NBA 2K21 – La demo e le novità più importanti
Abbiamo provato la demo di NBA 2K21 e analizzato le novità più importanti del nuovo corso della serie. Eccole qui, per voi.
Il mese di settembre, ormai lo sappiamo, a livello videoludico coincide con il grande ritorno dei titoli sportivi, sempre più amati da una fetta di pubblico in continua crescita. Complice anche un aumento esponenziale dell’interesse generale verso il basket nel nostro Paese, negli ultimi anni l’appuntamento con la serie NBA 2K, targata Visual Concepts, è diventato un vero e proprio percorso obbligatorio per i tantissimi appassionati, accontentati alla stragrande da una software house in grado di migliorarsi, come poche, di anno in anno.
E, se la componente online, intesa soprattutto come MyTeam e MyPlayer, hanno dato vita a dei forti malumori sempre più evidenti, a causa di una gestione delle microtransazioni discutibile, il cuore della produzione, ossia il gameplay, ha continuato a dare grandissime soddisfazioni, rafforzando sempre più una vena simulativa poderosa e a tratti fotorealistica.
Il segreto di 2K, però, è molto semplice: come un buon giocatore di basket, la software house ha continuato a lavorare e a lavorare sui propri fondamentali, portando su schermo, anno dopo anno, un prodotto sempre al passo coi tempi. Con l’arrivo di NBA 2K21, previsto per la prossima settimana (la versione next gen arriverà nel corso dell’anno) gli sviluppatori hanno rilasciato l’immancabile demo, utile per iniziare a impostare e a testare il proprio alter ego sul parquet e soprattutto a familiarizzare con le novità di gameplay che sono state introdotte col delicato capitolo della serie, un capitolo di transizione a causa dell’arrivo della next gen dietro l’angolo ma non per questo rinunciatario sotto il profilo delle innovazioni.
Sia chiaro, avviando la partita non abbiamo avuto il piacere di strapparci i capelli per quanto visto, e probabilmente dovevamo anche prevederlo, ma da 2K ci aspettiamo sempre mezzi miracoli, e forse per questo abbiamo spento la console con un pizzico di amaro in bocca. Ma attenzione: le novità anche per la versione current gen ci sono, sia in campo sia fuori, e proveremo a spiegarvele nel modo migliore possibile.
Squadra che vince non si cambia
Parliamoci chiaro: subito dopo aver attivato la demo ci siamo fiondati a disputare una delle cinque partite amichevoli disponibili per la prova, utilizzando ovviamente la selezione All-Time dei nostri amatissimi Lakers, con cui abbiamo potuto tastare con mano pezzi da novanta quali LeBron e O’Neal, ma soprattutto la star storica Magic Johnson e il compianto Kobe Bryant.
L’impatto con la partita è stato complessivamente contrastante: superato lo “choc” dovuto all’assenza quasi totale (seppur prevedibile) di migliorie o comunque di novità sul fronte tecnico abbiamo deciso di iniziare a focalizzarci sul gameplay, desiderosi di scoprire quali novità in questa versione siano state introdotte. Ebbene, ancora una volta, abbiamo notato una certa vicinanza con 2K20, da cui questo 2K21, in verità, non si discosta più di tanto. A un occhio più esperto, però, è ovvio come le piccole diversificazioni sparse un po’ qua e là balzino subito all’occhio. Abbiamo notato, ad esempio, una reattività generale maggiore rispetto al passato e una fluidità nelle transizioni offensive e difensive decisamente più papabile. Ciò è anche in parte dovuto da una gestione apparentemente più sapiente dell’IA, con i compagni di squadra che sembrano muoversi con maggior coscienza di sé e dei propri mezzi in mezzo al campo, da entrambi i lati.
Ad esempio ci è capitato più volte, durante il match dedicato al builder della MyCareer (di cui parleremo più avanti), di osservare due grandi talenti come Leonard e Antetokounmpo, notando degli atteggiamenti molto simili alla controparte reale. Abbiamo visto più volte il buon Kawhi tentare di raddoppiare in difesa gli avversari cercando di sporcargli la traiettoria di tiro o provando a rubare palla, in maniera autonoma, così come Giannis ha deciso più volte di affidarsi alle sue conclusioni in area fuori tempo, rendendo impossibile la marcatura anche al più ardito dei difensori. Si tratta di piccolezze, sulla carta, ma come abbiamo avuto modo di dire in precedenza sono tutti elementi che chi bazzica dalle parti di 2K riesce a notare con grande facilità.
And… one!
Le novità più importanti, sul fronte del gameplay, di questo NBA 2K21 riguardano la gestione del tiro. Di tutti i tiri. Ancora una volta, gli sviluppatori hanno deciso di ritoccare e rivoluzionare il sistema di controllo dei tiri, riprendendo delle meccaniche già viste in passato e per diverse ragioni abbandonate. In buona sostanza, per tirare con precisione bisogna osservare con attenzione la barra del tiro, che appare sopra la testa del giocatore utilizzato in quel momento. Con un espediente visivo, diventa così evidente che per poter avere chance maggiori di segnare bisogna rilasciare la palla nel momento giusto, ossia quando l’indicatore del tiro raggiunge una certa zona, contrassegnata da un colore diverso. Ciò si estende a ogni tipo di conclusione a canestro, comprese quelle in entrata in terzo tempo, cosa che rende l’attaccare il ferro avversario molto più difficile che in passato.
Per non farsi mancare nulla, i ragazzi di 2K e Visual Concepts hanno aggiunto un’ulteriore “complicazione” alla formula, per fortuna però evitabile nel caso in cui non vi sentiste in grado – soprattutto all’inizio – di cimentarvi in una simile impresa. Nel caso in cui tiraste con lo stick analogico e non con il “semplice” tasto quadrato dovreste addirittura tenere sotto controllo la mira del tiro. Sì, avete capito bene: sarà vostro compito, infatti, tenere sotto controllo anche la traiettoria del tiro, rendendo così l’esperienza allo stesso tempo appagante ma anche decisamente più proibitiva.
Nuove animazioni per tutti!
Vi abbiamo già anticipato il fatto che sul fronte tecnico, in tutta onestà, non sono stati compiuti miracoli vari, e nemmeno c’è stata l’intenzione di farlo. NBA 2K21 risulta a occhio praticamente identico a 2K20, ma ancora una volta le novità sono come il diavolo e si nascondono nei dettagli, chiaramente più evidenti a chi è solito correre in lungo e in largo sui parquet virtuali della saga. Osservando bene le mani dei giocatori quando partono in palleggio abbiamo notato una gestione delle animazioni del controllo di palla decisamente più interessante e veritiera, così come per le animazioni difensive, specialmente se si fa riferimento a elementi quali le reazioni dei giocatori a un rimbalzo mancato o a un tentativo fallito di recuperare palla.
Anche le animazioni di tiro sono state riviste, in parte per renderle più omogenee con la nuova gestione del tiro stesso. Tenendo sott’occhio il momento del tiro è possibile notare una mimica delle mani dei giocatori molto più lenta e armoniosa, cosa che rende il feedback dei tiri a canestro molto più romantico.
Per provare a farvi capire cosa intendiamo, il rilascio della palla ci ha sinceramente emozionato, facendoci veramente ricordare, in qualche modo, i tempi in cui chi vi scrive poteva farlo per davvero e su campi reali. Complessivamente, però, è innegabile quanto da 2K ci si aspetta sempre il miracolo, cosa che quest’anno non è avvenuta. Per godere delle novità anche estetiche bisognerà quindi aspettare la versione next-gen che, siamo sicuri, saprà darci tante soddisfazioni, prendendo per buono il lavoro finora compiuto da una software house che da questo punto di vista non ha mai deluso.
MyPlayer e MyTeam: novità importanti in arrivo
Grazie alla demo di gioco abbiamo potuto dare vita alla solita pratica che ogni anno, in questo periodo, ci accompagna con un romanticismo inspiegabile: la creazione del personaggio attraverso il face scan fruibile grazie all’app MyNBA2K21 da utilizzare nella carriera (e non solo).
Subito dopo, superati i soliti problemi dovuti da una precisione non esattamente titanica del motore che si occupa di creare i modelli facciali, abbiamo iniziato a creare il nostro personaggio, che verrà poi successivamente importato nella versione finale del gioco. Il MyPlayer builder ci ha consentito di creare un giocatore incredibilmente personalizzabile, sotto diversi punti di vista. Tipo di corporatura, peso, apertura delle braccia, altezza, ogni dettaglio del corpo è personalizzabile e influisce direttamente sulle abilità del giocatore, regolabili comunque attraverso la scelta del ruolo e dell’archetipo a esso legato. Sfortunatamente, però, da un primo sguardo non abbiamo potuto non notare che gli archetipi disponibili siano rimasti fondamentalmente legati alla formula già vista in NBA 2K20, ulteriore dimostrazione della volontà degli sviluppatori di soffermarsi su altri fattori, lasciando complessivamente invariate le dinamiche più importanti in questo NBA 2K21.
Il giocatore creato prenderà parte a una carriera quest’anno diversa dal solito. Dopo l’esperimento discretamente riuscito dell’anno scorso, basato su una visione molto “pompata” con tanti attori di spicco e una trama fortemente cinematografica, quest’anno gli sviluppatori hanno deciso di puntare maggiormente sul gameplay e sul basket giocato, ma soprattutto su una storia più “tranquilla”.
Il giocatore, infatti, non è una star annunciata né un predestinato: in NBA 2K21 si partirà dal college, da perfetti sconosciuti, e attraverso (pare) molte più partite rispetto al solito bisognerà dimostrare il proprio valore per farsi strada nel basket che conta.
Anche il MyTeam, l’altra modalità cardine dell’offerta ludica di NBA 2K21, ha ricevuto un numero corposo di novità, alcune delle quali apparentemente molto interessanti. Strizzando l’occhio a realtà come FIFA 20, gli sviluppatori hanno messo su un MyTeam molto più interessante, in grado di tenere incollati i giocatori durante tutto il ciclo vitale del capitolo in questione.
Per tal motivo sono state introdotte le stagioni, con annessi premi e obbiettivi a tema, ma soprattutto sono state aggiunte due funzioni che ricordano molto il lavoro svolto da Electronic Arts negli ultimi anni. Parliamo della funzione “The Exchange”, l’equivalente delle SBC (sfide creazione rosa) di FIFA Ultimate Team.
Scambiando giocatori della propria rosa sarà possibile sbloccarne altri più forti, o comunque più utili alla causa, magari da testare durante il Weekend con la MyTeam Limited, una modalità pensata (in stile Weekend League di FUT) per i giocatori più competitivi.
Siamo sicuri che tutte queste novità potranno fare la gioia dei giocatori, ma bisognerà capire come verranno gestite le microtransazioni che, chiaramente, con tali cambiamenti potrebbero risultare ancor più invasive e pesanti che in passato.
https://youtu.be/JdRlookJMso
Questo primo contatto “pratico” con NBA 2K21 ci ha dato sensazioni positive, ma più contrastanti del solito. Superato lo scoglio delle novità molto risicate sul fronte estetico abbiamo potuto scoprire un gameplay ancora voglioso di mettersi in gioco, grazie a una nuova gestione dei tiri e a un numero di animazioni ancor più nutrito, in grado di rendere l’azione sempre più realistica e meno legnosa che in passato. Le novità più importanti, però, quelle riguardanti i contenuti, che si preannunciano veramente corpose, non abbiamo potuto ancora provarle, e per questo vi invitiamo a rimanere con noi, quando potremo testarle con mano in fase di recensione. Se il buongiorno si vede dal mattino, comunque, ci sentiamo di essere moderatamente ottimisti: pur trattandosi di un capitolo di transizione siamo sicuri che NBA 2K21 saprà offrirci tantissime ore di divertimento anche in versione PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch a partire dal prossimo 4 settembre, giorno in cui arriverà sugli scaffali e negli store online. Segnatevi la data!