Gamescom 2018: Come Hitman 2 mi ha completamente conquistato
Prenderò un approccio un po’ diverso per questo articolo, raccontando un’esperienza personale rispetto a una calcolata disamina della qualità del gioco. Mi sono ritrovato alla Gamescom in una di quelle situazioni abbastanza complesse ma anche comuni, impersonando il ruolo del giornalista: ossia il dover provare un titolo sul quale non sei sfortunatamente molto preparato. È stato il mio caso proprio allo stand Warner Bros. con HITMAN 2, sequel del reboot a episodi di una delle serie più celebrate e di lunga durata nel panorama dei giochi stealth, serie che tuttavia non ho mai avuto il piacere di giocare.
Mi sono avvicinato quindi allo stand con curiosità, ma anche con una certa dose di timore: sono un grande fan dell’approccio stealth in titoli più d’azione – per esempio ultimamente Fallout 4 – ma non mi sono quasi mai lanciato in esperienze puramente dedicate all’azione furtiva, spesso troppo metodiche per il mio stile di gioco.
Un mondo di assassini
In occasione della kermesse tedesca e del rilascio del nuovo trailer World of Assassination, durante il mio meeting ho assistito fortunatamente a una presentazione delle novità di HITMAN 2, perfetta per prepararmi e alleviare la mia ansia di dover mettere le mani sul controller davanti agli sviluppatori da lì a breve. È stato il momento per scoprire i piani di WB e IO Interactive non solo per il rilascio di questo seguito, il quale abbandonerà la struttura a episodi del primo, ma anche per il presente e futuro del franchise. Il team infatti vede HITMAN 2 come la destinazione per tutta l’esperienza di HITMAN, un mondo in costante crescita, aggiornamento ed espansione. Perché sì, in HITMAN 2 questo novembre avremo sei nuove location e missioni inedite da esplorare e analizzare in ogni anfratto, ma anche le sei parti dell’HITMAN del 2016 verranno rimasterizzate e aggiornate con le novità di gameplay del 2, incluse all’interno di un Legacy Pack DLC (gratis per chi possiede già il gioco originale). Si tratta di una mossa molto interessante, che ha colpito me in particolare; da neofita della serie potrò infatti a breve affrontare tutte le missioni dell’Agente 47 in un’unica soluzione e sotto lo stesso “ombrello”. La notizia giunge inoltre appena dopo la recente inclusione del primo titolo nel catalogo di Xbox Game Pass, nel caso voleste mettervi in pari.
Tutto ciò si dimostra veramente ben accetto, anche perché HITMAN 2, senza rivoluzionare certo il gameplay o i comparti tecnici del primo, introduce numerose innovazioni, alcune mutuate dal ricco passato della serie. Uno dei punti più importanti è sicuramente la re-introduzione delle valigette per nascondere il fucile di precisione (ovviamente girare con un fucilazzo sulla schiena allarmava le guardie), ora utilizzabili anche per nascondere altri oggetti. Con loro torna anche la possibilità di nascondersi tra le folle (come nei vecchi Assassin’s Creed) e ora il gioco mostrerà persino il punto di vista delle telecamere di sicurezza, avvertendoci quando saremo ripresi e facendoci vedere in diretta come. In generale poi il sistema di combattimento promette diverse migliorie, sia in termini di intelligenza artificiale dei nemici sia di livello di distruzione.
Welcome to Miami
La presentazione finisce. Basta chiacchiere, ci siamo. Il momento da me tanto temuto è arrivato: tempo di prendere in mano il pad e, accompagnato dallo sguardo vigile di un dev, affrontare l’unico livello per ora svelato al pubblico: l’assolata Miami. Non si tratta di una giornata normale in Florida, in quanto si tiene l’ultima giornata dell’Innovation Race, una sorta di ibrido tra una gara automobilistica e una fiera dedicata alle nuove tecnologie, nella quale l’azienda che risponde al nome di Kronstadt fa la parte del leone. Il CEO Robert Knox presenterà numerose novità agli investitori, mentre la tostissima Sierra è in gara e ha tutte le chance di portare a casa la prima posizione. Peccato che la Kronstadt, amata alla follia dai suoi fan, nasconde un terribile segreto: dietro la patina dorata e i motori rombanti, la compagnia produce e vende armi incredibilmente avanzate sul mercato nero, alimentando morte e distruzione sul pianeta. Ovviamente, questo non piacerà tanto all’Agente 47, il quale si dovrà infiltrare nella zona ed eliminare entrambi i Knox.
Impugnato il controller, l’inizio è stato drammatico: Agente 47 ha cominciato a camminare di qua e di là senza capirci molto, terrorizzato com’ero di fare qualsiasi cosa e temendo di essere scoperto. Meno male che per i più imbranati il gioco offre una serie di consigli, i quali almeno ti possono indirizzare verso una zona dove scoprire o usare qualcosa di interessante. Certo io continuavo a camminare a caso, arrivando persino a rubare un Didgeridoo di un mendicante: delirio. È stato però quando, un minimo guidato dall’amico sviluppatore, ho stordito una guardia facendo attenzione che un tizio vicino non mi vedesse, ho nascosto il corpo in un tritarifiuti (risparmiandolo però non attivandolo ed evitandogli una morte orribile), ne ho rubato il vestito e mi sono diretto con convinzione all’entrata dell’edificio, che ho “capito” subito HITMAN 2 e sono rimasto abbacinato dalle possibilità che offre, all’interno di questi dettagliatissimi macro livelli così vivi, dove tutto accade e si sviluppa indipendentemente da quello che fa l’utente.
Una cosa che mi ha sorpreso davvero è stato constatare come fosse facile in effetti seguire le meccaniche del gioco, anche disattivando i consigli. Certo, HITMAN 2 richiede al giocatore, messi di fronte a delle opportunità di arrivare a una kill in una maniera originale, di pensare bene alle conseguenze delle nostre azioni, ma IO Interactive è riuscita a gestire un arsenale di opzioni così vario con un sistema di controlli davvero molto intuitivo. E capire anche la sua filosofia, quello che puoi fare e non fare, è immediato per chi conosce il genere o anche solo per chi considera sempre tutti i possibili scenari di una mossa. Se è chiaro infatti che lasciare un corpo in mezzo a un corridoio o atterrare una guardia in mezzo al pubblico della gara faccia chiaramente scattare l’allarme, sono i dettagli, le piccole cose che fanno capire la cura che è stata riposta in questo gioco. Per esempio, anche se travestiti da addetti per le pulizie, alcuni colleghi potrebbero notare che non siete la persona alla quale suo malgrado avete rubato la tuta e insospettirsi, oppure anche solo il correre o stazionare in zone sospette potrebbe alzare il livello di guardia degli addetti alla sicurezza.
Quanto siano reali e credibili le situazioni di HITMAN 2 è forse l’elemento che mi ha reso subito un fan di questo gioco che ho colpevolissimamente ignorato fino ad ora; inoltre è sono stati subito apparenti, anche in una breve prova come la mia, i centinaia di approcci differenti che avrei potuto prendere, giocando con l’orologio o seguendo le diverse routine dei diversi personaggi coinvolti. Miami, come gli altri livelli di HITMAN 1 e supponiamo HITMAN 2, ricorda decisamente le aree di Dishonored 2: non necessariamente enormi, ma talmente sapientemente disegnate grazie a un level design eccelso che si dimostrano piccoli sandbox irresistibili ai quali non posso che non vedere l’ora di esplorare e giocare più volte.
Un’ultima chicca: dopo Miami ci è stato mostrato un brevissimo teaser che fa capire come la prossima missione di HITMAN 2 sarà ambientata in una giungla, una giungla che dopo questa veloce storia d’amore vorrò sicuramente esplorare al fianco dell’Agente 47.