Horizon: Zero Dawn – Provato
Ho sempre adorato i giochi dove si usano gli archi. Il che è strano in effetti, visto che non ho mai usato un arco in vita mia (se non una volta a un villaggio vacanze) e non ho effettivamente mai girato per strada con una mela sopra la testa. Però c’è qualcosa, qualcosa nel feeling di lanciare una freccia silenziosa su un malcapitato da decine di metri di distanza che mi regala una soddisfazione immensa. E ultimamente non sono mancate le chance di divertirmi con archi e frecce, tra Rise of the Tomb Raider, Hanzo di Overwatch e, se vogliamo, un’arma meno convenzionale come il Torque di Gears of War 4.
Tra i miei giochi più attesi quindi è entrato di diritto, sin dal suo annuncio ormai due edizioni fa di E3, Horizon: Zero Dawn, immaginifico gioco di ruolo esclusiva Playstation 4 e sviluppato dallo studio olandese di Guerrilla Games, conosciuti prevalentemente per l’altalenante serie di sparatutto Killzone. Fin dal primissimo trailer infatti il mondo di Horizon – con la sua splendida protagonista Aloy, dotata ovviamente di arco e frecce – è già entrato nell’immaginario collettivo, grazie alla sua grafica magnifica, al suo art style colorato e agli splendidi dinosauri robotici, uniche testimonianze di una civiltà da lungo tempo scomparsa.
Gli unici dubbi per un RPG così promettente potevano venire dal gameplay, dato l’esordio in questo genere del team di sviluppo. Alla recente Milan Games Week, Sony mi ha regalato la grandissima opportunità di assistere prima a una demo live di una recente build del gioco e testarla dal vivo. Se avevo dei dubbi prima, ora sono fermamente convinto che Horizon: Zero Dawn sarà uno dei contender per il gioco dell’anno 2017.
Ma quelli sono i Biocombat?
Nel caso non abbiate mai visto Horizon in azione, prima di potermi soffermare su qualsiasi cosa legata al gioco, date un’occhiata a un video qualsiasi e preparatevi a raccogliere la mascella. Questo è l’ultimo Vidoc uscito e può essere un buon punto di partenza:
Aloy vera
Prima di passare alla prova vera e propria, il team di Guerrilla ci ha mostrato una demo guidata nell’area del villaggio di Mother’s Crown. Questa zona viene visitata dal giocatore 3 o 4 ore dopo aver iniziato l’avventura e vede Aloy esplorare il suddetto insediamento umano, il quale mostra chiaramente i segni di un attacco recente da parte delle macchine.
La scusa è innanzitutto per dare un’occhiata allo splendido motore grafico del titolo e per introdurre alcune delle funzionalità più da GDR di Horizon. La protagonista indaga la situazione parlando con gli NPC e mostrando un sistema di scelte nei dialoghi tanto simile a quello di Mass Effect; non si sa ancora quanta sarà la possibilità di influire sulla trama con le suddette scelte, ma mi sarebbe davvero strano ormai testare un RPG occidentale senza vederle.
Dopo aver scoperto di doversi avventurare nelle terre selvagge per scoprire chi abbia portato distruzione nella cittadina, Aloy si ferma da un negoziante, ottimo modo per impratichirsi con il sistema di modificatori per armi e uniformi del gioco e successivamente decide di portare a termine una delle tante sub-quest stile The Witcher che affollano la apparentemente molto estesa mappa di gioco. Non mancano anche i Vantage Points, torri e campi sopraelevati tanto simili a quelli dei titoli Ubisoft.
La missione consisterà nel dare la caccia a una macchina corrotta e recuperarne i materiali: la robotica fauna che abita le terre di Horizon: Zero Dawn infatti è divisa tra bestie metalliche normali e altre “corrotte” da qualche misteriosa ragione e diventate così aggressive. Proprio questo mistero sarà alla base della trama del gioco, che, personalmente, non vedo l’ora di scoprire non appena arriverà nel vano disco della mia PS4.
Ma che è successo qui?
Una volta usciti dal villaggio, gli sviluppatori ci hanno parlato del sistema di movimento e di combattimento del gioco, il quale offre numerosi approcci al giocatore. Aloy non è una persona qualunque: è allenata, silenziosa e dotata di gadget utili a studiare le sue nemesi robotiche. Il potere Focus infatti serve per studiare il campo di battaglia e scoprire vulnerabilità o risorse nascoste dai nemici prima di attaccare, o magari per seguirne il loro cammino.
La nostra eroina infatti è una vera e propria cacciatrice e Guerrilla ha fatto un ottimo lavoro nel caratterizzare il suo arsenale di armi e mosse per riflettere le sue abilità. La missione (già mostrata all’E3 per la verità), proseguiva con uno scontro a fuoco (letteralmente) con una terribile macchina corrotta, prima di terminare e lasciarmi con l’acquolina in bocca per saperne di più.
Finalmente, imbracciamo l’arco
E meno male che nella stanza di fianco ho potuto prendere in mano un pad PS4 (la versione mostrata era per il modello base, la Pro era soltanto visibile da un monitor in mezzo allo stand) e per la prima volta, giocare a Horizon: Zero Dawn. L’area messami a disposizione era la stessa della demo e, senza poter accedere a missioni, mappa, opzioni di crafting al di là di quelle on-the-go che permettono di riempire la propria faretra di nuove frecce, l’unica possibilità è stata quella di prendere confidenza, “scoprire” il sistema di controlli e affrontare la fauna della foresta. Robotica o no. Al di là della fantastica grafica, sono rimasto davvero colpito dalla fluidità dei movimenti, molto più vicina a un action adventure come Tomb Raider piuttosto che a un WRPG come un The Witcher.
Aloy può approcciare gli scontri nascondendosi tra le fronde e piazzando una freccia silenziosamente nei suoi nemici, oppure cercare la sfida diretta usando magari le frecce infuocate o esplosive. La varietà dei nemici rende inoltre speciale e diverso ogni incontro: ad esempio, per le fronde si aggirano dei simil-paguri cibernetici, i quali portano un contenitore ricco di elementi preziosi sulle loro spalle. Per raccoglierli dovremo colpirli a sorpresa, far cadere il pezzo, approfittare della loro confusione e rubare tutto. Poi, sarà meglio scappare: non ogni scontro potrà essere affrontato di petto in Horizon: Zero Dawn.
Nonostante il concept intrigante, che sia tecnicamente superbo e dalle buone radici RPG, quello che mi ha sorpreso davvero è stata la mobilità di Aloy, scattante e precisa ai miei comandi, sparando frecce all’impazzata come davvero non si trattasse di un gioco di ruolo. Le mie (pochissime) riserve rimangono sull’intreccio e le side quests, da sempre elementi non facili da realizzare in un titolo di questa portata. Viviamo infatti in un mondo post-The Witcher 3, quindi gli standard fissati sono davvero alti.
Toccherà a Guerrilla regalare a Playstation 4 la sua esclusiva migliore? Il 1° Marzo 2017, su PS4 e PS4 Pro, lo scopriremo.