[E3 2016] God of War 4 – Anteprima
“Ragazzo… il coltello di tua madre: ora appartiene a te.”
“E cosa ci devo fare?” “E’ un test. Ti ha insegnato a cacciare, no?
Fammi vedere che sai fare. Ho fame”
La voce nell’ombra che dialoga con il ragazzino in primo piano è profonda e apparentemente indistinguibile, ma già sappiamo – o speriamo, dato il susseguirsi di rumor pre-conferenza che lasciano poco spazio all’immaginazione – a chi appartiene. Sono le tre del mattino ora italiana, la conferenza Sony all’E3 è iniziata da pochi minuti e davanti ai nostri (non più) stanchi occhi compare Kratos. Il guerriero è invecchiato e non si rade da un po’, ma il tatuaggio rosso sulla bianca pelle del “Fantasma di Sparta” lascia pochi dubbi: God of War 4 è realtà e stiamo per assistere in anteprima ad una sessione di gameplay.
Il ragazzino (suo figlio?) procede e Kratos lo segue nella foresta, mettendo in chiaro fin da subito che il prossimo God of War seguirà la strada tracciata da altre recenti esclusive Sony, Uncharted 4 in primis: la frenesia dell’hack n’ slash tutto muscoli e ignoranza lascia spazio a un’esplorazione più libera in ambienti di gioco di ampio respiro, così come la narrazione e il rapporto tra i personaggi del gioco appare fin da subito cruciale. Sarà lasciato al linguaggio para-verbale dei movimenti e a pochissime glaciali battute di Kratos il compito di mostrarci quanto l’educazione impartita da uno spartano possa essere dura e rispettosa al tempo stesso. Sicuramente non ci troveremo di fronte ad un open world, quanto piuttosto ad un mondo di gioco che favorirà la dilatazione dei tradizionalmente serrati tempi dell’action adventure in favore di un’esperienza di gioco più matura, in cui azione ed esplorazione si compenseranno prendendosi ognuna la meritata dose di attenzione da parte del giocatore.
La passeggiata nella foresta ci permette di ammirare anche il comparto tecnico del nuovo titolo firmato Santa Monica Studio, finalmente in grado di dare a Kratos la grafica che merita su Playstation 4. Se siete tra i fan rimasti scottati dal remaster di God of War III, il cui porting su PS4 è soltanto servito a evidenziare tutte le differenze tra un titolo tecnicamente eccellente su PS3 ma non in grado di competere con i nuovi giochi tripla A, potete dormire sonni tranquilli: God of War 4 sarà un’esclusiva sicuramente in grado di sfruttare al meglio l’hardware della console ammiraglia Sony, garantendo un impatto visivo stupendo senza rinunciare alla fluidità dell’azione e alla profondità di campo.
Ma bando alle ciance, perché ora vogliamo vedere un po’ di combattimento: con la solita inaspettata maestria, God of War è sempre in grado di sbatterci in faccia un cruento scontro proprio nell’attimo in cui, da conoscitori della saga, iniziamo a pensare che questo capitolo possa risultare troppo introspettivo e noioso. Niente di più lontano dalla realtà, come ci fa notare Kratos mentre con l’ascia da guerra apre in due un nemico, ne impala un secondo al muro e, una volta privato della sua arma, spacca a mani nude il cranio di un terzo avversario. Poco importa che si tratti dei soliti non morti dall’aspetto demoniaco – questa volta meno greci e decisamente più vichinghi – perchè Kratos è si in apparenza più vecchio, ma dimostra di non aver perso un briciolo di smalto: pugni duri e nessun accenno di pietà fanno di lui un mietitore di nemici che non lascia scampo, per il quale il dover proteggere il giovane accompagnatore pare quasi un mero espediente per elargire un po’ di violenza gratuita.
Un attimo di pausa, ancora un paio di battute e via che si ricomincia. Ma ora siamo alle prese con un avversario ben più gigantesco e ostico, che presentandosi con una battuta che fa chiaro invito a Kratos di precederlo nel Valhalla, dipana ogni dubbio e inserisce chiaramente gli eventi di God of War 4 in un plot narrativo decisamente ispirato alla mitologia nordica. L’ascia sostituisce ancora una volta le care vecchie lame del caos, dando modo a Kratos di mostrarci anche le differenze di gameplay rispetto ai capitoli precedenti della saga: i movimenti del personaggio, l’obbligo di utilizzare un’arma a corto raggio e la collaborazione con il piccolo arciere che accompagna Kratos lasciano presagire un approccio più strategico, nel quale utilizzare diversi attacchi e combinazioni di poteri, piuttosto che incentivare il menar le mani alla cieca come nei primi God of War.
Abbattuto il troll dalle fattezze vichinghe riprende l’esplorazione, a dimostrazione del perfetto equilibrio di tempi e situazioni di cui avevamo già in precedenza avuto il sentore. Uno scambio di battute più denso ci permette di scacciare i dubbi sull’identità del ragazzo che accompagna Kratos, egli si rivela essere effettivamente suo figlio. Lo vediamo rimediare agli errori precedentemente commessi e dimostrare al padre che, con il giusto allenamento e la disciplina saprà diventare un cacciatore abile quanto lui. D’altra parte, quest’ultimo dovrà comprendere che il piccolo non ha vissuto i suoi stessi orrori e che la morte e la sopravvivenza sono concetti che ancora deve comprendere per poter affrontare l’avventura che lo aspetta.
Quale questa possa essere non lo sappiamo: il trailer si conclude proprio sul più bello, con padre e figlio che ammirano uno sconfinato orizzonte con tanto di scenario alla Mordor e draghi che volano in cielo. Di certo c’è che in quel mondo ci aspetterà un bel po’ di sano divertimento, firmato ad arte da Sony e dai Santa Monica Studio, pronti a traghettare la saga di God of War verso un nuovo inizio che per il momento promette soltanto faville.