Nintendo Switch OLED – L’abbiamo provata
Abbiamo potuto mettere mano all'ultima fatica hardware di Nintendo.
Nintendo Switch OLED è stata annunciata solo qualche settimana fa, ma fin da subito è stata accolta con alcuni degli estremismi ai quali il panorama videoludico ci ha ormai abituato: chi da un lato la accettava a occhi chiusi, infantilmente fiducioso della qualità di questa nuova console, dall’altro chi invece vedeva in questa nuova forzata iterazione solo un temporeggiare, in attesa di quella revisione hardware da molti vista non solo come utile, ma perfino necessaria.
Non vi nascondiamo che chi vi scrive era un po’ nel mezzo, in dubbio e relativamente scettico sull’effettiva “necessità” (fra virgolette perché, checché se ne dica, le console e i videogiochi sono ancora tecnicamente beni di lusso) di questa Nintendo Switch OLED, ma pronto, come in ogni altra situazione, a cambiare idea. Idea che, lo scoprirete a breve, è effettivamente cambiata una volta che abbiamo potuto mettere le mani sulla console, negli uffici di Nintendo, qualche giorno fa.
Primo impatto, aka Schermo OLED e Audio
Le caratteristiche di Nintendo Switch OLED ormai le conosciamo a memoria, e le conoscevamo chiaramente nel momento in cui abbiamo intravisto per la prima volta la console dal vivo, però vi mentiremmo se dicessimo che il palco dei nostri dubbi e delle nostre incertezze non è crollato alla velocità della luce una volta visto lo schermo. Sì, il primo impatto è stato proprio con lo schermo, peraltro spento, di Nintendo Switch OLED. Anche se effettivamente solo di 0,8 pollici (circa 2 cm) più ampio di quello di Nintendo Switch, già da spento questo schermo ci è sembrato estremamente più grande e non solo, perfino meglio “distribuito” lungo la dimensione della console.
Una volta accesa la console, la sorpresa è stata anche maggiore: lo schermo OLED si nota tutto, dalla vistosità dei colori alla profondità dei neri, anche solo nei pochi elementi costituenti la UI del menu principale di gioco. Curiosi di vedere cosa Nintendo Switch OLED poteva ancora regalarci, almeno in campo visivo, abbiamo avviato Mario Kart 8: l’impressione è stata quella di vederlo con occhi completamente nuovi, tanto da distrarci dalla pista per perderci nel cielo scuro dell’Elettrodomo o nei colori del Dolce Dolce Canyon. La soddisfazione visiva rimane di alto livello anche su Super Mario Odyssey, calando però un po’ di fronte alle palette cromatiche di The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild: in questo caso la ragione sta proprio nelle scelte estetiche del titolo, non sulla capacità della console in sé.
Un secondo aspetto che ci ha sorpreso, subito dopo lo schermo, è stata la potenza dell’audio: al massimo volume, in modalità portatile, era a un volume tale da dare l’impressione di essere collegato a un monitor, sfruttando le sue casse per riprodurre i suoni; la potenza è davvero elevata, e possiamo immaginare quanto questo potrà essere utile quando magari vorremo giocare in un ambiente rumoroso e non avremo le cuffie con noi.
Hands-on, letteralmente
In mano Nintendo Switch OLED non ha “nulla di nuovo” da raccontare: la differenza di peso è quasi impercettibile, lo spessore dei Joy-Con (leggermente più sottili in questa revisione della console) praticamente identico a prima, come è rimasta immutata la sensazione di apparente “fragilità” della console in mano, figlia di quanto già provato con la prima Nintendo Switch. Non si arriva mai a un effetto cheap, sia chiaro, in mano Nintendo Switch OLED è e sembra costantemente un prodotto premium, diciamo solo che qualche scricchiolio qui e lì ha riaperto cicatrici psicologiche che pensavamo guarite.
Sin dall’annuncio lo stand era una la feature che più aveva incuriosito chi vi scrive, qualcosa che affossava molto l’esperienza da tavolo della Switch originale: per chi lo ricorda, o per chi ancora la maneggia quotidianamente, lo stand di Nintendo Switch non restitutiva la migliore dell’esperienze, né nel suo utilizzo, sempre troppo ballerino per sembrare promettente a dovere, né nella sua apparente solidità strutturale. Nintendo Switch OLED alza il tiro come non mai con uno stand che si estende su tutta la lunghezza della console e che arriva a piegarsi fino a quasi 150°, permettendo praticamente ogni utilizzo da tavolo, per qualsiasi tipo di utente: abbiamo provato diverse posizioni e lo stand si è in tutta onestà dimostrato stabile in ognuna di esse.
Anche la solidità promette bene, con una plastica che ci è sembrata, in ogni momento, abbastanza resistente da tenere stabile Nintendo Switch OLED ma abbastanza flessibile da poter essere spostata senza fare troppa attenzione. Grande la soddisfazione anche per il clic del ritorno in sede dello stand.
Imparare dagli errori
Senza citare il drifting dei Joy-Con, i “difetti” della prima Nintendo Switch sono ben chiari alla community, e uno di questi era la leggera usura di cui soffriva anteriormente lo schermo nel momento in cui veniva frequentemente inserito e tolo dal dock.
Il nuovo dock è più spazioso, tanto da lasciar “ballare” Nintendo Switch OLED in un modo che ci aveva inizialmente preoccupato e che, con il sennò di poi, ancora si apre a scenari potenziali che un po’ ci inquietano ma che sicuramente è un forte segnale verso la community, qualcosa che chiaramente fa capire che “siamo ascoltati”.
Affordance e piccoli particolari
Rimanendo in argomento dock, c’è una piccola evoluzione anche a livello strutturale, oltre all’aggiunta dell’ingresso LAN per connessioni più stabili e sessioni di multiplayer più soddisfacenti, ossia la possibilità di rimuovere completamente il copri-alloggiamento posteriore per i cavi. Sembra una piccolezza, però predispone idealmente il nuovo dock di Nintendo Switch OLED a un utilizzo inaspettato, cosa ovviamente non confermata in alcun modo da Nintendo, ossia al poter essere… appeso.
Lo sappiamo, ci stiamo lasciando tentare dai pensieri scaturiti dall’eleganza della dicotomia bianco-nero di questa nuova Switch, ma è un’impressione che abbiamo avuto in modo così naturale da non poterla non condividere con voi che ci leggete.
Tiriamo quindi le somme di questo primo hands-on con Nintendo Switch OLED. I dubbi che chi vi scrive aveva al momento dell’annuncio sono sfumati molto velocemente una volta potuta vivere con mano quello che la console vuole dire, da quelli sull’effettiva necessità di uno schermo OLED a quelli frutto invece della delusione verso la scelta di non revisionare Switch dal punto di vista della mera potenza. Lo schermo è un passo avanti che si vede sin dai primi momenti, come lo è la potenza audio, lo stand revisionato si apre a uno spettro di utilizzo molto vario e, in toto, Nintendo Switch OLED non sembra figlia di compromessi, cosa che invece Nintendo Switch Lite ha rappresentato e ancora rappresenta. La vera domanda che rimane è: a chi è indirizzata? Questo è un aspetto sul quale, anche in fase di prova, abbiamo ragionato molto: Nintendo Switch Lite è pura portabilità, con i relativi limiti; Nintendo Switch è versatilità, con l’ago della bilancia dell’utilizzo sbilanciato leggermente verso la modalità docked; Nintendo Switch OLED si vuole ritagliare un nuovo target, quello del giocatore che la utilizza sì in portabilità ma che non vuole rinunciare alla fedeltà visiva e alla potenza dell’audio che il collegamento a una TV già gli garantiscono.
Questo da un lato rassicura chi è già possessore di Nintendo Switch, che non deve in alcun modo sentirsi costretto a questo upgrade a Nintendo Switch OLED, dall’altro deve ed è giusto che sia un motivo in più, per tutti quelli che ancora non hanno una Switch, per acquistare questa versione che sembra, volontariamente o meno, piazzarsi al limite fra l’utilizzo handheld e quello in modalità tavolo.
Nintendo Switch OLED ha insomma convinto perfino lo scettico. La domanda ora è: convince e convincerà anche voi? Non abbiamo che da attendere l’8 Ottobre per scoprirlo.