Metal Gear Solid V: Ground Zeroes – Metal Gear Solid Ground Zeroes – Provato

Nella giornata di ieri, 5 Marzo 2014, ci siamo recati presso gli studi Halifax per provare uno dei giochi indubbiamente più attesi di questo primo trimestre: Metal Gear Solid V Ground Zeroes, capitolo che farà da prologo alle vicende dell’ancora più atteso The Phantom Pain. Molto probabilmente, a fronte delle critiche e discussioni emerse sulla longevità del gioco che asserivano la possibilità di terminarlo in due ore (mentre i tester di Konami addirittura in una decina di minuti), molti di voi si staranno sicuramente domandando se effettivamente il gioco sarà così corto oppure no.

È giusto anticiparvi che durante il nostro hands on siamo riusciti a finire il gioco, ma non è nostra intenzione rivelare in quanto ci siamo riusciti in quanto il fattore tempo è estremamente relativo nella valutazione di un gioco come Ground Zeroes. Come forse già saprete, per la prima volta nella storia di Metal Gear Solid, si è deciso di adottare nel gioco una struttura open world, con mappe notevolmente più estese e assolutamente non lineari che se inserite in un contesto stealth, come quello di Metal Gear, garantiscono al giocatore una quantità di approcci fuori dal comune: non esiste pertanto un unico modo per portare a termine le varie missioni.

Nel caso di MGS Groud Zeroes, il gioco mette a disposizione un’unica grande area chiamata Camp Omega, una base militare americana situata nel Guantanamo dove sono tenuti prigionieri Chico e Paz, due personaggi importanti introdotti in Peace Walker.

L’anno infatti è il 1975, ovvero un anno dopo gli eventi di Peace Walker e 9 anni prima degli eventi che seguiranno in The Phantom Pain, e la missione principale di Snake, aka Big Boss, è proprio quella di recuperare i due giovani rapiti da un organizzazione chiamata XOF (sì, proprio FOX scritto al contrario). Pur essendo un prologo, le vicende narrate in Ground Zeroes vi colpiranno e vi lasceranno letteralmente a bocca aperta, alimentando il desiderio ardente di mettere le mani sul vero Metal Gear Solid V, merito sempre dell’incredibile talento di Hideo Kojima nel raccontare storie che appassionano ed emozionano come pochi altri sanno fare nell’industria videoludica, con grossi meriti anche per l’eccezionale colonna sonora che accompagna tutto il gioco.

Una volta preso il controllo del nostro famigerato soldato, la prima cosa che balza all’occhio è sicuramente l’impressionante qualità visiva che mette in risalto le eccezionali capacità del Fox Engine, il motore proprietario realizzato da Kojima Production che dà il meglio di se nella versione PS4, quella da noi provata, grazie anche ad una risoluzione di 1080p e un frame rate solido a 60 fps.

L’impatto open world, come dicevamo in precedenza, richiede un approccio più cauto al giocatore, anche quello più esperto della saga, visto che per via delle mappe estese sarà necessario fare attenzione a tutto ciò che ci circonda e studiare attentamente l’ambiente per evitare di essere scoperti. A questo scopo il binocolo sarà di vitale importanza grazie anche alla possibilità di tracciare visivamente e sulla mappa la posizione di soldati nemici e telecamere piazzate in maniera arguta in tutta l’area di gioco.

A questo punto spetta al giocatore decidere come raggiungere il suo obiettivo decidendo tra una miriade di percorsi e modalità a seconda dello stile di gioco che si vuole adottare. È possibile cercare scorciatoie nascoste e sicure, restare nascosti e aspettare il momento giusto per mettere fuori gioco le guardie, creare diversivi rubando alcuni mezzi come jeep o camion, o semplicemente nascondersi nel retro di quest’ultimi mentre sono appostati da qualche parte e lasciare che questi ci conducano comodamente in alcune locazioni ad alta sicurezza.

Per gli amanti dell’esplorazione è addirittura possibile dedicarsi alla ricerca di collezionabili (come le toppe XOF necessarie a sbloccare alcuni contenuti che non possiamo rivelarvi), munizioni ed equipaggiamenti alternativi rispetto a quelli disponibili a inizio missione. Molte locazioni di questi oggetti sono ben nascoste ed è spesso consigliabile interrogare qualche soldato nemico per farvi segnare le posizioni sulla mappa. Durante alcune missioni, specie quelle che prevedono il salvataggio di alcuni prigionieri, vi si chiederà di trovare un punto di atterraggio per l’elicottero che la Mother Base (la base operativa di Snake) vi manderà.

In questi casi è spesso consigliato trovare un luogo sicuro in cui procedere all’estrazione in tutta tranquillità, ma nel caso non possiate farne a meno o decidiate di sfidare la sorte, potete addirittura farvi venire a recuperare nel bel mezzo del Camp Omega, a patto di eliminare tutte le misure antiaree che cercheranno di abbattere il vostro elicottero e, una volta a bordo, assicurarvi che nessuno da terra vi possa dare ancora grane mentre vi date alla fuga.



Se tutto ciò che vi abbiamo raccontato non fosse sufficente, a supportare la missione secondarie ci sono ben 5 missioni secondarie + 1 extra (che varia seconda che lo giochiate su una console Sony o su una Microsoft) che andranno completate per sbloccare ulteriori e che offrono differenti tipi di sfide (alcune legate alla trama altre meno) e che offrono anche setting diversi, come la possibilità di giocare con condizioni climatiche differenti, aspetto che influenza notevolmente il gameplay visto che al sole si è molto più visibili mentre di notte con la pioggia si avrà una scarsa visibilità.

Al termine di ogni missione verrete valutati con un voto che stabilirà la vostra abilità nel giocare in stealth, visto che ogni volta che verrete individuati, scatterà un allarme, verrete uccisi o ucciderete a vostra volta il punteggio cala pesantemente, senza contare che maggiore è la valutazione e più alto sarà la ricompensa che sbloccherete, con la possibilità di rigiocare le missioni in modalità difficile, senza alcun aiuto e con un IA di livello superiore che vi darà parecchio filo da torcere (cosa che già fanno a difficoltà normale).

Tutto questo serve a farvi comprendere che parlare di longevità ridotta per questo Ground Zeroes è abbastanza inutile perchè si tratta di un fattore piuttosto personale e, soprattutto, perchè il titolo in questione ha da offrire molto altro oltre la missione principale e con parecchio materiale da sbloccare vi permetterà in futuro di accedere a numerosi benefici importando il salvataggio nel prossimo Metal Gear Solid V The Phantom Pain.


Se proprio vogliamo trovare un neo a quello che abbiamo visto e provato durante la nostra sessione di hands on è la mancanza di alcuni elementi caratteristici come le razioni, qui eliminate in favore della riciclata salute autorigenerante, e di aspetti come la possibilità di nascondersi dentro una scatola, anche se effettivamente stona con l’elevata drammaticità degli eventi, ma che da sempre è considerato quasi un simbolo per la saga.

Abbiamo deciso di focalizzare questa anteprima sui contenuti del gioco (e non ve li abbiamo svelati nemmeno tutti), piuttosto che su una valutazione anticipata del gioco, che verrà fatta opportunamente in sede di recensione e vogliamo rassicurare che difficilmente un fan di Metal Gear potrà essere deluso da quello che rappresenta solo un antipasto del vero Metal Gear Solid V. E, se queste sono le premesse, non riusciamo a immaginare l’entità delle prossime portate.

 

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento