Milan Games Week 2017: Provato Lost in the Dungeon
Come i giocatori di ruolo ben sanno, la vita dell’avventuriero non è affatto semplice. Lottare per la propria vita non è più una questione di sopravvivenza ma il proprio lavoro, che non sempre paga bene. Spesso non rimane che avventurarsi nei dungeon in cerca di fortuna, consci che non è che un grande azzardo: più mostri si combattono, più si scende nelle profondità dei dungeon, migliore è il bottino trovato, ma maggiore è anche il rischio che si affronta. Quand’è il momento migliore per fermarsi? Vale la pena rischiare di addentrarsi un poco di più e cercare bottino migliore, o tanto vale tornare al sicuro con quello che si ha già?
Questi sono gli interrogativi alla base di Lost in the Dungeon.
Innanzitutto un chiarimento: fortunatamente non saremo davvero sperduti nei dungeon, poiché avremo la sopracitata possibilità di tornare a casa con il bottino ottenuto e migliorare il nostro equipaggiamento. Ma facciamo un passo indietro: Lost in the Dungeon è alla base un dungeon crawler, con la particolarità di avere una struttura a carte. Partendo dalla nostra familiare taverna ci potremo addentrare nei vari dungeon, composti da una serie di stanze in cui combatteremo contro i vari nemici del gioco e otterremo l’agognato bottino, fino ad arrivare alla stanza finale in cui affronteremo il boss del dungeon.
A parole sembra semplice, ma la sfida è ardua: solo gli avventurieri più preparati riusciranno a spingersi tanto in fondo, mentre chi sa che non durerà a lungo dovrà presto decidere di fuggire con quello che ha racimolato, o rischierà di perdere tutto quanto.
Giustamente, per un gioco del genere il sistema di combattimento è di sicuro la parte più importante e quello di Lost in the Dungeon è semplice, ma dalle infinite possibilità. Come abbiamo menzionato, l’unicità del gioco è data dalle carte: oltre alla nostra arma, alla nostra armatura e a qualche accessorio potremo costruirci il nostro “mazzo di abilità”, ovvero l’insieme degli attacchi o magie che potremo sferrare contro i nostri nemici e gli oggetti che potremo utilizzare in battaglia.
In base al tipo di carte con cui ci costruiremo il mazzo avremo tanti modi diversi di giocare, in quanto potremo decidere di concentrarci sulla difesa, o sull’attacco, o magari sugli attacchi ad area, oppure potremo avere tanti oggetti curativi per fronteggiare ogni pericolo, e così via.
Questo sistema di abilità si sposa perfettamente col sistema di equipaggiamento del gioco. Infatti, facendo ritorno vivi da un dungeon avremo tra le mani nuove armi, armature e accessori, che potremo sostituire alle nostre oppure vendere al mercante. In questo modo l’equipaggiamento trovato influirà sulla costruzione del mazzo: indossando un’armatura molto forte non ha senso avere un mazzo totalmente incentrato sulla difesa, no?
E non è tutto, poiché il gioco presenta anche un sistema di crescita del personaggio tipico degli RPG. Potremo infatti decidere di essere un Guerriero, un Mago o un Ladro, con altre classi in arrivo, e in base alla nostra classe avremo certi tipi di carte da scegliere. Salendo di livello potremo decidere di specializzarci nella classe da noi scelta, ottenendo quindi carte più potenti, oppure di scegliere una seconda classe e ottenere le carte di quella classe, rendendoci decisamente più versatili.
Tutto questo è accompagnato visivamente da un bellissimo stile fantasy: le ambientazioni, i personaggi, i nemici, persino l’interfaccia di gioco e le illustrazioni delle carte sono interamente disegnate a mano in uno stile classico, nostalgico, senza tempo. L’impegno e le attenzioni che il team di Eggon ha messo rendono il gioco visivamente molto curato in ogni particolare, ma allo stesso tempo molto chiaro ed espressivo.
Lost in the Dungeon è un gioco sviluppato dai ideatori dello stesso in collaborazione con il team di Eggon per iOS e Android. Per ricevere tutti gli aggiornamenti potete visitare la pagina Facebook oppure il sito ufficiale, in cui ci si può inoltre iscrivere per l’open beta.