuti per ore e ore senza mai annoiarci o frustrarci per le numerose morti. Nioh si preannuncia come un mix sapiente di caratteristiche già viste nella serie Souls con elementi molto innovativi, in salsa Onimusha, che potrebbero contribuire a dar vita ad un nuovo gioiello della storia videoludica. 
Pur trattandosi soltanto di una versione dimostrativa ci sentiamo di sbilanciarci e dire che le premesse per un capolavoro ci sono tutte, non ci resta che aspettare l’uscita, prevista entro la fine di quest’anno.

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