Need for Speed – Hands-on
Nonostante la mia passione per i JRPG ed i titoli più “posati” ho, in fondo in fondo, un’anima assolutamente tamarra: i miei guilty pleasuresper eccellenza, quei titoli che tanto amo ma che, apparentemente, non c’azzeccano proprio niente con la mia persona, sono i racing game arcade, ma proprio tutti i racing game acrade. Durante la mia lunga carriera di videogiocatore ne ho provati di tutti i tipi, dai Mario Kart aiWipeout, dagli Out Run ai Need for Speed. Potete immaginare quindi come io mi sia sentito quando, a cavallo tra la scorsa e l’attuale generazione di console, sono morte alcune tra le più famose ed illustri serie appartenenti a questo genere: ero in un vero e proprio lutto, tanto che la speranza di rimettere mano su di un Burnout o su un Project Gotham Racing erano ormai prossime allo zero. Fortunatamente però è arrivato DRIVECLUB a colmare, almeno un poco, il mio appetito automobilistico: un gioco non privo di difetti, sia chiaro, ma che a mio avviso è stato bistrattato anche più del necessario.
Pure da Electronic Arts ormai non mi aspettavo quasi più nulla prima dell’E3: Burnout era morto, Criterion non si sapeva cosa stesse facendo, mentre Ghost Games non aveva avuto esattamente un buon debutto con il suo Rivals. Con mia somma sorpresa però, durante l’evento di Los Ageles, ha dato gran mostra di sé il reboot ufficiale proprio della storica saga Need for Speed, il quale sembra prendere quanto di buono è stato fatto negli episodi precedenti per racchiuderlo in un nuovo e fiammante prodotto. Figuratevi quindi se allaGamescom 2015 mi lasciavo sfuggire l’hands-on con la demo del titolo in questione!
La parola d’ordine di questo nuovo Need for Speed è senza alcun dubbio “personalizzazione”. Ritorna infatti la completa e totale customizzazione della propria auto in praticamente ogni singola componente. Al giocatore verrà data la possibilità di modificare non solo l’aspetto esteriore del mezzo ma anche quello “interiore”, vale a dire motore, sospensioni, turbo e via dicendo; una caratteristica, questa, che mancava da parecchio tempo nella serie di Electronic Arts e che i fan richiedevano a gran voce. Ghost Gamesperò non si è fermata qui poiché, come è già accaduto per la serie Forza Horizon, sarà possibile adattare alle proprie esigenze anche lo stile di guida vero e proprio. Dalle opzioni ci verrà dato modo di impostare il grado di “realismo” con cui affrontare le gare, andando da un gameplay estremamente arcade ad uno più orientato alla simulazione. Tutte queste possibilità mi hanno piacevolemte colpito e non vedo l’ora di potermi sbizzarrire con vernici opache, spoiler, neon ed areografie di ogni tipo!
Comunque sia, durante la mia prova ho logicamente impostato l’indicatore sbilanciandolo maggiormente verso la componente arcade e il risultato ottenuto, manco a dirlo, ricordava molto da vicino quando visto in Need for Speed: Most Wanted, quello sviluppato da Criterion Games per intenderci. Davvero niente male!
Un mondo sempre online
L’altra grande novità, che poi tanto novità non è, è la costante connessione online richiesta per giocare. Una cosa già vista in parte in Rivals e che ritorna più prepotente che mai in questo reboot. L’idea di Ghost Games è quella di allestire una città viva, sempre piena di cose da fare e ricca di imprevisti: il gioco sarà infatti basato su “istanti” nei quali un numero prefissato di giocatori popoleranno le altrui strade causando non poco scompiglio. Una metamorfosi che non mi ha stupito poi troppo visto che già altri prodotti simili hanno intrapreso un tale percorso, basti vedere The Crew di Ubisofto Destiny di Bungie; il mercato sta andando verso il social gaming gente e, se la cosa funziona, chi siamo noi per impedire ciò?
Contenutisticamente comunque non dovrebbero esserci cattive sorprese: la mappa fino ad oggi mostrata è discretamente ampia e sembra che nel gioco completo vi saranno anche altre aree liberamente accessibili. Presente poi una modalità carriera che farà largo uso di filmati live action per raccontare la trama al giocatore, trama che prevede vari bivi narrativi a seconda delle scelte intraprese durante la partita.
Un’attesa giustificata?
I due anni di sviluppo impiegati per realizzare Need for Speed si vedono tutti: la quantità di elementi inseriti nel nuovo titolo è davvero notevole e, se la versione completa si rivelerà valida tanto quanto la demo da me provata, allora ci troveremo dinanzi ad un signor racing game arcade. La necessità di una connessione online costante è un elemento che non mi spaventa più di tanto in quanto da la possibilità di espandere il gameplay non di poco, rendendo la città viva e sempre imprevedibile.
Ciò che forse solleva i maggiori dubbi è la modalità carriera e la trama ad essa collegata: a creare una porcheria ci vuol poco, basti vedere The Run. Spero vivamente che Ghost Gamesquesta volta abbia fatto le cose nel modo giusto!