Le prime due ore di Indivisible ci hanno stupito
Dai creatori di Skullgirls arriva un promettente ibrido tra platform e RPG 2D.
Siamo quasi alla fine del viaggio per Indivisible, gioco di ruolo dallo sviluppo decisamente lungo e travagliato, opera del team Lab Zero Games, piccolo studio indipendente già responsabile dell’apprezzato picchiaduro Skullgirls. Dopo l’annuncio nel 2015 e seguenti campagne di crowdfunding, rinvii e nostre anteprime che vanno indietro persino di quattro anni, l’8 ottobre arriverà su PlayStation 4, Xbox One e PC (una versione Switch arriverà più avanti in autunno) un titolo che potrebbe rappresentare una delle sorprese di questo fine 2019.
Chiaro, non sarà facile per un gioco simile imporsi in un periodo dove non solo le grandi release come Gears 5 e Borderlands 3 affollano gli store fisici e digitali delle nostre console, ma anche dove altre sensazioni indie come Untitled Goose Game o Yooka-Laylee and the Impossible Lair stanno facendo rizzare le orecchie degli appassionati. Tuttavia, anche in questa nostra ultima prova – dopo quella della Gamescom di qualche mese fa – siamo rimasti veramente colpiti da questo peculiare GDR dalle tinte platform e dalla veste grafica adorabile.
Una gioia per gli occhi
A tu per tu con la versione finale PS4 del gioco negli uffici di 505 Games, abbiamo potuto iniziare una nuova partita in Indivisible, dopo aver assistito allo splendido filmato iniziale (lo trovate anche più in alto in questa pagina) che introduce il colorato mondo fantasy dove la giovane Ajna muove i suoi primi passi come guerriera. Indivisible è tutto disegnato a mano e anche questa volta abbiamo potuto constatare la bontà del lavoro svolto dagli artisti del gioco e dai responsabili delle scene animate, il celebre Studio Trigger di Kill la Kill e Little Witch Academia.
Persino nelle zone iniziali, incluso il villaggio dove parte il viaggio di Ajna, sono una gioia per gli occhi: non solo i modelli 2D dei personaggi e dei mostri, animati con maestria, ma vi lasceranno a bocca aperta in particolare le ambientazioni e gli sfondi, dove sono i piccoli dettagli in movimento a fare la differenza e regalare a Indivisible un look che poche altre produzioni indipendenti si possono permettere. E il tutto a ottime prestazioni, almeno sulla PS4 base dove abbiamo effettuato la nostra prova (vedremo in sede di recensione se il titolo offrirà miglioramenti su PS4 Pro o Xbox One X, sarebbe davvero splendido in 4K!).
Una volta passato l’innamoramento per la grafica e siccome ci sarà tempo per parlare della storia in sede di giudizio finale tra qualche giorno, per questo nostro test dell’ultimo minuto ci siamo concentrati sul gameplay dei primi minuti, impiegando un po’ di tempo per acclimatarci con dei controlli davvero particolari. In Indivisible infatti il battle system appare decisamente semplice e limitato nei primissimi combattimenti: a ogni elemento del party di Ajna è infatti assegnato uno dei quattro pulsanti frontali. Per far attaccare il membro del team in alto toccherà premere infatti triangolo (o Y), per quello a destra cerchio (o B) e via discorrendo, facendo attenzione al timer di ricarica delle loro abilità; inoltre, quando saranno invece i mostri ad attaccare, premendo proprio gli stessi tasti con il giusto tempismo si potranno parare gli attacchi, qualcosa di davvero fondamentale, sebbene complesso da padroneggiare. Parando o attaccando a tempo riempiremo gradualmente una barra che permetterà o di curare la squadra o di sferrare un attacco speciale.
Tutto qui?
Tutto qui. Come detto, la prima impressione è quella di un battle system magari originale ma sicuramente limitato e semplicistico. Solo un’impressione perché vi possiamo già dire che nelle prime ore di gioco già in un paio di situazioni i combattimenti – specialmente con i boss – di Indivisible ci hanno messo in difficoltà. Gestire le cose (attacchi, parate, barra delle abilità speciali) quando ci si trova contro un singolo avversario non è complesso ma quando le battaglie cominciano ad essere affollate di nemici che attaccano più elementi del party ad area, con tempismi diversi, magari protetti da scudi che devono essere sorpassati utilizzando la croce direzionale per modificare gli attacchi, pensando allo stesso tempo se usare la propria energia per curarsi o per infliggere danni è tutta un’altra cosa. Ed è qui che Indivisible ci ha conquistati, considerando anche il suo simpatico e originale modo di esplorare le mappe, con tanto di salti a muro e sezioni di platforming che ricordano più un Rayman che un Final Fantasy.
Ci sono ancora elementi da considerare, tra i quali la longevità del tutto, la solidità della storia e dei dialoghi e la varietà delle situazioni, ma la seconda fatica di Lab Zero Games sembra avere le carte in regola per regalare agli amanti degli RPG un’avventura compatta ma fresca, dal sapore retro e con un tocco di anime, che non guasta mai.