Mortal Kombat 1 – Provato
I combattenti di NetherRealm Studios stanno tornando in quello che sembra essere un vero e proprio fresh restart per la saga più sanguinosa di tutti i regni.
Mortal Kombat 1 è l’ultima fatica di NetherRealms Studios, capitanata ancora una volta dall’irreducibile Ed Boon, storico papà della violentissima saga di Kombattenti provenienti da lontani reami e protettori della Terra.
Dove eravamo rimasti
Siamo di fronte all’ennesimo reboot di Mortal Kombat, che per questo motivo torna a numerarsi con l'”1″ accanto al titolo. Nelle puntati precedenti un determinatissimo Liu Kang riesce a sconfiggere la titanessa e custode del tempo Kronika e diventare egli stesso una divinità. Il passo successo per il neonato dio è stato dunque quello di riavvolgere il tempo per impedire ai suoi comprimari di inciampare nuovamente negli stessi errori e portare il piano della Terra verso un esito più positivo.
SI ricomincia dunque, abbandonando esteticamente le atmosfere dark e cupe dei precedenti capitoli e veleggiando verso un’estetica più colorata. Il titolo rimane ancorato all’Unreal Engine 4 e si fa forte d’un colpo d’occhio piacevole ma decisamente poco next gen. Ho passato qualche giorno in compagnia di Mortal Kombat 1 per l’online stress test e sono qui per parlarvene.
Innovazione e Kombattimento
Durante il test sono stati resi disponibili solamente 4 personaggi: Liu Kang, Kitana, Kenshi e Sub-Zero. L’identità dei personaggi non solo si riconferma, ma nuove armi aggiornano l’arsenale dei Kombattenti per proporre un giusto effetto novità al nuovo capitolo. In cosa di distingue dunque Mortal Kombat 1 dal suo predecessore?
Diciamo addio alle barre offensive e difensive viste in Mortal Kombat 11 e accontentiamoci del classico meter a 3 barre. I combattenti Kameo dei quali si è tanto parlato si dimostrano funzionali come combo extender, per avvantaggiarci nel gioco neutrale o semplicemente per rendere safe una stringa azzardata. Il loro utilizzo è disponibile tramite un cooldown dedicato, dal tempo di ricarica ragionevole.
Siamo felicissimi di dare il bentornato alle Kombo aeree, tool che ci era mancato tantissimo per dare un pochino di spettacolarità in più all’azione su schermo, così come si riconferma il Fatal Blow. Mossa unica a disposizione a bassa vita, spendibile una volta (se andata a segno) non per round, ma per partita.
Dubbi sulla fluidità
Per quanto riguarda l’accoglienza del titolo da parte dei giocatori professionisti, abbiamo vissuto una bella spaccatura di opinioni, partendo da un entusiasta Sonic Fox, fino a un ben più critico Maximilian Dood. Le critiche battono per lo più sulle tossicità presenti e non corrette dell’ultimo capitolo (aggiungerei anche Injustice 2), la mancanza della corsa, gli scatti in avanti che coprono troppo poco spazio e di conseguenza uno zoning troppo opprimente, soprattutto se alla formula andiamo a sommare i tanto detestabili proiettili istantanei.
Il titolo in generale si muove lentamente e se da una parte è un bene per saggiare le molteplici opzioni strategiche annesse, dall’altra non posso rimanere cieco di fronte a un rivoluzionario Street Fighter 6 d’ultima uscita, che si presenta fresco come una rosa, veloce, dinamico, innovativo e in forma smagliante. Se a questa lentezza di fondo andiamo a sommare animazioni delle prese troppo lunghe, filmati delle fatal blow un tantino fuori misura, ho avvertito il ritmo di gioco già lento di suo, frammentato e spezzato inutilmente da segmenti puramente estetici.
Naturalmente non aggiungo al discorso le onnipresenti Fatality, che i giocatori online si guardano bene dal performare alla fine di ogni match, altrimenti faremmo in tempo ad ordinare una pizza mentre i nostri beniamini si massacrano in maniera “disgustosamente” cinematografica. Ci tengo a sottolineare di essere un amante delle Fatality, Babality e chi più ne ha più ne metta, ma ogni elemento deve declinarsi nella sua dimensione.
Mentre il mondo dei picchiaduro risplende di una nuova età dell’oro, con sviluppatori attenti nel tendere una mano ai nuovi giocatori, disponibili nel rinnovare le consolidate formule e orgogliosi di proporre innovazioni costanti, credo che l’ingranaggio di NetherRealm Studios si sia incastrato nel voler ribadire la propria identità, andando a ripetere gli errori del passato e proponendo una formula dal feeling legnoso. Ed Boon durante il test si è mostrato molto disponibile nell’ascolto delle problematiche relative a Mortal Kombat 1 e ha promesso di andare a limare quà a là il titolo per rendere l’esperienza più fluida. Dal canto mio credo sia giusto fidarsi e non vedo l’ora di rivedere Mk1 in veste rinnovata, anche se con la release prevista per Settembre, il tempo stringe davvero.