Lightning Returns: Final Fantasy XIII – Lightning Returns: Final Fantasy XIII – Provato
Nei giorni scorsi Koch Media ci ha invitato nei suoi studi a Milano per provare nuovamente, e in maniera piuttosto corposa, una build quasi definitiva di Lightning Returns Final Fantasy XIII, l’ultimo capitolo della trilogia dedicata al tredicesimo episodio della celebre saga Square Enix la cui uscita in Europa, e quindi anche qui in Italia, è fissata per il 14 febbraio prossimo. Nel corso dell’ormai appena passato 2013, abbiamo già avuto diverse occasioni di redigere first look e hands on, soprattutto all’E3 di Los Angeles e a Milano nel mese di ottobre per un evento dedicato, in cui abbiamo avuto modo di approfondire parecchi aspetti del titolo che in quest’ultimo hands on andremo a riconfermare in maniera piuttosto netta.
Come già ben saprete, vestiremo nuovamente i panni di Lightning che dopo essere stata risvegliata da un lungo sonno durato 500 anni dovrà addossarsi il ruolo di Salvatrice grazie al potere donatole dal dio Bhunivelze. L’obiettivo è quello di salvare l’umanità che ormai ha, letteralmente, i giorni contati. Sono 13, infatti, i giorni a disposizione della nostra eroina durante i quali potrà agire prima che il Caos incomba e divori ogni cosa. In realtà all’inizio del gioco i giorni disponibili saranno 6, ma si potranno estendere fino a 13 portando a compimento determinate azioni e missioni. Come spendere le giornate sarà a totale discrezionalità del giocatore, che sin dall’inizio potrà decidere di dedicarsi all’esplorazione o al combattimento o ancora al completare le missioni che si suddivdono tra principali e complementari. Le missioni principali sono quelle ovviamente legate alla trama, mentre quelle complementari sono le comunemente considerate secondarie, ma hanno un valore estremamente elevato e da non sottavalutare. Queste, infatti, non solo permettono di salvare alcune anime e di estendere il tempo a disposizione prima della fine del mondo, ma permetteranno a Lightning di ottenere dei potenziamente permanenti che l’aiuteranno nel proseguio dell’avventura.
Le missioni secondarie possono essere attivate in vari modi, parlando ad esempio con Chocolina (vecchia conoscenza di FFXIII-2) che questa volta avrà il ruolo di “bacheca” dei lavori da accettare, oppure parlando con le persone in giro per il mondo. Bisogna fare attenzione al fattore secondo il quale molte delle missioni secondarie sono attivabili in determinate ore del giorno o solo dopo determinati eventi raggiunti con le missioni principali, quindi sarà necessario un minuzioso lavoro di gestione del tempo nel caso in cui si volessero completare tutte in parallelo a quelle principali. L’amministrazione non sarà facile perché non solo il tempo avanzerà piuttosto velocemente (un giorno di gioco corrisponde a quasi due ore reali), ma anche perché le città sono vastissime, piene di negozi e persone con le quali parlare e per esplorarle da cima a fondo avrete bisogno di parecchio tempo a meno che non si abbia una guida a disposizione che aiuti a completare tutto in una sola partita. In caso non fosse possibile, Lightning Returns è stato pensato per essere giocato più e più volte grazie ai cosidette “New Game +” in cui si potrà ricominciare il gioco importando tutti i dati della partita precedente.
Grande cura e dedizione è stata affidato anche al sistema di combattimento che vede Lightning combattere da sola contro i vari nemici che la ostacoleranno. La base del combattimento di Lightning Returns è dettato dagi abiti (un po’ come quelli visti in Final Fantasy X-2) che attribuiscono alla protagonista statistiche e abilità differenti a seconda di quale indosseremo nel combattimento, ognuno tra l’altro personalizzabile non solo nell’estetica, ma anche nelle abilità (attacco, parata e magia) equipaggiabili fino a quattro e mappati sui tasti principali del joypad. Ciascuna mossa richiederà una certa quantità di ATB che andranno a consumare la barra apposita la quale, una volta esaurita, richiederà un po’ di tempo per essere ripristinata e, pertanto, vi costringerà a cambiare velocemente l’abito per poter sfruttare altri attacchi. Se nelle prime fasi di gioco questo sistema può risultare banale e semplice da padroneggiare, dopo qualche tempo vi renderete conto di quanto sia importante la customizzazione e la scelta degli abiti adeguati per far fronte ai nemici più ostici, e non ci riferiamo solo ai boss. Molti di questi, infatti, per essere sconfitti dovranno essere mandati in stato di “crisi”, ovvero renderli inermi sfruttando le loro debolezze, spesso legati alla magia o ad un elemento specifico. Visto che i tipi di debolezze sono tanti (così come i tipi di resistenze) e gli attacchi per ogni abito si limitano a 4, è possibile acquistare presso degli NPC – sparsi per la città chiamati “informatori” – le schede “scan” dei nemici così da sapere in anticipo come prepararsi. Rimanendo sempre in tema di NPC, molto utili sono anche quelli che si occupano della sintetizzazione delle abilità e delle magie, che vi permetteranno di creare nuovi attacchi da equipaggiare ai vostri abiti.
Manca oramai un mese all’uscita di Lightinig Returns e di cose da dire ce ne sarebbero parecchio, ma preferiamo parlarne in sede di recensione, nel frattempo possiamo assicurare che il titolo in questione è riuscito nuovamente nel compito di rassicurarci in merito alla sua bontà mostrando una mole di contenuti spropositata ed un senso di libertà forse addirittura troppo eccessiva, soprattutto perché il gioco evita in quasi tutti i modi di guidare il giocatore lasciando che sia lui stesso a scoprire tutto quello che il gioco ha da offrire. E’ molto probabile, anzi praticamente certo, che senza una guida risulterà impossibile completare tutte le missioni nel tempo limite impostato dal gioco. Un bel passo avanti rispetto ai due capitoli precedenti, anche se probabilmente questo tipo di scelta non piacerà a tutti, ma almeno è un segno chiaro di voler offrire un titolo decisamente più impegnativo rispetto a quelli che questa generazione ci ha abituati, specie nel genere J-RPG. Permane ancora il grande dubbio sulla trama e sui personaggi che sembra inutilmente complessa e piena di forzature che non riescono a convincere del tutto sul come e sul perché ci sia stato bisogno di prendere uno stacco così netto dalle basi proposte da Final Fantasy XIII, che per quanto criticato aveva molto da dire sull’affascinante storia di Pulse, Cocoon, i Fa Ciel e i L’Ciel, aspetti ora diventati marginali per fare spazio a viaggi nel tempo, dimensioni, chaos, divinità e annessi. Restiamo comunque in attesa del 14 febbraio 2014, data di uscita del gioco, per dare così una sentenza definitiva.