Godfall – Anteprima
Godfall si presenta ai nastri di partenza della nuova generazione con tante incognite, ma anche tante buone premesse. Scopriamo insieme i combattimenti divini su PlayStation 5.
Il lancio di PlayStation 5 è sempre più vicino, e dopo la spettacolare presentazione della scorsa settimana l’attesa intorno alla nuova ammiraglia di Sony è sempre più spasmodica. A rubare la scena, lato software, è stato sicuramente Demon’s Souls Remake, che nella sua veste tutta nuova ha già mandato in visibilio milioni di videogiocatori. Il capostipite della famiglia “Souls” sarà infatti una delle esclusive di lancio più importanti di PlayStation 5, accompagnata da altri titoli in esclusiva dal sicuro interesse. Tra questi spicca sicuramente Godfall (che uscirà in verità anche su PC, dunque console exclusive), il “looter-slasher” – così come la stessa Counterplay games l’ha definito – realizzato sotto l’ala protettrice di Gearbox.
Nel corso del mesi il titolo ha saputo dimostrare di avere delle buone carte da giocare, al netto di tutti i dubbi scaturiti da una struttura apparentemente “piatta” e poco innovativa, diventando giorno dopo giorno uno dei prodotti più interessanti ed enigmatici di questa nuova generazione di console che, ormai, è davvero dietro l’angolo.
Proviamo a fare il punto, dunque, rimandando però ogni tipo di conclusione ai prossimi mesi, quando finalmente potremo toccare veramente con mano l’ira degli dei.
Una struttura interessante, ma già vista?
Se avete avuto la sensazione che Godfall sia un prodotto fondatalmente “caciarone” e super incentrato sul combattimento continuo e ossessivo, probabilmente, non siete molto distanti dalla realtà. Dobbiamo però fare alcune doverose precisazioni.
Non è un mistero, infatti, che il cuore pulsante di Godfall sia legato fortemente alla sua struttura ludica, una struttura che poggia le sue fondamenta su due elementi tipici del genere: la progressione e la ricerca ossessiva del loot. Da qui la definizione di “looter-slasher” ossia un titolo che si basa fortemente sugli scontri, rapidi e “aggressivi”, e sulle dinamiche del loot tanto care a produzioni come Diablo, Destiny e simili.
Il nucleo della struttura è dunque legato alla continua ricerca del progresso inteso come lo sviluppo della propria armatura, un elemento che risulta incredibilmente centrale all’interno della produzione. I cosiddetti Valorplate, le armature dei cavalieri protagonisti della storia, ossia i Valorian Knights, sono infatti armature leggendarie, in grado di donare a chi le indossa poteri incredibili, quasi divini. Proprio la differenziazione, la gestione e, appunto, lo sviluppo di tali armature sembrano essere una delle chiavi di volta del titolo di lancio di PlayStation 5 e dell’esclusiva Epic Games, poiché esse donano al giocatore poteri, abilità e meccaniche ludiche in generale completamente diversi tra loro.
Un’arma è per sempre? Meglio di no!
Di pari passo all’importanza delle Valorplate, che aiutano a differenziare e ad accrescere il potere del proprio alter ego, si lega un altro fondamentale elemento nella costruzione di una “build” variegata e, soprattutto, per tutti i gusti: parliamo delle armi, chiaramente reperibili anche uccidendo orde di nemici che promettono ancora una volta di essere uno step fondamentale nella costruzione di un’impronta ludica non per forza di cose originalissima ma comunque molto frizzante.
La varietà parrebbe essere appunto la parola chiave dell’offerta ludica di Godfall, anche perché gli sviluppatori hanno già confermato la presenza di tantissime combinazioni legate sia alle Valorplate (al momento ne sono state annunciate ben dodici diverse) sia appunto alle armi, a loro volta diversificate in base allo sviluppo e a rami di abilità diversi.
Dalle prime sequenze di gioco ci è parso tutto poco fluido, lo ammettiamo, specialmente il combattimento, in cui le armi danno l’impressione di essere tutte un tantino pesanti e il feedback dei colpi appare lento e poco reattivo. Da un gioco fortemente incentrato sul combattimento ci aspettiamo chiaramente un’esperienza diversa e varia, ma le prime sensazioni – chiaramente tutte basate su impressioni relative – ci hanno lasciato con qualche dubbio di troppo.
Tutto questo ricordando che il titolo è fruibile in compagnia di altri giocatori online, con anzi gli sviluppatori che hanno sottolineato l’importanza proprio alla meccanica del multiplayer cooperativo, fondamentale ai fini di un’esperienza più completa e variegata.
Una storia affascinante
Pur non essendo esattamente un capolavoro in termini di originalità, la storia di Godfall sembra avere tutti gli elementi per risultare di ottimo livello.
Parliamo infatti della genesi di un mondo in rovina, flagellato dal caos e dalla distruzione che si stanno espandendo a vista d’occhio. Il titolo di Counterplay Games si basa fortemente su alcune opere letterarie di grande spessore, come Il Ciclo della Fondazione di Asimov e Le Cronache di Folgoluce di Brandon Sanderson, che danno al gioco quell’identità che abbiamo iniziato a intravedere in questi mesi che ci separano dal lancio.
Parliamo di un mondo, Aperion, avviato verso quella che sembra un’inevitabile apocalisse, e il cui suolo diviso in quattro macro aree in base agli elementi è destinato a rimanere schiacciato dallo strapotere del Dio distruttivo conosciuto col nome di Macros. Appare evidente come i Cavalieri siano così l’ultimo baluardo di speranza per Aperion, ma ulteriori dettagli sul comparto narrativo li scopriremo soltanto in futuro.
Scorci divini
Non è un mistero che Godfall, essendo uno dei primissimi giochi mostrati della next-gen, ha da subito suscitato grande interesse nei giocatori anche sotto il profilo tecnico. La natura estetica e audiovisiva del gioco, però, è tutta da scoprire: abbiamo oggettivamente visto molto poco, quel tanto però che è bastato per farci avere una primissima impressione su ciò che ci attenderà nei prossimi mesi. Le ambientazioni finora viste ci sono sembrate poco originali e anche l’esplorazione ci è apparsa forse un tantino limitata e poco permissiva sotto il profilo dell’esplorazione.
Non possiamo quindi dire di esserci trovati di fronte a un miracolo tecnologico, almeno finora, ma abbiamo apprezzato non poco, ad esempio, gli effetti particellari che accompagnano alcune sequenze di combattimento. Quelli, uniti ad una quantità di shader più che valida (che aiutano ad aumentare l’appeal dell’illuminazione), contribuiscono alla creazione di un’immagine nel complesso valida, ma incapace di far gridare al miracolo, al netto del cambio generazionale.
Godfall continua a sembrarci un prodotto bivalente: da un lato troviamo un sistema ludico divertente e potenzialmente interessante, unito a un sistema di progressione che sembra avere ottimi spunti, legati a una struttura da “looter-shooter” molto interessante; dall’altro, però, il tutto sembra imprigionato da uno stilema ludico abusato e poco originale e da un comparto tecnico che sembra leggermente sottotono per trattarsi di un titolo di nuova generazione. I dubbi rimangono ma siamo nel complesso fiduciosi sulla produzione, seppur non abbiamo ancora elementi a sufficienza per poterci sbilanciare. Per una disamina completa, comunque, bisognaerà attendere ancora: la next gen, ormai, è dietro l’angolo.