Kingdom Come Deliverance II – Provato

Abbiamo messo le mani sul sequel del titolo di Warhorse Studios. Ecco le nostre prime impressioni.

Kingdom Come Deliverance II è, senza dubbio, uno dei titoli che attendo maggiormente in questo 2025. Sarò sincero: nella mia vita videoludica ho avuto parecchi colpi di fulmine – alcuni, poi, finiti rovinosamente – ma quello con il primo capitolo del franchise di Warhorse Studios è stato quasi indimenticabile. Come per tutti i più grandi amori, però, non tutto è sempre per forza di cose rose e fiori.

Il primo Kingdom Come Deliverance, infatti, è stato un prodotto imperfetto, con tanti problemi tecnici e anche strutturali, che hanno evidenziato sia la poca esperienza del team sia la natura, se vogliamo, sperimentale di un progetto molto peculiare, pensato per un pubblico specifico, di nicchia a essere onesti, ma con un grandissimo potenziale.

Per tutti questi motivi, l’arrivo sul mercato di Kingdom Come Deliverance II ha un valore potenzialmente inestimabile, sia per i videogiocatori sia proprio per il team di sviluppo. Warhorse Studios è chiamata, infatti, alla definitiva prova della maturità, a una consacrazione che può essere lì, a portata di mano, ma che va ancora afferrata, passando per quel terribile campo minato chiamato “apprezzamento del pubblico” e, ovviamente, della stampa.

Dopo aver passato qualche ora in compagnia del secondo capitolo della serie, un sequel diretto ma pensato un po’ per tutti, posso affermare senza troppe remore che il potenziale per bissare e, anzi, superare il successo del primo Kingdom Come Deliverance c’è tutto.

Certo, alcuni dei limiti storici della serie sembrano ancora presenti, ma in generale sembra che il lavoro di Warhorse Studios sia veramente importante e potenzialmente molto ambizioso. Kingdom Come Deliverance II sembra un titolo più grosso, più vario e con più possibilità rispetto al suo predecessore, che vuole espandere la formula ludica già vista qualche anno fa con nuove aggiunte e nuove idee, sempre però rimanendo nei dogmi di una produzione che ha un’identità ferrea e ben delineata, anche a dispetto di una veste estetica più moderna e attuale.

kingdom come deliverance ii

Kingdom Come Deliverance II: un mondo minaccioso a portata di mano (o di spada)

L’aspetto che mi ha sempre maggiormente colpito di Kingdom Come Deliverance è il modo in cui il gioco riesce a trasmettere quella sensazione di oppressione, di impotenza, di sincero terrore al giocatore, attraverso gli occhi di un protagonista sempre e comunque fragile, “umano”.

La prima cosa che ho notato in questo sequel, al di là di un Henry decisamente più “pronto” e meno impacciato, è che questa sensazione di impotenza e di terrore rimane attaccata addosso sia al protagonista, ma ovviamente anche al giocatore, per tutto il tempo, come una sorta di reminder del fatto che il filo della vita, a quei tempi, era veramente molto fragile e potenzialmente destinato a spezzarsi con estrema facilità.

La nuova avventura riparte esattamente (più o meno) da dove si era conclusa quella precedente, a testimonianza del fatto che il team di sviluppo voglia portare avanti una linea narrativa ben precisa. Voglio però subito tranquillizzarvi.

Sebbene è decisamente consigliato aver recuperato il primo capitolo, questo sequel è pieno zeppo di flashback e dialoghi che, in qualche modo, ripercorrono gli eventi del primo Kingdom Come Deliverance, aiutando così i giocatori a sentirsi maggiormente parte di un quadro narrativo complesso, sfaccettato e dalle molteplici sfumature. Il colore predominante, però, rimane sempre e comunque il rosso, il rosso del sangue. Del resto, il periodo storico è di uno di quelli più oscuri e tristi della storia dell’umanità, e il degrado della civiltà si avverte in ogni singolo anfratto di un mondo in cui la paura, il sangue e l’orrore la fanno da padrona.

Le prime ore di questo Kingdom Come Deliverance II raccontano di un Henry lontano dalla sua patria, in fuga dagli orrori che hanno accompagno il primo “viaggio” del protagonista, alle prese con una nuova avventura in compagnia di Hans, senza però mai dimenticare quella voglia insaziabile di vendicare la propria famiglia, caduta per mano di una guerra senza fine.

Le forza di Venceslao e Sigismondo sono ancora in forte contrasto, e ciò, ovviamente, si ripercuote principalmente sulla popolazione, costretta a lottare non soltanto con la povertà, la fame e le tante malattie ma anche con una guerra sempre più sanguinosa e spietata.

Kingdom Come Deliverance II

Un protagonista alla ricerca del suo posto nel mondo

Le prime ore di gioco, un po’ come accadeva anche con il titolo del 2019, fungono da tutorial, sia inteso nel senso stretto della parola sia sul piano di una infarinatura generale di una storia che sembra partire in modo lento, ma che prende forma passaggio dopo passaggio. Sul piano ludico, il gioco si presenta molto in linea col suo predecessore, ma ho anche potuto apprezzare i primi cambiamenti apportati alla postura e, in generale, al combattimento corpo a corpo, che sembra essere stato sensibilmente semplificato rispetto al primo Kingdom Come Deliverance.

Henry sembra muoversi in maniera più agile e meno legnosa, ma in generale la finestra di attacco, fatta di posture e posizioni, parate, parate perfette e contrattacchi, rimane sempre la medesima. Resta, chiaramente, un titolo che non dà il meglio di sé in tal senso, è chiaro, ma nel complesso i passi avanti ci sono e sembrano essere anche evidenti.

Se, però, la spada non fa esattamente al caso vostro, Kingdom Come Deliverance II può offrirvi una marea di modi diversi per poter vivere il vostro viaggio nella Boemia dell’epoca, andando a recuperare tutti quegli ottimi spunti visti anni fa e ampliandoli con un sistema di scelte e conseguenze decisamente assuefacente. Durante soltanto queste primissime ore di gioco, ho avuto tantissimi modi e possibilità di tastare il terreno, di tentare tanti approcci diversi, e posso affermare che la libertà d’azione, intesa anche già soltanto come varietà d’approccio a ogni singolo “problema” che si para davanti al protagonista, sembra essere veramente elevatissima.

Kingdom Come Deliverance 2, del resto, è un titolo che vuole espandere e ampliare l’offerta contenutistica del suo predecessore, andando anche a dare a giocatore molta più libertà di “personalizzazione” della propria build.

Ancora una volta, ma stavolta con un potenziale diverso, la personalità del protagonista sembra essere tutta nelle mani del giocatore, con la possibilità di scegliere come e su cosa migliorare il proprio alter ego, al fine di plasmarlo nel modo più personale e, ovviamente, congegnale possibile. Il risultato finale è decisamente interessante, e pur senza essere rivoluzionario, confeziona un ecosistema ludico pulsante e intrigante che affonda le sue radici in un voler abbracciare un realismo per certi versi forzato ma che viene sempre ben contestualizzato.

Kingdom Come Deliverance II

Libertà autoriali, ma non per tutti i gusti?

Quello di Kingdom Come Deliverance II, e lo avrete già capito, è un mondo ancora una volta complicato da vivere, proprio per quanto detto poco sopra. I pericoli, le insidie, le “trappole”, sono davvero dietro l’angolo, e non sarà mai facile portare a casa la pelle, anzi.

Quella sensazione di paura e di oppressione di cui vi parlavo poc’anzi è resa tale anche dal fatto che anche i semplici spostamenti possono riservare una marea di insidie, anche perché il mondo di gioco è ora ancor più ampio e smisurato. L’open world scelto da Warhorse Studios, per quanto al momento ne ho potuto saggiare soltanto una piccolissima parte, sembra essere veramente traboccante di cose da fare e da vedere, con tutto ciò che ne consegue anche sul piano dei pericoli e della difficoltà nel portare al termine i numerosi incarichi.

Sotto questo aspetto, Kingdom Come Deliverance II si presenta molto classico, con tante quest secondarie che fanno da “supporto” alla linea narrativa principale. Portare al termine gli incarichi secondari può alterare in maniera positiva o negativa la reputazione di Henry nelle città e nei villaggi, al pari delle sue azioni e delle risposte nei dialoghi, ragion per cui, come vi dicevo anche precedentemente, il lavoro fatto intorno alla messa in scena del mondo di gioco e delle sue vicissitudini sembra ancor più ampia e in grado di mutare in base anche al volere del giocatore.

È chiaramente prestissimo per dirlo, finora ho avuto solo un piccolo assaggio delle potenzialità del gioco, ma sono abbastanza sicuro che la strada intrapresa sia proprio questa, come sono abbastanza sicuro che, così come nove anni fa, questa scelta potrebbe non accontentare proprio tutti.

Kingdom Come Deliverance II si conferma un prodotto spigoloso, “pesante” su alcuni aspetti e potenzialmente dispersivo, anche per la scelta di ampliare parecchio il mondo di gioco e di spingere maggiormente sul viaggio, abbuonando così l’idea di Henry di viaggiare e spostarsi di città in città. Proprio per l’idea alla base del gioco, sono convinto che questa maggior libertà possa rivelarsi un’arma potenzialmente pericolosa, proprio perché potrebbe rendere l’avventura più frustrante, soprattutto per i giocatori meno vogliosi di dedicare al titolo tante ore e tanta dedizione, ma chiaramente è ancora presto per parlarne. Prima di chiudere, voglio spendere due parole sull’aspetto tecnico.

Kingdom Come Deliverance II è sicuramente molto più bello da vedere del suo predecessore, ma l’ho trovato ancora una volta poco “pulito” e piuttosto grezzo sotto diversi aspetti. Sia chiaro, il colpo d’occhio è notevole, ma i bug e i glitch non mancano e l’ottimizzazione generale non mi sembra proprio ben partorita, almeno su PC, versione da me testata.


Il viaggio in compagnia di Kingdom Come Deliverance II è appena iniziata, ma sembra già dannatamente promettente. La sensazione avuta in queste prime ore di gioco è che il team di sviluppo abbia cercato di attenersi alla formula del primo capitolo cercando, però, di migliorarne un po’ tutti gli aspetti, specialmente quelli più spigolosi, con buonissimi risultati. È ancora molto presto per poter tirare le conclusioni, ma questo nuovo viaggio in compagnia di Henry, specialmente se siete ben consapevoli del materiale ludico a cui vi state avvicinando, sembra avere tutte le carte in regola per risultare una delle esperienze videoludiche più emozionanti del 2025.

Vai alla scheda di Kingdom Come: Deliverance II
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