Gamescom 2018: Anteprima Warhammer 40.000 Mechanicus
Abbiamo ulteriormente provato, in questa prima giornata di Gamescom 2018, Warhammer 40.000 Mechanicus, lo strategico a turni di Bulwark Studio che avevamo già avuto modo di testare durante l’ultimo E3.
A differenza della nostra passata esperienza losangelina, improntata quasi elusivamente sul combattimento, questa volta abbiamo avuto modo di approfondire molto altre interessanti meccaniche di gioco.
In Mechanicus, una volta entrati in combattimento, dovremo muovere la nostra squadra a turno, seguendo per ogni personaggio, due distinte sessioni, quella di movimento e quella di fuoco/azione. Ogni unità è vincolata a questo determinato tipo di gameplay salvo i personaggi più importanti, che possono utilizzare una sorta di “punti azione” per compiere ulteriori movimenti, attacchi e quant’altro. Questi “punti extra” possono essere presenti già all’inizio dello scontro, portati magari da qualche particolare modifica cibernetica applicata ai nostri personaggi principali, oppure raccolti di volta in volta dai Servo Skulls, indispensabili oggetti in dotazione a ogni Tecno Prete che si rispetti. Un Servo Skull altri non è che un teschio umano opportunamente modificato con dispositivi anti gravità e un rudimentale cogitator (la versione Grim Dark di un qualsiasi computer, secondo l’inconfondibile stile del brand Warhammer 40.000) facente funzione di drone. Per ogni turno possiamo mandare i nostri fidi teschi volanti a raccogliere punti azione aggiuntivi in giro per lo scenario.
In battaglia potremo anche utilizzare, sempre se li abbiamo equipaggiati in fase di briefing, dei particolari Canticles, litanie sacre agli Spiriti Macchina (e anche questo in linea con l’ambientazione principale) in grado di darci un qualche tipo di bonus, nella fattispecie di un miglioramento temporaneo delle caratteristiche, bonus a danni o movimento e cose così. Ovviamente l’uso dei Canticles è limitato, e dopo averli utilizzati è necessario re impararli prima di una nuova sortita. Quindi devono essere utilizzati con molta parsimonia, perché finiti quelli a disposizione non ne avremo altri per tutti i rimanenti combattimenti della missione.
Come già visto, le missioni sono divise in una fase esplorativa e in una fase di combattimento a turni. L’intera impresa è da completare obbligatoriamente entro un certo numero di turni, pena il risveglio dell’intero contingente Necron in zona. Più passa il tempo e più Necron si svegliano di volta in volta, quindi una certa velocità d’azione risulta indispensabile. Il risveglio dei malvagi androidi scheletrici è anche condizionato, come molti altri fattori della partita, da come il giocatore reagisce alle schermate di dialogo con scelta multipla, in puro stile rpg, in cui si può imbattere durante l’esplorazione. Ogni risposta può essere giusta, sbagliata o entrambe, apportando all’andamento delle cose effetti sia positivi che negativi. Alla stessa maniera, spesso il giocatore sarà costretto a decifrare i glifi tombali Necron, ognuno dei quali, se attivato, porta conseguenze sempre uguali. Fortunatamente, quando i nostri personaggi ne attivano uno, quale che sia il risultato, imparano il significato del glifo per poterlo riconoscere in futuro.
Sempre a proposito dei Tecno Preti, potremo farli crescere in abilità a nostro piacimento e, in caso di morte, verranno soltanto “squalificati” dal gioco per due o più turni subendo anche un severo decremento dell’esperienza acquisita. Nulla di definitivo quindi, a differenza degli Skitarii e dei Robot, non veri e propri personaggi ma vere e proprie pedine sacrificabili.
Decisamente un titolo che comincia a mostrare delle interessanti qualità, sia a livello di gameplay che di rappresentazione di un’ambientazione complessa e affascinante come quella di Warhammer 40.000. da tenere sicuramente d’occhio.